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BASEBALL: LA MAJOR LEAGUE FISSA IN 2.2 MILIARDI DI DOLLARI IL PREZZO D’INGRESSO PER LE NUOVE SOCIETA’

(di Marco Casalone) – Il Commissioner della Major League Baseball (MLB) Rob Manfred in una recente intervista rilasciata al portale americano Sportico, tra i diversi argomenti trattati, si è soffermato sulla possibilità che in un prossimo futuro la lega possa aprire le sue porte a nuove franchigie, individuando in 2.2 miliardi di dollari la somma necessaria per ottenere l’ingresso nella competizione.
Una cifra che potrebbe apparire esagerata, se si considera che le ultime squadre entrate nella MLB (Arizona e Tampa Bay nel 1998) avevano dovuto pagare “solo” 130 milioni di commissione, ma il cui fondamento si troverebbe nella valutazione media complessiva delle trenta società partecipanti, per l’appunto di poco superiore ai due miliardi di dollari.
“Posto come la MLB non abbia attualmente alcun piano a riguardo e sia prima necessario risolvere le situazione dei nuovi stadi di Tampa Bay e Oakland e concludere positivamente il prossimo round di negoziati con la CBS (emittente radiotelevisiva statunitense con sede a New York, n.d.r.) per i diritti televisivi, se effettivamente le squadre hanno un valore medio complessivo di 2,2 miliardi credo che questa somma rappresenti una sorta di stella polare da cui far partire qualsiasi trattativa di espansione della Major League: non dobbiamo neppure dimenticare che, a causa della pandemia da COVID-19, le trenta rappresentanti hanno subito perdite complessive per oltre otto miliardi di dollari ed anche per questo motivo avremmo la necessità di introdurre club finanziariamente solidi” ha commentato lo stesso Manfred.
Alcuni addetti ai lavori hanno però contestato questa valutazione ritenendola un punto di partenza troppo alto rispetto ai mercati attualmente disponibili: è il caso, ad esempio, di due noti giornalisti americani, Kurt Badenhausen e Peter Schwartz.
“La valutazione media complessiva delle franchigie MLB non è una rappresentazione realmente accurata, a causa del netto divario creatosi tra alcuni club più ricchi, come i New York Yankees, ed altri con un giro di affari decisamente inferiore” ha spiegato Badenhausen, “Secondo i più aggiornati dati Nielsen (multinazionale attiva nel settore della marketing analysis, n.d.r.) la città di Portland rappresenterebbe il mercato più redditizio attualmente privo di una squadra MLB, ma non andrebbe comunque oltre la ventunesima posizione della graduatoria complessiva: la prova più complessa per le società minori è crearsi una base di pubblico allo stadio che garantisca introiti per tutte le ottantuno partite della stagione e più è piccolo il mercato e più difficile diventerà la sfida, vista la mancanza di popolazione da cui attingere nuovi potenziali tifosi”.
Peter Schwartz ha invece sottolineato come “i 2,2 miliardi di dollari prefissati dalla MLB siano, in questo momento, una richiesta del tutto fuori mercato, ma non è escluso che nel prossimo futuro tale cifra possa invece diventare adeguata, se si considera che negli ultimi otto anni i valori delle società e delle attività ad esse legate sono più che raddoppiati: inoltre, alcune fonti interne alla lega hanno confermato la possibilità che il prossimo ingresso di nuove franchigie potrebbe essere l’unico per i prossimi venticinque anni, dal momento che l’organizzazione di una stagione con oltre trentadue partecipanti verrebbe vista come molto complicata”.
Nonostante questa previsione, sono diverse le città che, secondo indiscrezioni, si sono candidate ad ospitare le possibili future squadre: tra queste, figurerebbero Las Vegas (dello stato del Nevada), Charlotte (la città più popolosa della Carolina del Nord) e Nashville (capitale del Tennessee).
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