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Barelli sul caso FIN/Coni servizi: “Nonostante tutto ho i santi in Paradiso…”

(di Marcel Vulpis) – Il nuoto italiano torna da Kazan (repubblica del Tatarstan) con molte certezze e, soprattutto, più di un sogno in chiave olimpica. Ben 14 medaglie (3 ori, 3 argenti, 8 bronzi – al settimo posto complessivo a livello mondiale), di cui sei potenzialmente a cinque cerchi se si ragiona con la bussola puntata su Rio2016. Manca, infatti, meno di un anno alla competizione worldwide organizzata dal CIO e gli sport acquatici italiani sono pronti a fare la loro parte, a supporto del medagliere tricolore. Abbiamo fatto il consuntivo con Paolo Barelli, presidente della FIN in una lunga chiacchierata informale a tutto tondo, a bordo vasca (all’interno della piscina del complesso del Foro Italico), in una delle giornate degli assoluti italiani, che hanno, tra l’altro, proposto un Gabriele Detti (atleta livornese dell’Esercito) in grande forma, proprio in vista di Rio. Un Barelli in forma che ha spiegato le aspettative FIN per RIO2016, ma anche la sua “posizione” sulla querelle FIN-Coni servizi.
D: Presidente, come mai Detti, in questa forma, non è stato convocato per Kazan?

R: Per un motivo molto semplice: usciva da una pubalgia molto difficile e ha dovuto fare una preparazione ad hoc, ma a Rio ci sarà e può essere la medaglia oggi non preventivata nel medagliere azzurro. Ha dominato i 400 metri stile libero con un tempo tra i primi 4 al mondo. Ci contiamo fortemente.

D: Ma nel complesso? Come considera la spedizione italiana a Kazan?

R: Direi più che positiva. Ben 14 medaglie, dove abbiamo ben figurato in quasi tutti gli sport acquatici.

D: Di solito l’Italia nell’anno del Mondiale pre-Giochi si comporta molto bene, poi che succede alle Olimpiadi?

R: In queste ultime edizioni l’Italia ha sempre ben figurato ai Giochi, è chiaro che esiste una concorrenza sfrenata e anche l’ultimo anno di preparazione, a questi livelli, può determinare differenze sostanziali, da atleta ad atleta. Vale per l’Italia, ma anche per gli altri Paesi.

D: Quindi lei cosa si aspetta da Rio2016?

R: Sinceramente se uguagliassimo il bottino di Londra2012 sarei felicissimo. La ciliegina sulla torta è l’eventuale medaglia in più che non ti aspetti. Il nuoto c’è e farà sicuramente la propria parte a sostegno del medagliere italiano.

D: Un giudizio complessivo su Kazan?

R: Grande organizzazione, impianti molto belli e ottima scelta anche sotto il profilo logistico. Kazan è una bellissima città in grande crescita all’interno di una economia (quella russa) più che sana. E si vede dagli investimenti che i russi hanno fatto per allestire questa edizione del 16imo FINA world championship.

D: Certo un mondiale diverso da quello di Roma2009, soprattutto in termini di impiantistica

R: Sì, certo, ma l’economia russa è diversa da quella italiana.

D: Veniamo ai fatti di casa nostra. Nuoto ed atletica, insieme con scherma sono da sempre le regine della spedizione italiana ai Giochi

R: Assolutamente. So che il presidente del CONI, Giovanni Malagò ha convocato di recente i vertici della FIDAL. Ipotizzo che ciò debba avvenire anche con il mondo del nuoto, considerato il nostro peso sportivo. Vediamo gli sviluppi.

D: Ma a Kazan i vertici del CONI erano presenti?

R: Il presidente Malagò non è stato presente, ma abbiamo ospitato, con tutti gli onori, Carlo Mornati, responsabile CONI per la preparazione olimpica. Come è giusto che sia.

D: E sul fronte della querelle CONI Servizi-FIN, che sviluppi ci saranno?

R: Guardi voglio essere molto chiaro su questo tema: mi sono solo difeso, niente di più.

D: In che senso?

R: Sono stato oggetto di una indagine dove il reato che mi veniva addebitato era “truffa”. Come potrà immaginare non mi ha fatto piacere. Un danno di immagine per me e per la mia federazione. Da lì sono stato costretto a difendermi nelle sedi opportune.

D: Ma non le sembra un pò esagerato, oltre che un colpo all’immagine del CONI e di Roma2024, arrivare perfino alla denuncia per calunnia?

R: Ripeto: se lei fosse stato accusato di truffa, nel momento in cui questa accusa viene archiviata, non si sarebbe difeso? Cosa avrei dovuto fare? Sono stato costretto a muovermi in questa direzione. Non avevo alternative.

D: Resta il fatto, presidente, che ci troviamo di fronte ad una situazione quantomeno anomala, che può essere risolta solo incontrandosi e chiarendo, una volta per tutte, questa querelle, che non fa bene allo sport italiano.

R: Al momento nessuno mi ha chiamato, ma voglio essere ancora più esplicito. Non ho alcun problema con Giovanni Malagò. E’ stato eletto per fare il presidente del CONI, faccia il presidente del CONI. Lo stesso vale per me. Mi occupo di nuoto e per questo oggi sono presidente pro tempore della Federazione.

D: Ma allora tutto questo da cosa nasce?

R: Da una serie di dichiarazioni in Giunta Coni, che hanno portato, poi, all’inizio di questa querelle. Probabilmente Malagò è stato anche consigliato (male, ndr).

D: C’è spazio per una ricomposizione della querelle in atto?

R: Non dipende da me. Attaccato mi sono difeso, ma la mia attenzione quotidiana, mi creda, è per il nuoto, non certo per queste cose.

D: Presidente, una battuta finale per stemperare gli animi

R: Guardi lassù in cielo mi vogliono bene. Nonostante tutto, ho santi in Paradiso a livello famigliare (e sorride…)

La sensazione, post intervista, è che questa “lite”, se così vogliamo chiamarla, abbia fatto anche più danni del dovuto nel mondo dello sport italiano. Forse è arrivato il momento di ricompattarsi per il bene dell’immagine Roma2024. Per farlo bisogna partire dalla volontà di incontrarsi e trovare, quantomeno, un punto di convivenza civile almeno fino alla decisione del CIO (autunno 2017). Ci perdiamo tutti, Coni in primis, ma anche mondo del nuoto olimpico (quindi Barelli in termini di immagine).

Entrambi (Barelli e Malagò) hanno una testa da politici. E sanno perfettamente che la politica è l’arte della mediazione. Alla fine come correttamente fece notare lo stesso Giovanni Malagò, alla conferenza stampa finale di Roma2009, “Io e Paolo siamo stati anche amici”. Roma2024 è una occasione unica. Non possiamo non crederci. Non possiamo non giocarcela fino alla fine. In ambito CIO, a Losanna, più di un addetto ai lavori parla di certezza assoluta sulla scelta di una città europea per i Giochi estivi 2024. Se non ora quando?

Non sappiamo, oggi, se esistono le condizioni per porgersi reciprocamente il ramo dell’ulivo; di certo è tempo di una “tregua civile” tra personaggi dello sport, che devono avere il bene di Roma2024 al di sopra di tutto. Crediamo, come Sporteconomy, che questo sia possibile, partendo, però, dalla volontà reciproca di avvicinarsi, almeno di un metro, l’uno all’altro. L’occasione potrebbe essere proprio l’incontro tra Malagò (CONI) e Barelli (FIN) per analizzare, in chiave olimpica, le prospettive di medaglia del nuoto azzurro. Seguiremo con attenzione gli sviluppi futuri.

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Marcel Vulpis

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