C’è chi posta hotel privi di riscaldamento, allagati o senza pavimento, ma dove campeggia la fotografia di Putin incorniciato come la nonna defunta. 

C’è chi si vanta di aver gli  stray cats  in camera, ma poi rivela che si tratta di veri gatti randagi e non della famosa band americana.

Si apprende inoltre che a Sochi la realtà può superare anche la più fervida fantasia in materia di toilette: bagni open space con WC allineati lungo il muro, bagni con WC gemellari, WC  con sala d’attesa in bella vista e chi più ne ha ne metta, forse perché anche qui chi non la fa in compagnia è un ladro o una spia.  

Per chi vuole fare corsi di sopravvivenza sono a disposizione tombini aperti come trappole mortali alle fermate d’autobus e percorsi di allenamento ricolmi di acqua e fango che quando meno te lo aspetti fuoriescono dai rubinetti delle camere degli hotel.

In una città blindata per paura del terrorismo, con due navi da guerra americane alle porte pronte ad intervenire in caso di attacco, si segnalano 25.000 volontari istruiti a sorridere che sbugiardano ancora una volta gli antichi Greci che avevano ingiustamente appellato il Mar Nero come Mar Inospitale.

Comunque vada sarà un successo e quindi smile!  Non  sei  su Candid Camera, ma ai Giochi Olimpici Invernali Sochi 2014. 

(di Ivana Quattrini) – In questi giorni sui social impazzano foto e commenti di giornalisti ed atleti impegnati nei Giochi Invernali di Sochi 2014.  Con toni tra il serio e il faceto denunciano le gravi carenze organizzative e le pessime condizioni in cui versano la città e le strutture di accoglienza che si presentano ben lungi dall’essere pronte ad ospitare un evento di portata mondiale.

Digitando gli hashtag #Sochigames #Sochiproblems  si incontra una galleria fotografica di bizzarrie architettoniche e stramberie varie di difficile immaginazione.