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Atletica: Roma2024 parte con le medaglie degli Azzurri…ma nel “deserto” dell’Olimpico

(di Marcel Vulpis) – Euro2024: si parte finalmente (dopo mille polemiche). Nella serata di ieri la marciatrice azzurra Antonella Palmisano è entrata per prima all’Olimpico (sarà poi seguita da un’altra atleta tricolore, argento al termine della 20km) per raccogliere il giusto tributo, come abitualmente avviene in queste specialità (quando si organizzano competizioni di livello continentale). 

E invece il bagno di folla tanto atteso non c’è stato, perché il pubblico presente sugli spalti forse superava le poche migliaia di presenze (nelle foto in primo piano). Un inizio poco fortunato per la biglietteria di Euro2024, che, alla fine, peserà eccome nella valutazione (positiva o meno) della manifestazione (per la cronaca gli Europei si chiuderanno mercoledì 12 giugno), con particolare attenzione al bilancio economico di chiusura. Ne abbiamo parlato, ancora una volta, con Alfio Giomi (nella foto sotto – secondo da sinistra), già presidente della FIDAL, nel quadriennio precedente, ma soprattutto motore sia dell’idea di candidatura di Roma (a sede di una kermesse continentale), sia della creazione del “veicolo” Fondazione per la gestione di un evento così complesso.

foto di archivio – Un momento dell’accordo di alcuni anni fa FIDAL-Infront a supporto dell’atletica leggera italiana.

D: Presidente, un commento a freddo, rispetto alle dichiarazioni di Stefano Mei (n.1 FIDAL) riprese dal quotidiano La Repubblica? In alcuni passaggi la chiama in causa per aver voluto organizzare l’evento avvalendosi di una Fondazione ad hoc. Una struttura a suo parere troppo macchinosa…?

R: Sinceramente sono rimasto un pò perplesso nel leggere certe dichiarazioni. La Fondazione, immediatamente dopo la vittoria della candidatura di Roma, è stata considerata da tutti (inclusa la European Athletics) il format più sicuro sotto il profilo organizzativo e quello con maggiori garanzie anche sotto il profilo economico-finanziario. Ma, ad essere sinceri, non c’era l’obbligo di costituirla per forza. Mei, nello specifico, ha avuto carta bianca anche da parte del Consiglio Federale per poter operare al meglio. Poteva nascere, infatti, sia una nuova Fondazione, sia un’altra struttura. Nessuno l’ha obbligato, pertanto, è poco “fair” dare giudizi su chi, invece, la candidatura l’ha vinta. All’epoca fu il successo di una idea, di un sogno, di un gruppo di lavoro che aveva a cuore il mondo dell’atletica. Lui l’ha solo ereditata!

Piuttosto Mei si chieda perché le cose non sono andate, o meglio non stanno andando, nel migliore dei modi. Intanto, se vogliamo parlare di aspetti tecnici, il suo gruppo di lavoro è passato dall’idea di un amministratore delegato a quella di un direttore generale, e se si è perso del tempo preziosissimo (oltre un anno per nominarlo, nda). Qualcuno dovrebbe prendersi le responsabilità di queste scelte.

Adesso, però, l’attenzione deve essere sempre e soltanto sugli atleti, che sono il cuore di tutto il movimento. Onore alla squadra italiana e a ciò che stanno facendo. Oggi è quasi improprio parlare del passato e se lei mi chiede un chiarimento io rispondo come è giusto che sia. Ma solo perché si sappia la verità, non per altro.

Quando qualcuno (principalmente i media, ma anche rappresentanti di altri “mondi”) vorrà vedere le carte di quel periodo sono assolutamente a disposizione. Tutto è alla luce del sole.

foto agenzia Sporteconomy.it

D: Come mai un piano di ticketing con prezzi così alti? Non si sta rischiando un flop in termini di ricavi?

R: Purtroppo, molte delle persone che oggi si occupano del movimento non vantano una esperienza decennale nell’organizzazione di eventi sportivi di questo livello. Per concludere, puntare su prezzi così esorbitanti è stato un grosso errore di valutazione da parte di chi aveva la responsabilità della vendita dei biglietti…Era tutto prevedibile, ma nessuno è intervenuto. Le ragioni di queste scelte di marketing bisogna chiederle a chi sta gestendo l’organizzazione di Roma2024. I prezzi proposti erano e sono assolutamente fuori dai parametri normali. Non erano alla portata di tutte le tasche…Nel primo budget, da me studiato, l’idea era riempire l’Olimpico con tanti spettatori, ma ad un prezzo medio (accessibile per tutti i portafogli). Tutti sanno, per esempio, che fare il sold out nella sessione diurna è difficile, ma coinvolgendo, negli anni precedenti, tutte le società di atletica italiane, ci si poteva riuscire.

D: Che idea si è fatta della promozione studiata per gli Europei di Roma?

R: Non ho mai avuto il piacere di leggere il progetto di promozione di questi Europei, ideato sicuramente almeno due anni prima. Anche per il settore scuole ci volevano più di due annualità di lavoro duro per portare i giovani (a prezzi economici) allo stadio.

D: E le iniziative studiate per le scuole….?

R: Il progetto school day, ad esempio, è concettualmente molto bello, ma doveva partire nell’ottobre del 2023. Non si può pensare di portare gli studenti, anche ad 1 euro per biglietto, negli ultimi mesi pre-evento. C’era bisogno di una programmazione forte, ma con netto anticipo. Come ho dichiarato, sempre a Sporteconomy, non si possono più recuperare gli errori compiuti nel passato. Anche la mattina, per chi l’ha seguita, ha garantito uno spettacolo entusiasmante e un livello tecnico di alto livello, poi è chiaro che tutti aspettano la tarda serata di oggi per assistere alla gara dei 100 metri uomini (dove potrebbe gareggiare Marcell Jacobs, campione olimpico in carica, nda).

D: Ma alla fine le eventuali responsabilità sono individuali o collettive?

R: Se è nata una struttura con questa impostazione, il DG (Paolo Carito, nda), per esempio, è un semplice esecutore di progetti di altri. In più è arrivato poco più di un anno fa. Qui hanno fatto una scelta diversa, e non ci dimentichiamo che Carito non arrivava, tra l’altro, dall’atletica. Tutti i nodi vengono al pettine, sempre. Dal mio punto di vista, in primis, proprio il presidente Stefano Mei, dovrebbe spiegarci meglio tutte le decisioni prese in questi anni, perché oltre ad essere il n.1 della FIDAL ha scelto di ricoprire anche il ruolo di presidente della Fondazione…Nelle precedenti edizioni non vi è mai stato un presidente di un Comitato organizzatore con altri incarichi. E’ un unicum mai sperimentato prima. Ricordo poi che svolgere il ruolo presidente di un COL è un lavoro a tempo pieno, che mal si concilia con quello di una federazione complessa come l’atletica.

Uno dei tanti messaggi promo/sconto collegati al ticketing di Euro2024

D: Le medaglie che stanno arrivando possono aiutare a ridurre il gap lato ticketing?

R: I risultati possono richiamare attenzione sull’evento. Quest’Italia così bella, che non è inaspettata (almeno per gli addetti ai lavori), è un promo continuo degli Europei. Qualcosa si può recuperare, ma non tutto. Tre sessioni ormai sono terminate e non credo che ci sarà il pienone nelle prossime sessioni della mattina. Vedere vuoto uno stadio così bello è un colpo al cuore. Lo è ancora di più quando vedi un’Azzurra (la marciatrice Palmisano) conquistare il primo oro del medagliere.

D: Visti i primi risultati di pubblico non è incredibile che Mei volesse provare anche ad ospitare un Mondiale?

R. Nel vecchio statuto della Fondazione era previsto che la struttura in esame durasse fino al dicembre 2027, per arrivare proprio al passaggio della candidatura di un eventuale Mondiale. Ma bisognava iniziare a lavorare molto prima. Cosa che poi non è successo concretamente.

D: Alla fine i ministri Abodi (Sport) e Giorgetti (MEF) sono stati più che lucidi rispetto al “sogno” mondiale di Mei, poi abortito?

R: Non c’è dubbio. L’evidenza di ciò che è successo (alla fine ha vinto Pechino 2027) lo conferma.

D: Secondo un altro quotidiano, Il Fatto, un dirigente top della “EA” sarebbe arrivato a parlare perfino di “disastro”?

R: Se lo scrive il quotidiano Il Fatto e, nello specifico, il giornalista Lorenzo Vendemiale non ho dubbi che sia vero. E’ chiaro che parliamo di una comunicazione interna, dove si possono scrivere cose anche molto crude. Non è la prima volta che accade all’interno dei movimenti sportivi. Poi alla fine contano soprattutto le comunicazioni ufficiali. Vedremo se alla fine ce ne saranno e di quale tono.

La missiva intercettata dal quotidiano Il Fatto segue lo scoop fatto dalla nostra agenzia nel febbraio 2024 quando svelammo parte di una lettera che European Athletics aveva inviato ai vertici della Fondazione Roma2024 e anche in quel caso il giudizio fu impietoso. Adesso chiaramente si tratta di attendere il finale di questo evento sportivo continentale, perchè gli aspetti più interessanti da valutare saranno gli “economics“, con particolare attenzione ai contributi statali erogati e alle voci di spesa sostenute. Su queste vi saranno serie riflessioni sia in ambito politico che a livello giornalistico.

 

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Marcel Vulpis

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