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1XBet, il primo sponsor della storia “a sua insaputa”

E’ un Paese strano l’Italia. Un tempo era conosciuto come il BelPaese, oggi come il Paese dell’insaputa. Avviene per le case, per i regali (a figli di politici e non solo), per i voti. Adesso è il turno delle sponsorizzazioni. E’ notizia di queste ore, rilanciata dal quotidiano della CEI, l’Avvenire, che la Lega calcio serie A si è legata ad un partner russo del betting, con licenza in una nazione dal nome “esotico”. Si chiama nello specifico 1XBet: non avendo la concessione non può operare sul territorio italiano, essendo priva appunto di autorizzazione pubblica.
La cosa più incredibile è che, come ha dichiarato AAMS, circa 15 giorni fa, è arrivato un documento sul tavolo della Lega, dove si parlava chiaramente dei rischi nel legarsi ad un operatore “oscurato” sul territorio italiano (operativo a livello legale solo in Russia).
L’aspetto ironico della faccenda è che adesso si sta generando il tradizionale teatrino delle parti, dove tutti sapevano, ma nessuno si vuole prendere uno straccio di responsabilità. Alla fine nessuno vuole dire: “…sì, effettivamente, ho deciso io”, perché alla fine (autorizzazione o meno, irregolare o meno) “pecunia non olet”, come dicevano i latini.
Ci sarebbe da quotare una scommessa, magari tra gli operatori regolari, scusate la provocazione, sul fatto se si conoscerà il nome del reale responsabile di questa operazione, inopportuna quanto inutile, oltre che dannosa (probabile l’avvio di una serie di cause incrociate).
Purtroppo, crediamo che, come al solito, partirà il balletto delle competenze, meglio ancora degli addebiti (reciproci), senza conoscere il vero colpevole. L’unica cosa certa è che, ancora una volta, vincerà l’immancabile “a sua insaputa”. Quasi un marchio DOCG del Paese, alla stregua del made in Italy.

 

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Marcel Vulpis

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