All newsAltri eventiCalcioEmergenza CoronavirusFederazioni Italiane

Prof. Ferretti al Panathlon Club Milano: Sarà l’evoluzione della pandemia nelle prossime settimane a decidere le sorti del calcio

A colloquio con il prof. Andrea Ferretti, responsabile sanitario di tutte le nazionali di calcio nel corso del dibattito “Un calcio al virus” organizzato (in video conferenza) dal Panathlon Club Milano

‘Sarà l’evoluzione della pandemia nelle prossime settimane a decidere le sorti del calcio’. Semplice e lapidario il pensiero del Professor Andrea Ferretti, esperto in Medicina dello Sport, Ortopedia e Traumatologia e attuale Responsabile dell’Area Medica delle Nazionali di calcio. Di calcio in tempo di COVID-19, ma non solo, ha parlato il responsabile dell’Area Medica di tutte la Nazionali di calcio nel corso della Conviviale in videoconferenza organizzata dal Panathlon Club Milano e condotta dal Presidente Filippo Grassia.

L’incontro è partito dal ricordo di una vita passata in stretto legame con il mondo dello sport. Dai successi nel volley praticato, alla gestione dei fisici dei calciatori impegnati in Mondiali ed Europei. Con due titoli sfiorati, nel 1990 e nel 1994, al fianco di Azeglio Vicini e Arrigo Sacchi. Su queste basi, era inevitabile fosse il destino della Serie A l’argomento principale dell’evento digitale al quale ha preso parte anche Attilio Belloli, Governatore dell’Area 2 del Panathlon Lombardia. Molte anche le domande poste dai soci tramite il canale Facebook del club. Si è parlato del Protocollo pubblicato dalla FIGC e redatto da una commissione guidata da Paolo Zeppilli ‘a mio parere il più grosso esperto di medicina sportiva in Italia’, ha dichiarato Ferretti. Un documento ‘molto serio e abbastanza articolato, incentrato sulla tutela della salute di tutti i gruppi squadra e non soltanto dei giocatori’, ha proseguito l’ospite collegato dalla propria abitazione romana.

Ferretti ha sottolineato come solo il Governo potrà dare il via agli allenamenti e che dopo le prime 3 o 4 settimane di preparazione ‘sarà necessario approntare un nuovo protocollo per disputare le partite’. Nel frattempo, però, occorrerà capire come muoversi in caso emergesse qualche nuovo positivo nei club. ‘Questo – ha sottolineato l’ex membro della Commissione Medica della UEFA – è un argomento che preoccupa i medici sociali, soprattutto per quel che riguarda la loro eventuale responsabilità legale, e su cui si sta aprendo un tavolo di studio’. Ferretti ha sottolineato anche l’importanza di quello che verrà deciso in Italia rispetto al resto dell’Europa. ‘Perché, come spesso è successo nella medicina dello sport, il nostro paese fa da capofila e rappresenta un punto di riferimento’.

Un discorso importante anche di fronte a chi, come la Germania, sta pensando di tornare presto in campo nonostante i numeri resi noti dal Governo della Signora Merkel non convincano affatto il Professore. ‘I numeri della Germania non sono certi come si può pensare. Dal punto di vista scientifico, infatti, non abbiano avuto ancora nessuna spiegazione al fatto che loro abbiano un’incidenza di mortalità della malattia di circa il 3 % quando il resto dell’Europa e, in parte, del mondo, gira intorno al 13-14%. Forse contano diversamente i morti…’

Sulla possibilità di finire la stagione calcistica e sulle tempistiche, poi, arriva una proposta che darebbe più respiro al mondo del calcio. ‘Perché porre limiti? Potremmo prendere come spunto quanto succederà nel 2022 con i Mondiali invernali in Qatar. Si potrebbe aspettare agosto per finire le Coppe europee e poi riprendere il campionato che potrebbe terminare a ottobre o novembre. Cominciare il nuovo torneo a inizio 2021, fare una pausa estiva per gli Europei e riprendere fino a novembre’. Di certo, per poter anche solo pensare di riprendere, in un momento in cui il ‘concetto di sicurezza è difficile da definire, sono fondamentali i tamponi senza i quali è impossibile tutelare il sistema squadra’. Al di là del calcio di Serie A, però, sarà tutta l’attività sportiva a dover trovare il modo di ripartire. Anche quella importantissima a livello dilettantistico e giovanile, per cui ‘le singole Federazioni o la Federazione Medico Sportiva dovranno emanare un protocollo dedicato. Come andrà fatto per ogni ambito della vita, compreso il rientro a scuola dei ragazzi’, ha evidenziato Ferretti.

Allargando il discorso al di fuori dello Sport, l’ospite del Panathlon Club Milano ha voluto richiamare l’attenzione sul fatto che, secondo le proiezioni, il nostro paese potrebbe arrivare a zero contagi solo alla fine di giugno. ‘Poi, ci vorranno almeno due o tre settimane di quella condizione per poter dire che il virus ha smesso di girare per il paese’. Per questo, ha proseguito Ferretti, non ci si deve far prendere dalla fretta perché con il COVID-19 non si scherza vista l’alta incidenza della mortalità. Pur rimarcando il suo atteggiamento critico nei confronti dell’OMS per ‘non aver affrontato fin dagli esordi il problema come avrebbe dovuto fare’, il Professor Ferretti, che Ricopre il ruolo di Direttore del Dipartimento di Emergenza e dell’Unità Operativa Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale San Andrea di Roma, ha invitato tutti a ‘confidare nella scienza e a sperare che i ricercatori trovino prima di tutto delle cure per fare sì che chi si ammala possa guarire senza correre rischi per la vita e che, poi, si trovi un vaccino che debelli il virus’.

A livello nazionale, poi, la speranza è che questa pandemia permetta di rimettere ordine al sistema sanitario che ha subito troppo l’idea di ‘Ospedale/azienda incentrata sulla questione economica. Il che ha comportato l’abbandono di alcuni settori della sanità e ha fatto sì che le strutture fossero impreparate ad affrontare questa crisi sia dal punto di vista professionale sia da quello organizzativo’, ha evidenziato con un po’ di rabbia Ferretti. Che in chiusura, dopo aver sottolineato il lavoro svolto da chi sta sfidando il COVID-19, è tornato a parlare del suo passato al fianco della Nazionale di calcio ricordando soprattutto i Mondiali del 1994 negli Stati Uniti e la figura di Franco Baresi. Ricordando che giocò la finale e sbagliò uno dei rigori decisivi pochi giorni dopo essere stato operato al menisco. ‘Di lui ricordo la grande responsabilità di uomo quando si è trattato di decidere per l’operazione negli Stati Uniti e il grande comportamento da capitano quando si è trattato di farsi avanti per tirare il rigore. L’importante è tirarlo, magari anche sbagliando’.

Previous post

Sanità italiana: buona, ma con troppe disparità, non solo nord/sud!

Next post

BILL BEAUMONT RI-ELETTO PRESIDENTE DI WORLD RUGBY 

Redazione

Redazione

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *