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SportRadar: dal 2009 ad oggi più di 2.000 partite sospette nel mondo

I mezzi per arginare le truffe, sottolinea il report di Regulus Partners possono essere diversi. Uno dei punti focali è individuato nella maggior interazione tra industria del gaming e i diversi soggetti in campo: gli organismi anticorruzione, le autorità sportive, i corpi di polizia nazionali e internazionali, oltre alle leghe professionistiche, fino all’idea di una nuova entità indipendente, una vera e propria “Intelligence Agency” dell’anti corruzione.

Soluzioni che, come riporta Agipronews, da tempo vengono proposte – e attuate – anche da Sportradar, azienda che in Italia ha stretto accordi con le leghe dei primi tre campionati professionistici (Serie A, Serie B e Lega Pro) per il monitoraggio e la segnalazione dei flussi di gioco anomali e che dal 2009 a oggi ha individuato oltre 2.000 partite sospette nel mondo. “In Italia si è puntato molto sulla prevenzione, sui tour educativi e sui workshop fra i giocatori, in particolare nelle giovanili – spiega Tom Mace, dirigente di Sportradar – con l’obiettivo di informare e mettere in guardia i protagonisti dello sport. Iniziative del genere, purtroppo, non sono una garanzia assoluta, ma i club hanno fatto tutti gli sforzi necessari. Nei casi accertati di combine le sanzioni sono state dure, hanno dato un messaggio forte. La fiducia e la reputazione si basano sulla trasparenza e sulla decisione: le leghe di calcio italiane hanno mostrato a più riprese di avere queste qualità e sono certo che alla fine questo sarà decisivo a vincere questa partita contro i truffatori”.
La battaglia tra chi bara e chi scopre le truffe si gioca tutta sul terreno della tecnologia, che può essere una minaccia, ma anche il miglior alleato. “L’industria delle scommesse ai nostri giorni si fonda su due fattori: la velocità e l’accuratezza delle informazioni – dice ancora Mace – non solo per i vantaggi commerciali, ma per proteggere l’integrità dello sport. E’ quanto fornisce Sportradar ai propri partner”. Altro punto di forza per tenere a bada i “furbetti” è “il lavoro a stretto contatto con le autorità nazionali. I “fixer” aggiornano ed elaborano di continuo i metodi per garantirsi profitti illeciti, noi facciamo un lavoro analogo, investiamo in aggiornamenti per assicurare che si chiudano le porte alle combine nel minor tempo possibile”.

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Redazione

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