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Si incrina l’immagine della Premiership inglese

Qualche anno dopo aver lanciato il modello del business applicato al calcio, la Premiership vede sempre di più incrinarsi la propria immagine di mercato di riferimento. Anzi, secondo l’annuale ricerca Sport+Markt, ripresa dall’autorevole quotidiano inglese The Times, i club della Premier League se la passano peggio della maggior parte dei loro colleghi europei. Nonostante una maggiore esposizione televisiva, il valore totale delle shirt-sponsorship della Barcleys Premiership si è ridotto da 44,1 a 42,7 milioni di sterline (circa 60 milioni di Euro).

L’unica società che regge il confronto con i top-team del Vecchio Continente è ovviamente il Manchester United, il cui contratto da 9 milioni di sterline annui con Vodafone si pone sulla linea delle altre “grandi”.

La Premiership si caratterizza inoltre per una forte concentrazione di investimenti nelle casse dei club di vertice: circa l’80% del valore totale viene ripartito tra sole sei società. Questo significa che le squadre di bassa classifica difficilmente riescono a strappare contratti superiori alle 350.000 sterline (in Germania si arriva a 1,6 milioni). Anche la media della Premiership, che si attesta intorno ai 2,1 milioni di sterline, risulta pertanto inferiore a quelle della Serie A (2,5 milioni di sterline) e a quella della Bundesliga (3,4 milioni di sterline).

Mentre il campionato inglese (audience stimata: circa 600 milioni di spettatori) è in calo, risalgono invece Spagna e Francia. Sempre secondo le rilevazioni Sport+Markt, il valore globale del mercato europeo delle shirt-sponsorship si aggira sui 232,1 milioni di sterline (oltre 330 milioni di Euro).

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Marcel Vulpis

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