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Scommesse – E’ guerra tra operatori italiani e stranieri

Guerra aperta in Italia tra operatori stranieri ed italiani del settore scommesse. Un vero e proprio terremoto, infatti, sta attraversando il Settore delle concessioni sportive. Entro fine anno, secondo quanto risulta ad Agicos.it (agenzia stampa specializzata sul pianeta “beting”), i Monopoli di Stato procederanno al rinnovo delle concessioni ai soggetti che hanno adempiuto correttamente a tutti gli obblighi tributari ed amministrativi.

All’approssimarsi della scadenza, in previsione di un possibile bando di gara per l’assegnazione di ulteriori concessioni, si sta per sollevare un gran polverone. Nel corso degli anni i concessionari sportivi hanno posto sul tavolo del Governo le enormi difficoltà che hanno dovuto fronteggiare, a dir loro causate principalmente da una eccessiva onerosità delle imposte.

Per il settimanale specializzato “Sport & Scommesse” l’assestamento del mercato, che si era aperto nel lontano 1998, ha lasciato sul terreno alcuni morti e molti feriti. Gli oltre 1.000 concessionari che hanno operato nel mercato sono diminuiti fino a diventare circa 780. E alcuni di loro, probabilmente, chiuderanno o verranno chiusi prima dell’inizio del 2006. Ma sulle molte concessioni sane economicamente, si sta scatenando una guerra. Le cause: la maggiore redditività del settore, che nel solo mese di settembre è cresciuto del 25% grazie, anche e soprattutto, all’espansione della rete telematica di molti concessionarie all’allargamento dei palinsesti offerti dai Monopoli di Stato; l’ingresso sul mercato di molti operatori stranieri (BetandWin, Globet, Betshop) che hanno acquisito una singola Agenzia e sfruttano il gioco a distanza per raccogliere scommesse su tutto il territorio nazionale; le offerte di acquisto di molte concessioni, da parte, inizialmente di Snai e, poi, anche da parte di altri operatori forti già presenti sul mercato italiano, hanno portato ad un deciso rialzo del valore commerciale e finanziario delle concessioni. Ma non ci si ferma. Molti di questi soggetti, acquisito un buon livello di conoscenza del mercato, stanno tentando di diventare provider in proprio. Sembra, inoltre, che altre società estere (per esempio il marchio GTech) stiano facendo l’analisi dei costi e dei benefici per valutare il loro sbarco nello Stivale. – riproduzione riservata

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Marcel Vulpis

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