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Rcs va a Cairo, ad un passo dal 50%. Ad Urbano piace più il Corsera che il Toro

I risultati delle due offerte (O.P.A.S.) su RCS portano ad una serie di riflessioni. Quella di Urbano Cairo (patron del Torino calcio), sostenuto da ISP vale il 48,8%, quella di Andrea Bonomi non ha superato il 37,7%), nonostante la cordata in esame presentasse al suo interno soci storici, a partire da Mediobanca.

La Consob si esprimerà a metà settimana formalmente sull’offerta di Cairo. Dovranno essere indicate le opzioni a disposizione del “perdente” (Bonomi). Quest’ultimo potrebbe tenersi le azioni di cui è in possesso o consegnare anche queste al vincitore (Cairo). Molto più probabile la seconda opzione, piuttosto che la prima, per prassi consolidata di Borsa.

Gli analisti prevedono due scenari possibili ulteriori: Bonomi avrebbe pronta azione legale per aprire contenzioso contro decisione Consob. In caso di obbligo di consegna delle azioni al rivale Cairo.
Oppure sempre Bonomi potrebbe raggiungere una quota superiore al 30%. In questo caso rappresenterebbe una minoranza sopra il 30%, costituendo un forte ostacolo a modifiche, per esempio, allo statuto o peggio ancora alla fusione Cairo-RCS. 

Ad uscire totalmente sconfitti sarebbero soprattutto i “soci storici” di RCS, perché in caso di uscita di Andrea Bonomi, Cairo si troverebbe aperta un’autostrada nel controllo totale di “RCS”.

L’impegno mentale e progettuale di Cairo su questo fronte potrebbe portare lo stesso ad un disimpegno (nel medio-lungo periodo) dal Torino calcio, di cui è presidente già da alcuni anni. I tifosi, in queste ultime settimane, gli hanno contestato il mancato acquisto del calciatore azzurro Emanuele Giaccherini (proveniente dal Sunderland in Inghilterra), finito alla “corte” di Aurelio De Laurentiis (SSC Napoli).

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Redazione

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