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Quanto due modelli di sport management diversi possono far riflettere per migliorare il nostro know-how

(di Marco Mazzi)* – Ogni modello di “sport travel” deve essere sempre analizzato nell’interesse di un obiettivo comune,  ovvero perfezionare sempre di più il proprio know-how. Dagli Stati Uniti, alla Cina, al Sud America, alla Francia, e ai paesi dell’Est Europa. Tutte esperienze che rientrano in un contenitore personale chiamato “cultura”.

In questa fase contingente ho ritenuto interessante confrontarmi con un modello completamente opposto a quello dell’Italia e dell’Europa occidentale. Grazie ad una ricerca specifica ed al supporto di Max Cobb, Head of the NGB “National Governance Body“ USA, ho avuto modo di approfondire la conoscenza del modello sportivo “non professionistico” degli Stati Uniti. I contenuti raccolti, mi hanno permesso di analizzare, in modo razionale, un modello sportivo che riesce a produrre un grande numero di prestazioni, risultati, follower (sui social media) e profitto. Tutti elementi necessari per poter mantenere l’aspetto “sociale” del pianeta sport.

In questo “contributo” riporto in breve l’analisi di un confronto che potrebbe far riflettere molti addetti ai lavori. L’obiettivo infatti è capire se esistono modelli da seguire nel settore degli eventi sportivi USA, dove noi italiani potremmo assorbire idee e visioni, che, seppure rimodellate nel rispetto della nostra cultura, possano contribuire a migliorare il nostro universo dello sport-business.

Il modello sportivo USA, è fondato dall’unione di tre elementi: indipendentismo economico dal settore pubblico, passione condivisa da parte di professionisti e manager sportivi  in gran parte volontari, cultura etica sportiva, che, unita a delle incentivazioni fiscali concrete, stimolano ed incrementano il numero delle fondazioni e degli sponsorship agreement, non solo nel mondo delle “NF”, ma anche in quello dello sport studentesco.

Nella foto una immagine di Marco Mazzi

Indipendenza economica dal settore pubblico: negli USA non esiste il Ministero dello Sport, e il NOC USA – “ National Olympic Commitee” (l’equivalente del nostro CONI) è strettamente legato al costante supporto della preparazione Olimpica e alla supervisione, nel rispetto delle regole della carta olimpica e del movimento sociale/sportivo statunitense. Un modello che proietta Federazioni, Fondazioni ed Associazioni, nella formula della “indipendenza”, con la possibilità di reperire risorse per gestire la propria attività sportiva. Solo i progetti dedicati alla qualificazione Olimpica sono supportati direttamente dal NOC.

Un esempio concreto è stato l’annullamento dei “Beach Games 2019”, causa mancanza di fondi (su una mancata conferma da parte di diversi stakeholder privati). Se tutto questo fosse accaduto in Europa probabilmente i governi avrebbero supportato la host-city dell’evento nella gestione di una manifestazione di grande profilo mediatico/organizzativo.

Il procacciamento degli sponsorship agreement, la creazione di fondazioni ad hoc su determinate discipline sportive come nel caso del nuoto USA, o anche il sistema sportivo scolastico, il tesseramento multiservice client/athlete oriented  ed infine il supporto economico delle aziende di broadcasting, confermano come il mercato USA sia sempre più legato dalla filosofia “Sport e Turismo.”

Broadcasting americani  che producono una monetizzazione di supporto al NOC USA  pari al 10%  del valore degli sponsorship fee  offerti in occasioni di eventi internazionali di sport olimpici.

Meritano attenzione anche le Fondazioni, gestite da più di 100 “famiglie” americane,  che oggi supportano una buona parte del sistema dello sport  (incluso quello scolastico). Una economia dinamica con agevolazioni fiscali concrete, portano questo modello di investimento ad essere sempre di più preso in considerazione. In questo momento di grande crisi economica mondiale, dove anche gli Stati Uniti saranno colpiti (nei prossimi mesi) da un grave livello di disoccupazione,  sarà interessante analizzare quali saranno i risvolti di una politica di sport business che non prevede il supporto pubblico.

Sarà anche interessante capire come il modello europeo “non professionistico” cercherà di recuperare una sostanziale solidità economica.

Volontarismo professionale sportivo: La maggior parte degli addetti ai lavori presso le “NF”, associazioni e Fondazioni, sono volontari. Non deve esser fatto però l’errore che il termine “volontario” porti ad una idea di scarsa professionalità. Dal punto di vista accademico c’è una grande differenza tra professionismo/professionista e professionalità. Il lavoro svolto sia dai manager che dagli addetti ai diversi dipartimenti viene portato avanti con un know-how e una responsabilità tale da poter essere assolutamente preciso, attendibile e risolutivo. La passione è trasferita anche ai citizens delle città ospitanti, veri e propri steward dell’evento sportivo. Spesso offrono vitto e alloggi free ai volontari, nella maggior parte dei casi over 60, contribuendo al contenimento dei costi dei comitati organizzatori locali.

Cultura etica sportiva: Un tesoro culturale e sociale che viene impostato con energia positiva, grazie al sistema scolastico, supportato dalle fondazioni e spinto anche da una  trend sociale che il sistema americano tende a trasferire nel “sistema scuola”, investendo non solo nelle infrastrutture ma anche nei giovani atleti. Cito un esempio interessante sul dipartimento sportivo dell’Università di Arkansas,”https://arkansasrazorbacks.com/staff-directory”un organizzazione simile a quella delle nostre migliori federazioni sportive europee, che fa della passione e del team working la sua forza . Negli Stati Uniti l’essere stato un sportivo, porta benefici anche nella selezione delle risorse umane, grazie ai valori che lo sport tramanda e rappresenta.

La scuola è sicuramente il leverage di una legacy sportiva giovanile, che, oggi,  vanta più dell’80% dei medagliati olimpici del Team USA, tutti provenienti dal sistema scuola dei college. Non tutti gli sport Olimpici e non Olimpici sono  praticabili nelle scuole . Oggi negli Stati Uniti si tende a dare priorità solo a determinati sport per tradizione e importanza quali American Football, Baseball, Swimming, Basket, Soccer, Rugby, Atletica, Ginnastica e Volley. Un sistema fondato non solo sulla pratica sportiva ma anche sul business sport management , che cerca di monetizzare il più possibile  vedi il merchandising, il ticketing e l’organizzazione di eventi  con un interesse trasversale, ovvero non solo legato allo sport del giorno.

In questo “contributo” sono state illustrate le caratteristiche del sistema sportivo USA, che dimostra, in modo pratico e tangibile, quanto sia importante la monetizzazione anche nel mondo dello sport non professionistico  ed in particolare di ogni singolo  loro evento. Rappresenta la leva per poter migliorare la pratica sportiva, la diversità delle classi sociali,  con il conseguente aumento degli spettatori (verso i quali si monetizza  ogni singolo servizio dedicato all’evento attraverso lo slogan “ Let the people and fans spend”). Un modello, quello USA,  che potrebbe darci una visione di come lo sport europeo potrebbe costruire un “paracadute di emergenza” in caso di necessità, o anche come poter ambire, ancora di più, ad un miglioramento in funzione di una nuova stabilità economica.

 

 

 

 

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