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Per Swimbiz partono i giochi per la poltrona della presidenza FIN


(fonte: Swimbiz.it) “…Che il Tosi miri alla leopolda e a gestirne le conseguenze da consigliere è quasi certo. Improbabile la presidenza. Meglio il politically correct del proporre e sostenere il quarantenne del nuo(v)to corso il trepuntozero idea dopo la debacle del precedente affondato (sessantenne) Giorgio Quadri. Se la squadra è da formare, qualche idea sul quarantenne leader da opporre alla corazzata barelliana circola già, secondo fonti riferibili anche a ambienti Coni. Potrebbe essere un brillante manager come il Dao (dal nome della sua società) Stefano De Alessi (foto). Torinese, romano di adozione, il sempre impettito, glam e sottotraccia De Alessi è già un total inside in vasca. Conosce ambienti fondamentali(Aniene) e tratta con presidenti di società tutto l’anno. E’ lui il manager più richiesto dai siluri azzurri, daPellegrini a Paltrinieri e non risparmia certo il suo peso in materia, un mix di ambizione e risultati a portata di mano, ora che è anche il marketing del più complesso mondo Coni. Un Raiola del nuoto per intenderci, abituato fin da piccolo a pensare in grande e a sviluppare sinergie da salotto romano. Il Leopoldo potrebbe essere lui, per buona pace di quelli che sperano ancora di non morire barelliani”. 


La tesi esposta da Swimbiz.it è sicuramente suggestiva. Stefano De Alessi ha una approfondita esperienza nel mondo dello sport-business. Partito nel calcio come referente italiano di Havas (centrale di sports-marketing francese) ai tempi della AS Roma dei Sensi, ha poi proseguito anche durante l’attuale gestione americana targata James Pallotta. Certamente diventa difficile capire come potrebbe uscire dal “vulnus” di un possibile conflitto di interessi, visto che oggi gestisce molti dei campioni di nuoto della FIN, inclusa Federica Pellegrini, di cui è manager. La FIN avrebbe bisogno di un presidente-manager alla De Alessi, ma l’imprenditore torinese dovrebbe rinunciare ad un impero economico costruito anni fa, che oggi è una macchina da guerra in termini di sponsorizzazioni e contratti commerciali. Oggi i presidenti delle Federazioni, guadagnano mediamente tra i 30 e i 40 mila euro annui, al netto dei rimborsi spese per trasferte e viaggi di lavoro. Chi sarebbe così sciocco da lasciare un impero a sei zeri per uno nettamente inferiore? Certamente servirebbe, ripeto, un presidente-manager come De Alessi, ma ci vorrebbe una delibera ad hoc, che creerebbe però un pericoloso precedente nel più o meno tranquillo mondo della galassia federale CONI. 

Indiscrezione degna di nota, quella pubblicata sul portale Swimbiz.it, dedicato all’economia del nuoto. Si parla infatti dei possibili candidati per le prossime elezioni, post RIO2016, per la poltrona di presidente della FIN. 

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Marcel Vulpis

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