(di Gianni Bondini)* – Fanno tutti finta di niente, tranne Giovanni Malagò e Luca Pancalli, che sono amicissimi del politico in questione, ma è la prima volta dall’avvento della Repubblica, che, in Italia, c’è un vero e proprio Ministero dello Sport, senza se e senza ma. Qualcuno si arrampica sui vetri (che non è un modo di fare attività fisica ma di farsi del male, chiamando in causa i precedenti di Giovanni Melandri e di Josefa Idem).

Il neo ministro dello Sport, Luca Lotti (al centro della foto)

Sbagliando, perché queste grintose e belle Signore guidavano ministeri dalla sigla un po’ pasticciata, in condominio con le attività giovanili e lo sviluppo sociale. Ma l’etichetta chiara e precisa col nome chiarissimo dello Sport non era mai stata evocata. Solo questo governo un po’ balneare e un po’ continuativo dell’ esperienza Renzi ha messo nero su bianco che il Coni non è più il solo titolare dell’attività agonistica, sia professionistica che dilettantistica.

Ora c’è il ministro Luca Lotti.E sia Malagò che Pancalli hanno brindato perché, se ci permettete una battuta “con Lotti non Lotti“. Ma la domanda che ci poniamo è basilare. Con un altro governo, meno amico della dirigenza del Coni, che cosa potrebbe succedere? Speriamo ci sia un’assunzione di responsabilità di chi guiderà il Paese a pensare anche allo Sport.

Così vedremo se “doping” e questioni fiscali resteranno sotto l’ombrello a cinque cerchi o non finiranno sotto l’occhio indagatore dell’inquirente pubblico. L’unico errore della politica per questa nomina è di aver lasciato a secco il Ministro Lotti, che non dispone di un bilancio in proprio. E chi non ha soldi conta meno. Intanto, però vediamo il 19 prossimo venturo nel salone d’Onore del Coni come si presenterà il nuovo ministro dello Sport (per questa data era atteso inizialmente l’ex Premier Matteo Renzi). Assisteremo a un “Caro Luca e caro Giovanni“…ma gli inquilini passano e la targa sul portone resta.

• giornalista e scrittore sportivo romano