Mondiali di calcio Russia 2018 a rischio reputazione per ragioni geopolitiche
(di Simone Franceschin) – A poche settimane dal fischio d’inizio del campionato del Mondo in Russia, la campagna mediatica dei brand affiliati alla competizione appare essere in ritardo sui tempi previsti. Nel caso della rassegna brasiliana del 2014, ad esempio, gli sponsor si erano mobilitati mesi in anticipo, creando contenuti pubblicitari che coinvolgevano i calciatori protagonisti e rilanciando il loro messaggio su tutte le piattaforme. Non è difficile immaginare la ragione di tale cautela.
Le accuse di corruzione che hanno colpito la FIFA, negli ultimi anni, hanno lasciato il segno, soprattutto per quanto concerne l’attrazione che l’organizzazione internazionale di governo del mondo del cacio genera nei confronti delle aziende, con compagnie del calibro di Sony e Johnson & Johnson, che hanno deciso (per esempio) di non rinnovare i propri accordi oltre il 2014. In più, le recenti evoluzioni geopolitiche non hanno certo rafforzato i rapporti tra Occidente e Russia (come il supporto al regime di Assad durante la guerra civile siriana, le accuse di aver tentato di assassinare una presunta ex spia su suolo britannico e la tutt’ora in corso indagine sulle supposte ingerenze nelle ultime elezioni americane). Tutto questo potrebbe riflettersi negativamente sull’immagine della prossima Coppa del Mondo in terra di Russia.
Tuttavia, ci sono ragioni per credere che una volta che le squadre inizieranno a giocare, tutti gli eventi negativi suesposti verranno dimenticati e la travolgente passione per il calcio sarà il motore propulsivo della rassegna iridata. L’istituto britannico GlobalWebIndex, in un sondaggio effettuato su un campione di 80 mila persone, ha stimato come il 47% della popolazione seguirà i Mondiali in TV o su Internet, cifra che sale al 65% in America Latina. Con numeri come questi, gli sponsor brand non dovrebbero avere motivi di preoccupazione.
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