Punto e a Capo

Milano vs Roma: guerra fratricida per il 2016

Ci risiamo, ancora una volta è scontro Milano-Roma , questa volta per la candidatura ufficiale italiana per le olimpiadi del 2016.
Cui prodest? Sembra più una querelle politica tra Cdl e Ulivo, considerato che i primi governano, con Albertini, Milano da 10 anni e Roma è in mano alla sinistra con Rutelli e Veltroni da 15 anni. Due gestioni diverse, due città diverse, con l’obiettivo comune però di risultare l’una più importante dell’altra, anche a scapito dell’interesse nazionale.

Sembra di essere tornati ai tempi dei Guelfi e Ghibellini, o peggio dell’Italia dei “Comuni”, tutti contro tutti. Eppure la valenza di una candidatura olimpica è fortissima, per tutte le considerazioni economiche che abbiamo sempre fatto in occasione delle altre olimpiadi. Alla fine, se il Coni sceglierà Milano o Roma, le possibilità di successo saranno comunque scarse. Dopo Londra2012, sarà difficile ottenere un’altra olimpiade in terra europea nel 2016, più probabile che il paese vincitore sia in Sud America o perché no in Africa.

Certo Milano aveva presentato la sua candidatura molti mesi prima di quella poi ufficializzata dal sindaco Veltroni per la Capitale, ma è indubbio che al momento Roma, parte avvantaggiata nella scelta finale del Coni anche dal punto di vista delle infrastrutture sportive (si pensi agli investimenti milionari che verranno fatti nella capitale per i mondiali di nuoto del 2009).

Cosa dobbiamo attenderci allora? Sarebbe bello un passo indietro di una delle due candidate, cosa però “fantasportiva”, a meno che il Coni ed il Governo non accontentino entrambe le città, spingendo tutti insieme per una candidatura che diventerebbe “italiana”, dando alla città “perdente” un piano di infrastrutture (sportive e non) da realizzarsi ugualmente entro il 2016, per poter essere comunque uno dei due snodi centrali, in caso di una vittoria finale della città candidata ufficialmente. Se il Coni scegliesse Milano, in questo modo, Roma sarebbe ugualmente spinta a supportare la candidatura olimpica della città “concorrente”, e viceversa. Entrambe otterrebbero così vantaggi e visibilità, pur non risultando, una delle due, come l’Host City ufficiale.

Vedremo se si riuscirà a mettere da parte il solito campanilismo e se Coni e Governo (il futuro intendiamo) saranno in grado di fornire alla città esclusa importanti rassicurazioni in termini di investimenti. (riproduzione riservata)

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