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L’Europa dichiara guerra alle combine sportive

(di Andrea Ranaldo) – Le Camere di commercio europee hanno recentemente unito le forze per combattere la corruzione e per proteggere le PMI dalle distorsioni del mercato attraverso l’ “ACTS Project” (Anti-Corruption Toolkit for SMEs). Una battaglia dalle mille sfaccettature, che ha portato Unioncamere Europa, in collaborazione con Eurochambers, a organizzare un workshop dedicato esclusivamente alla lotta contro le combine sportive. L’evento, organizzato a Bruxelles, ha visto la partecipazione di tutti i più importanti attori comunitari, inclusi i rappresentanti della Commissione europea e del Parlamento europeo.

Grande protagonista, fin dalle prime battute, è stato Paolo Bertaccini, coordinatore del progetto “Anti-Match-Fixing Formula Project” (AMFF), che ha illustrato nel dettaglio gli obiettivi e i risultati del proprio lavoro. Coordinato dall’Ufficio per lo Sport del Governo italiano e cofinanziato dalla DG Home della Commissione europea, l’AMFF si propone l’obiettivo di sviluppare un modello europeo integrato pubblico/privato per la prevenzione del match-fixing attraverso la selezione e la condivisione di buone pratiche.

Lo scopo non è limitarsi ad ottenere nuovi report sul fenomeno, ma contrastare concretamente la problematica aggredendola attraverso i suoi attori principali: da poche settimane, infatti, è stato creato il sito www.rischioreatosport.it grazie al quale atleti, dirigenti, tesserati, federazioni e società sportive potranno fornire testimonianze di reali, o potenziali, casi di combine in forma totalmente anonima.
L’implementazione in tutta Europa di un così pratico sistema digitale di segnalazione renderebbe, secondo Bertaccini, molto più efficace la battaglia su scala internazionale.

Altrettanto interessante è stato l’intervento di Ludovico Calvi, consigliere di amministrazione di Lottomatica Scommesse Srl e neo-presidente di Global Lottery Monitoring System (GLMS). Calvi ha sottolineato come esistano due tipi di match-fixing: uno sportivo (per ottenere una promozione, evitare una retrocessione, ecc.), e uno legato alle scommesse, focalizzando la propria attenzione su quest’ultimo. GLMS riceve ogni mese dalle 80 alle 120 segnalazioni di potenziali combine, che si traducono in circa 10 casi conclamati. Calvi ha portato anche un esempio pratico del proprio lavoro: alcune settimane fa l’allarme è scattato per una partita di seconda divisione. Già dal lunedì precedente si era registrato un anomalo volume di giocate sul risultato finale di 4-0, per di più in un’area geografica molto circoscritta. Non solo: nei giorni seguenti, il portiere della squadra pronosticata “perdente” si è infortunato, e persino l’arbitro è stato sostituito. Tutti fattori che hanno portato la GLMS a chiedere la sospensione delle giocate. Risultato finale: 2-0. Non è ancora stato chiarito se si sia trattato di una pura casualità, o se siamo di fronte a un caso di combine non riuscita.

Le conclusioni sono state affidate a George Paterson, membro della Sport Unit della Commissione europea. Paterson ha confermato l’impegno delle istituzioni nella lotta al match-fixing, auspicando che l’UE possa presto ratificare la Convenzione Magglingen, atto non vincolante del Consiglio d’Europa sulla manipolazione delle competizioni sportive. Ad oggi, la sua approvazione in sede comunitaria è fortemente osteggiata da Malta sotto le pressioni della propria industria di scommesse (sul suo territorio vi sono almeno 180 quartieri generali di betting company), che vede, nella Convenzione, un possibile ostacolo per i propri affari. Tuttavia la trattativa è serrata, e l’impressione è che molto presto potrebbe essere sancito l’accordo definitivo. L’Italia, dal canto suo, si è già portata avanti con il lavoro, e aspetta solo il via libera dell’UE per votare il testo in Parlamento.

 

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