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L’epidemia da Coronavirus rischia di far crollare il sistema calcio italiano

L’emergenza Coronavirus sta producendo e produrrà danni economici importanti anche alle aziende del pallone. Un crac inevitabile per chi versava già in condizioni di sofferenza ed aveva conti non in ordine. Allarme che riguarda numerosi club ma non la Salernitana. Il club granata dovrebbe uscire economicamente sano e salva dall’emergenza Coronavirus. Lo afferma Marcel Vulpis, direttore dell’agenzia Sporteconomy.it in una intervista a Pasquale Tallarino sul quotidiano Il Mattino.

“Alla ripresa dell’attività agonistica, nella migliore delle ipotesi a maggio, il calcio farà i conti con ingaggi, store chiusi, abbonamenti, contratti televisivi” ha spiegato Vulpis

“Le tre categorie partivano da una esposizione debitoria complessiva di 4,2 miliardi di euro con il sistema creditizio, a fronte di 3,5 miliardi di euro di ricavi, report Figc-Arel 2019 (nella foto l’immagine di Gabriele Gravina presidente FIGC) sui dati 2017-2018. A fine stagione, potrà esserci uno spettro fallimento per l’effetto del coronavirus o con l’effetto del coronavirus”.

Secondo Vulpis dunque sarà fondamentale l’apporto delle famiglie che controllano le società: “Per evitare il tracollo, ci sarà bisogno delle famiglie. Non solo a quelle che devono ritornare a popolare gli stadi. Conteranno anche le famiglie al timone dei club: supererà il guado chi avrà liquidità in cassa oppure solidità economica per intervenire con il portafoglio dell’investitore; pagherà dazio chi ha fondato il proprio modello gestionale sull’autofinanziamento”.

È il caso della Salernitana: “In Serie B è tra le società con famiglie solide alle spalle, come il Frosinone che ha Stirpe e lo stadio, come il Benevento che ha Vigorito, il Chievo Verona, il Cittadella. Tutti i serbatoi segneranno rosso fisso ma i club meno a rischio sono quelli che potranno rilanciare attraverso un intervento straordinario dei presidenti, patron e co-patron: in Serie A la Juventus, l’Inter, la Lazio, il Napoli, il Cagliari, l’Hellas Verona, l’Udinese, l’Atalanta, il Sassuolo che tra sponsorizzazione dello stadio e sponsorizzazione della maglia fattura 14 milioni di euro.

In merito alla questione dei playoff per concludere il campionato di Serie A, Vulpis sostiene che “c’è un contratto con Sky e Dazn. È vincolante: la Lega si impegna a garantire il regolare svolgimento del campionato ma adesso non può. Sky ha già anticipato soldi o comunque deve farlo con le ultime tranche. Sky più Dazn è una torta da 300 milioni di euro. Se Sky chiede la restituzione perché non ci sono partite, tanti club non potranno sopperire. I playoff, dunque, sarebbero una ciambella di salvataggio, perché rappresenterebbero – per appeal, eccezionalità, eco mediatica – una specie di Super Bowl all’italiana, un evento da ‘caricare’ in tutti i modi per creare audience, ritorno d’immagine, in grado di assorbire da solo ilmancato introito, prima televisivo e poi al botteghino, di tante partite congelate. Tra mercato domestico ed estero la torta per le tv è di 1 miliardo e 343 milioni di euro”.

Un altro nodo è rappresentato dagli abbonamenti: “Ci sono club che per contratto non prevedono il rimborso – pure Juventus, Inter, Atalanta – e altri che invece contemplano questa possibilità, ad esempio il Milan. Pure gli abbonamenti sono un anello di una catena che comincia a non avere più olio per girare. Il merchandising, ad esempio, non è più una priorità per il tifoso”

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