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La FIH si prepara al voto, con nuove regole contestate dagli addetti ai lavori, ma, sulla giustizia sportiva, mancano ancora molte risposte

Questo, in minima parte, eliminando una serie di società, è stato raggiunto, ma, a sorpresa, nei giorni scorsi, è stato presentata una tabella voti da parte dello stesso commissario, che annulla il peso elettorale dell’intero settore giovanile dell’hockey su prato, sbilanciandosi  invece sulle squadre dell’A1 maschile e femminile. Nella realtà si dovrebbe andare  di nuovo al voto (il prossimo 10 maggio) con le stesse regole dell’ultima elezione, ma al “netto”  di una serie di società che non dovevano essere ammesse al voto. Questo vorrebbe o chiederebbe  il buon senso e la democrazia in termini di rappresentatività.


Sarebbe bastato questo e, invece, si è arrivati ad una tabella voti totalmente sbilanciata sotto il profilo della rappresentatività democratica interna. il tutto, poi, potrebbe essere ratificato nella prossima Giunta Coni a pochissimi giorni dal voto. Un pericoloso precedente nella storia della galassia  delle federazioni riconosciute dal CONI. 


C’era bisogno di tutta questa urgenza? O forse sarebbe stato meglio concentrarsi sulla giustizia sportiva?

Forse è il tema della giustizia  sportiva l’anello debole su cui concentrarsi, per fare chiarezza; per spiegare, se, in tutti questi anni, i comportamenti gestionali (in seno alla FIH, soprattutto in tema di “affiliazione” e di “certificazione” di attività sportiva) siano stati tutti corretti.


Speriamo che nella prossima Giunta CONI questa delibera venga sospesa e si vada,  comunque, a votare con le vecchie regole. Ovvero solo con società che meritano di rappresentare questo settore, perché hanno una attività sportiva “certificata” (che siano di A1 o giovanili poco conta – l’importante è che siano attive sul territorio).  E’ stato scelto, invece, un criterio che toglie, a soppressa, i voti all’attività giovanile, al campionato nazionale di serie B maschile e A2 femminile, lasciando inalterato il punteggio dei campionati maggiori. 


Non sta a noi decidere chi debba vincere il prossimo 10 maggio (non a caso in questo articolo non facciamo i nomi né dei possibili candidati,  né di chi è stato, a torto a ragione, coinvolto dalla giustizia sportiva sulla base del suddetto report ispettivo del CONI)  ma, certamente, sta a noi chiedere al commissario Matteoli di fare ulteriore chiarezza, giustizia e di mettere tutti i potenziali candidati nelle stesse condizioni di gara, all’interno della prossima tornata elettorale. E soprattutto di utilizzare un metodo quanto più trasparente, o almeno non peggiorativo rispetto al passato. 


Parliamo del principio  base della democrazia. Tutti devono avere le stesse opportunità di competere e di essere in gara con regole chiare e non modificabili a pochi giorni di un’assemblea federale. 


 Adesso commissario Matteoli, a distanza di 8 mesi dal commissariamento, la priorità non è la tabella voti che si vuole proporre modificata per la prossima giunta CONI, ma le risultanze legate al tema della giustizia sportiva

Sono sotto esame le attività di ben due consigli federali. Si può andare al voto con una inchiesta ancora aperta? Secondo noi, no. 

Troppe ancora le ombre da far svanire, prima del prossimo 10 maggio. Agli addetti ai lavori del CONI la risposta. A ciascuno il proprio lavoro. A noi giornalisti solo quello di scuotere le coscienze e di porre l’indice su un tema ancora più importante: l’assunzione delle responsabilità anche, e soprattutto, a livello di politica sportiva. Noi crediamo molto nel “rigore” del commissario Matteoli. 


Adesso, però, è tempo di porre in atto alcune azioni di trasparenza e giustizia (in ambito sportivo). Lo chiede l’intero movimento degli hockeisti, soprattutto quelli che vivono lontani dai riflettori della massima serie e investono a titolo personale (mettendo mano al portafoglio) per portare degli allievi o dei giovani atleti in giro per l’Italia a giocare. Attendiamo fiduciosi!

Le intenzioni del commissario Claudio Matteoli erano assolutamente buone. Altrimenti il CONI non avrebbe appunto commissariato, mesi fa, la Federhockey su prato (FIH).  L’obiettivo era fare luce su alcune tematiche emerse da una accurata indagine degli ispettori CONI. Si puntava a fare chiarezza su una serie di interrogativi come, per esempio, l’eventuale presenza di società che avevano un peso elettorale significativo, ma che non avevano mai fatto attività sportiva. 

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Marcel Vulpis

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