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Impiantistica sportiva al centro del progetto di Roma2024


Diverse le “caselle” (tra queste oltre al presidente Luca Cordero di Montezemolo anche il vice Luca Pancalli, che, oggi, ha ospitato la 1033ima Giunta presso la sede del Comitato Italiano Paralimpico, di cui è Presidente), che si stanno inserendo nell’organigramma voluto da Giovanni Malagò, presidente del CONI e principale fautore di questo progetto, che vede il premier Matteo Renzi decisamente in prima fila accanto al numero uno dello sport tricolore. Da qui all’autunno 2017, quando il CIO annuncerà il nome  dell’host-city olimpica, molto c’è ancora da fare e probabilmente i principali nemici di Roma2024 non sono all’esterno, ma all’interno. “Fuoco amico”, che è già esploso su diversi media , soprattutto quando si è parlato della nomina di Luca Cordero di Montezemolo (già numero uno di Italia ’90) nel ruolo di presidente del comitato promotore.

Uno dei temi più importanti è quello dell’impiantistica, dove certamente non brilliamo per modernità e funzionalità. Per quanto si possa ragionare su soluzioni “temporanee” (come la realizzazione di venue smontabili a fine evento) è importante soffermarsi sulla “legacy” da lasciare, appunto in eredità, al termine dei Giochi, alle diverse discipline olimpiche, se Roma dovesse vincere l’assegnazione di questa importante edizione a cinque cerchi, dopo la kermesse “storica” del 1960.

L’impiantistica è un nodo cruciale da risolvere e da valorizzare nel dossier che verrà presentato al CIO. Roma ha una serie di strutture sportive e molte di queste non possono essere considerate moderne o confortevoli. Ecco perché diventa strategico sfruttare al massimo questa opportunità. Roma, grazie ai Giochi nel 2024, può diventare una metropoli finalmente internazionale e come è avvenuto in occasione dei Mondiali di calcio di Sudafrica2010 il parco-impianti può rappresentare il tasso di modernità (insieme alle infrastrutture di supporto) del paese, sotto i riflettori dei media internazionali. 

L’idea di appoggiarsi a delle strutture “temporanee” come era previsto per esempio nel dossier precedente (quello messo in campo dall’ex sindaco Gianni Alemanno) può, pertanto, essere un’opzione, ma non quella primaria. Ci sono discipline olimpiche che possono trovare in Roma2024 la loro definitiva consacrazione e l’occasione per far crescere l’intero movimento (penso solo, per esempio, alla pallamano tricolore). E’ sotto gli occhi di tutti gli addetti ai lavori, ecco perché sottolineo è importante non perdere questa chance che ci stiamo giocando. Giusto pensare ad un comitato attento al rigore dei costi, ma sui progetti dell’impiantistica dobbiamo mostrare il nostro valore: creatività e genio tricolore, chiamando magari chi si è distinto in Italia e all’estero per costruzioni ed impianti di avanguardia.

E’ chiaro che gli americani non staranno a guardare e se dobbiamo pensare al punto di forza dei rivali a stelle e strisce è sicuramente la “vicinanza” commerciale con i network tv interessati al prodotto Olimpiade.

Prosegue il percorso di avvicinamento di Roma per l’assegnazione dei Giochi estivi del 2024. La capitale d’Italia, in attesa di comprendere le ambizioni di Berlino e/o Parigi, è già in gara con la rivale più agguerrita sotto il profilo economico: Boston (nella foto la visita di Giovanni Malagò al presidente FIGH, Francesco Purromuto, in occasione della Final Eight di Coppa Italia maschile a Siracusa).

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Marcel Vulpis

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