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Ilardi-Schiuma: Ecco perchè l’Azionariato Popolare può diventare un motore di sviluppo per il calcio italiano

Grazie alla recente lodevole iniziativa di Interspac, proposta da Carlo Cottarelli, si è prepotentemente tornati a parlare di Azionariato Popolare nelle società di calcio, di Serie A e non solo.

Si tratta di un possibile “nuovo” motore di sviluppo e trasformazione dell’industria del calcio in grado di contrastare la crisi finanziaria dei club, crisi che se ignorata e non efficacemente contrastata, rischia di minare la sopravvivenza del sistema italiano del pallone.

Grazie all’esperienza professionale che ci ha visti coinvolti già 10 anni fa nella realizzazione (seppur simbolica) del primo ed unico esempio concreto di Azionariato Popolare della serie A italiana (MyROMA), vorremo contribuire a fare luce su questo strumento che nasce originariamente in Spagna, quando i club in tutta Europa avevano ancora la forma giuridica di associazioni sportive e che è “florido” in Germania.

Sono 4 le caratteristiche ineliminabili di qualsiasi progetto di Azionariato Popolare: democraticità dell’organizzazione (una testa un voto); assenza dello scopo di lucro (gli utili del trust non possono essere ripartiti tra i singoli soci e vanno interamente reinvestiti per il perseguimento dello scopo sociale); assenza di limiti all’ingresso nel trust; sostenibilità del contributo (quota associativa di adesione, impegnativa ma accessibile a tutti).

In Italia – allora (10 anni fa nel caso della Roma) come oggi – in assenza di una normativa nazionale specifica, la forma giuridica più idonea a veicolare l’Azionariato Popolare in una spa (peraltro quotata nel caso della Roma) e più in linea con quanto già sperimentato con successo a livello europeo ci parve quella di un’associazione riconosciuta del libro I del Codice civile: un soggetto giuridico chiamato a partecipare al capitale di una spa (che assicurasse le 4 caratteristiche sopra descritte) e che non fosse tale da destare il dubbio di realizzare una sollecitazione del pubblico risparmio, trattandosi di una iniziativa associativa spontanea degli stessi tifosi.

Il progetto di MyRoma a suo tempo era stato preliminarmente presentato al Parlamento Europeo ed ufficialmente avvallato dall’UEFA.  Va sottolineato inoltre che la realizzazione dell’Azionariato Popolare per la Roma, seppur in maniera simbolica, fu possibile in quanto la AS Roma era ed è quotata in borsa. Non fu, quindi, necessario un preventivo accordo con il club che, seppur interpellato e reso edotto dell’iniziativa (era l’epoca della prima proprietà americana), non mostrò, nei fatti, un particolare entusiasmo nei confronti dell’iniziativa.

In tale contesto, anche grazie alle novità normative allora appena introdotte nel TUF e, dopo aver interpellato la Consob, consentimmo a MyROMA di partecipare alle assemblee della AS Roma S.p.A., sia come azionista (nell’interesse dei propri associati), sia come delegata, in rappresentanza degli azionisti di minoranza, in quanto promotrice di una sollecitazione di deleghe di voto.

Più difficile, seppur a livello teorico, ci sembra ora il compito di Interspac, essendo l’Inter una società di capitali non quotata nel mercato regolamentato. Non troverebbe, infatti applicazione il TUF con le sue regole in materia di sollecitazione delle deleghe di voto e di tutela delle minoranze; non sarebbe possibile reperire azioni sul mercato regolamentato e, soprattutto, qualsiasi progetto od iniziativa non potrebbe prescindere da un accordo con la società Inter e con l’azionista di maggioranza.

Tuttavia, al di là degli aspetti tecnici e delle peculiarità dei singoli casi concreti, riteniamo che anche in Italia siano finalmente maturi i tempi per realizzare progetti di Azionariato Popolare che possano affiancare le proprietà, apportando risorse economiche e, allo stesso tempo, ponendosi come “garanti” degli interessi dei tifosi ed interlocutori tra questi ultimi e le società.

La vicenda della Super Lega (al di là delle modalità cui è stata proposta), ci ha insegnato che il successo di qualsiasi progetto ed iniziativa nel mondo del calcio non può prescindere dai tifosi.

Siamo fermamente convinti che l’Azionariato Popolare possa funzionare sin da subito anche in Italia ma, allo stesso tempo, anche al fine di uniformare le diverse posizioni sul tema, auspichiamo  l’approvazione di una legge nazionale ad hoc la quale, come in Germania, ne disciplini le modalità di attuazione e, prima ancora, stabilisca che ogni società calcistica professionistica debba avere, per iscriversi al campionato, una partecipazione minima di capitale (anche simbolica) riservata all’Azionariato Popolare, nel rispetto delle caratteristiche e dei principi descritti.

  • contributo del Prof. Avv. Laura Schiuma e dell’Avv Pietro Ilardi dello Studio Nunziante Magrone (già legali progetto di azionariato popolare per la Roma). – (nella foto in primo piano)  
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