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Il SuperBowl NFL è l’evento di sports-entertainment per eccellenza a livello mondiale

A distanza di una settimana dalla 57ima edizione del SuperBowl (2023) di football americano (nella foto in primo piano il logo di quest’anno), che ha visto i Kansas City Chiefs vincere sui Philadelphia Eagles per 38-35 (con un calcio ad otto secondi dalla fine del match), è tempo di commenti e riflessioni su quello che tutti gli addetti ai lavori considerano l’evento di sports-entertainment per eccellenza a livello mondiale. Uno dei punti di forza di questo format è la copertura tv assieme alle attività di intrattenimento che vengono studiate, fin nei minimi particolari, sia all’interno dello stadio (quest’anno si giocava alla University of Phoenix stadium) che nella village area per tutti coloro che non possono permettersi di spendere migliaia di dollari per seguire dal vivo l’evento. 

La NFL, nel 2021, ha siglato una collaborazione sui diritti audiovisivi (della durata di ben 11 anni) per oltre 103 miliardi di euro (in questa cifra vi è anche chiaramente la stagione regolare del campionato). Fanno parte dell’accordo quadro in esame network e aziende del calibro di Cbs, Espn, Fox, Nbc e Amazon.

Con una media di 150 milioni di telespettatori (e 60 milioni a livello internazionale), la finale del campionato di football americano (NFL) è stato il programma più seguito nella storia della televisione USA.

Solo gli spot pubblicitari, durante la notte del Super Bowl, hanno generato quest’anno 490 milioni di euro di ricavi (con in media la presenza di 75 inserzionisti pubblicitari). Amazon e Google, infine, possono vantare, fino ad oggi, il record dello spot più costoso (si tratta per la cronaca di un 90 secondi del valore di 15,7 milioni di euro nell’edizione del 2020).

Una immagine recente di Marco Mazzi 

Cifre decisamente elevate, ma potenzialmente di mercato, se si prendono in considerazione i pacchetti all-inclusive (venduti dal rivenditore ufficiale NFL, nda), situati sulla linea delle 35 yards (con accesso al campo nel post partita incluso). Il secondary market genera un prezzo dinamico attraverso lo studio e il monitoraggio della forza di acquisto del singolo spettatore americano in particolare in questa edizione del Super Bowl,  ha spiegato Marco Mazzi, ricercatore universitario specializzato in sport event management (nella foto sopra). “Ciò che gli addetti ai lavori non considerano è che un evento di intrattenimento sportivo, come appunto il Superbowl, si sviluppa nell’arco dei 5-7 giorni che precedono la finale, con una serie di attrazioni a disposizione dei fan delle due squadre all’interno del villaggio (ideato e costruito dalla NFL assieme alle aziende sponsor della Lega e al territorio ospitante l’evento). Un calendario di attrazioni e opportunità con il fan al “centro” di ogni divertimento. L’obiettivo primario è il coinvolgimento, in parti uguali, di tutti i target interessati alla manifestazione. Gli organizzatori forniscono momenti di svago anche alle famiglie, agli spettatori occasionali e ai residenti della città sede dell’evento“.

In sintesi, il Super Bowl è sicuramente un evento globale, ma, nel contempo, può e deve essere considerato glocal, ovvero capace di sviluppare sinergie ed economie anche per i territori e le comunità locali coinvolte. Ci si trova di fronte così ad  un vero momento di “festivalizzazione”, per certi versi unico al mondo. 

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Redazione

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