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Il Progetto Filippide rischia di fermarsi per mano della sindaca Raggi (M5S)

(di Gianni Bondini)* – Il Progetto Filippide ha se non le ore sicuramente i mesi contati. Quello che nessuna Giunta del Comune ha avuto il coraggio di fare, lo sta facendo la sindaco Virginia Raggi e il suo staff.
L’organizzazione, che aiuta con lo sport i ragazzi autistici e le loro famiglie, da giorni e giorni, ha chiesto al Campidoglio un incontro con un assessore o la stessa sindaca per discutere il contributo, che ogni anno è stato dato al Progetto Filippide per l’attività di sostegno.

Questa volta, però, non c’è stata nessuna risposta. Neanche un commesso capitolino s’è degnato di rispondere al professor Nicola Pintus, fondatore e presidente del Progetto di sostegno ai ragazzi affetti da autismo. Una realtà di assistenza sociale che riscuote consenso e aiuto dai presidenti del Coni e del Comitato Paralimpico, Giovanni Malagò e Luca Pancalli e che già a lavorato a fianco dell’Accademia Olimpica e dei Maestri dello Sport.

Le famiglie dei ragazzi autistici stanno cercando di farsi ascoltare. Anche perché è chiaro tra non molto scarseggerà la benzina per i pulmini che portano da casa agli impianti sportivi i ragazzi. Il Progetto Filippide non è in grado di far fronte alle spese per il pranzo dei ragazzi affidati dalle famiglie che per la maggior parte versano in difficili condizioni economiche e che avevano trovato un sostegno che sta svanendo.

Il Progetto Filippide e le famiglie di ragazzi autistici si sono dati appuntamento sulla piazza del Campidoglio alle ore 15 di martedì 25, in concomitanza con la riunione del Consiglio Comunale. Sono stati invitati anche parlamentari di tutti i gruppi politici e i presidenti del Coni e dei Paralimpici , Giovanni Malagò e Luca Pancalli.

Perché non c’è nulla di così preoccupante come far morire un sogno di normalità di chi non merita di essere abbandonata nella gabbia della sua diversità. A due passi dal Campidoglio c’è il Teatro di Marcello, da cui un Papa
Barberini fece staccare i marmi che ne abbellivano la facciata per utilizzarli in una delle sue ville. I romani scrissero “Que non facerunt barbari facerunt Barberini”: Non vorremmo che in questa vicenda si dovesse aggiungere “Que facerunt nemo facerunt gens domina Raggi”.

  • scrittore e giornalista sportivo romano
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