(di Lorenzo Vulpis) – Il Leicester City Football Club (Premier league inglese) ha pagato una sanzione di 3,1 milioni di sterline, chiudendo così una controversia che durava da 5 anni con la English Football League (seconda divisione inglese).

Durante la stagione 2013/2014, si legge sulle pagine del “The Sun” e del “Daily Mail”, le “Foxes” hanno ricevuto una sanzione da parte della EFL per aver violato alcuni parametri del Fair Play Finanziario relativi al limite massimo di perdite economiche ammissibili nel bilancio dei club calcistici.

Secondo le regole della seconda divisione inglese, il tetto massimo ammontava a 8 milioni di sterline, mentre il Leicester aveva un deficit di oltre 20 milioni di sterline.

Il club ha contestato più volte tale sanzione, ribattendo come gran parte delle perdite erano da considerare al di fuori dell’occhio del Fair Play Finanziario e del tutto in sintonia con il regolamento. Questo poiché nel totale delle perdite, 9.4 milioni di sterline riguardavano varie spese legate ai bonus sulle prestazioni sportive dei calciatori (inclusa la promozione in Premier League), mentre la cifra rimanente era destinata alle spese per il settore giovanile e ad altre operazioni di vario genere.

La non chiarezza delle regole (vi è stato un caso simile riguardante i Queens Park Rangers e un tentativo di eludere il regolamento) e la riluttanza del Leicester nell’accettare tale sanzione hanno fatto sì che la disputa rimanesse irrisolta fino ad oggi.

A seguito della collaborazione tra le parti, in una dichiarazione congiunta, l’EFL ha confermato che il Leicester Football Club “non ha fatto alcun tentativo deliberato di violare le regole o di ingannare” e che “la controversia è nata da vere differenze di interpretazione del regolamento. La soluzione concordata di £ 3.100.000 è definitiva e completamente risolutoria per tutti gli eventuali reclami da parte dell’EFL nei confronti del club e dei suoi rappresentanti, in relazione ai Regolamenti FFP per la stagione 2013/2014.”