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Il caso Mutu (Chelsea F.c.): dopo la cocaina a rischio anche i contratti pubblicitari

I guai di Adrian Mutu (centravanti del Chelsea F.c.) non sembrano essere terminati. Trovato positivo all’antidoping (per uso di cocaina), e in attesa delle controanalisi di rito, anche il dorato mondo delle “sponsorship personali” rischia di sciogliersi al sole. La prima ad aver alzato un muro invalicabile nei confronti del giovane attaccante è Pepsi Co., colosso mondiale del beverage, che si stima paghi circa 1 mln di euro per sfruttare l’immagine del bomber dei Blues.

Fino ad oggi le “intemperanze” di Mutu erano state tollerate dal munifico spender pubblicitario, ma l’accusa di utilizzare droghe è per lo sponsor inaccettabile. Un vero e proprio boomerang per un’azienda internazionale che si rivolge prevalentemente ai giovani. Come era facile attendersi è arrivata, questo pomeriggio, direttamente da Londra la dichiarazione ufficiale del gigante Usa dei soft-drink (anticipata da Sporteconomy.it in esclusiva): “E’ stato un piacere lavorare con Adrian Mutu dal marzo 2004, ma non permettiamo l’uso di droghe illegali. Se verranno confermati i risultati dell’antidoping non potremo continuare il rapporto di collaborazione con lui“.

Un atto dovuto visto che con ogni probabilità la positività all’antidoping verrà confermata dalle controanalisi (sempre che il rumeno non accetti di confessare spontaneamente e di evitare inutili ulteriori umiliazioni personali).

Per Pepsi Co. è una nuova “tegola”, soprattutto dopo l’imbarazzo di quest’estate per lo “sputo” di Francesco Totti durante Italia-Danimarca (Euro 2004). Il romanista era l’uomo immagine della bevanda Usa sul mercato tricolore. La squalifica per comportamento scorretto in campo aveva vanificato (in termini di immagine) gli investimenti pubblicitari del competitor di Coca-Cola. Quest’ultimo, invece, ha vinto la sfida degli abbinamenti sponsorizzativi puntando sulla freschezza di Wayne Rooney (stella della Nazionale inglese e dell’Europeo portoghese) e su altre stelle meno difficili da gestire sotto il profilo comportamentale.

Sotto il profilo tecnico Adrian Mutu, dopo essere stato legato per diverse stagioni al marchio Mizuno (durante l’esperienza con il Parma), aveva scelto di indossare modelli dell’Adidas. Nell’ultima partita giocata in Nazionale contro la Repubblica Ceca aveva utilizzato uno degli scarpini di punta della casa tedesca. Se verrà confermata la positività alla cocaina, non si esclude che possa esserci, perfino, un invito a non utilizzare prodotti a marchio Adidas nei match ufficiali (naturalmente dopo che Mutu avrà scontato la squalifica prevista dalla Federcalcio inglese).

19-10-2004

 

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Marcel Vulpis

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