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Fair play finanziario: UEFA disponibile al dialogo, ma non a modificare il livello di controllo sui club

Lo tsunami Coronavirusha messo in ginocchio il calcio europeo e l’Uefa, organismo di governo del movimento continentale, si è riunita a Nyonper rispondere alle diverse esigenze delle federazioni oltre che dei club, questi ultimi preoccupati dallo stopdei campionati, ma soprattutto dall’obbligo di rispetto del Fair play finanziario (Fpf).

il Comitato esecutivo ha concesso alle federazioni affiliate più tempo per completare il processo di concessione delle licenze, allargando di fatto la finestra temporale per aderire ai criteri in vista delle prossima stagione (come ad esempio il regolare pagamento dei salari). Sul terreno del fair play finanziario poi ha accettato che i club, impossibilitati a realizzare i budget (sia in termini di ricavi che di costi) entro fine aprile-maggio 2021, possano non rispettare (solo formalmente) determinati obblighi. Per quest’anno, pertanto, saranno previsti alcuni controlli speciali, con modalità ufficializzate nelle prossime settimane.

Resta valida la regola fondamentale del break even (pareggio dei conti) e l’obbligo di pagare i debiti a livello internazionale. Da un lato quindi attenzione sui numeri della diffusione del contagio, nei diversi mercati europei, alla luce, tra l’altro, dell’organizzazione di Euro2020 (ormai slittato di un anno), dall’altro monitoraggio, mese dopo mese, della situazione finanziaria dei club interessati alle Coppe europee.

La lettura, pertanto, di un possibile “allentamento” sui parametri del Fair play finanziario è totalmente priva di fondamento e non aderente alla realtà. Pur comprendendo il difficile momento di molte società, sotto il profilo economico-finanziario, non possono essere, in alcun modo, disattesi i principi ispiratori del progetto, ideato, nel 2009, con un doppio obiettivo: contenere i rischi di fallimento aziendale di molti club europei, creando, nel contempo, un ecosistema più competitivo (l’obiettivo iniziale era ridurre la distanza economica tra top e piccoli-medi club).

Linea confermata su parametri e sanzioni

Restano confermate così i principali adempimenti richiesti dall’Uefa per non incorrere in sanzioni. Uno dei quattri pilastri del Fpf infatti è il cosiddetto “going concern”, ovvero la capacità delle società di calcio di muoversi costantemente in una logica di continuità aziendale. Altrettanto importante è il “negative equity”. Per le società infatti è sempre più importante poter disporre di un “patrimonio netto” non negativo (considerando la differenza tra il totale delle attività e delle passività). Sempre l’Uefa analizza costantemente l’”overdue payables” (l’assenza di debiti scaduti verso altri club, tesserati e istituzioni fiscali-previdenziali) e il cosiddetto “break even results” (o pareggio di bilancio).

Restano confermati, almeno per il momento, le sanzioni inizialmente introdotte dai vertici Uefa già nel 2009: warning(avvertimento), richiamo; multa; decurtazione di punti; congelamento introiti derivanti dai tornei Uefa (Champions ed Europa League); divieto di iscrizione di nuovi giocatori alle competizioni europee; limitazioni al numero dei tesserati e stringenti paletti finanziari; squalifica o esclusione da futuri tornei e, infine, nei casi più gravi, la revoca di titoli o premi.

Ad undici anni dalla sua nascita (ideato dall’allora presidente dell’Uefa, Michel Platini), e nonostante le problematiche create dalla contingente epidemia, il Fair play finanziario conferma le sue finalità: concorrere ad una crescita sostenibile del sistema europeo e supportare le nuove proprietà interessate al prodotto calcio (spesso obbligate a ristrutturare pesanti situazioni debitorie).

Nuovi sviluppi del Fair play finanziario, ai tempi dell’emergenza Coronavirus, sono attesi nei prossimi meeting ufficiali, quando sarà illustrato il nuovo sistema di controlli per l’intero periodo che obbligherà l’Europa a dover “convivere” con il contagio, anche quando la diffusione del Covid-19sarà vicina allo zero.

 

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