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F.1: il bilancio di una stagione con luci ed ombre dal punto di vista economico

(di Fabrizio Febi) – E’ tempo di bilanci per il Circus della Formula Uno, dopo la stagione appena conclusasi ad Abu Dhabi lo scorso 25 novembre. Un campionato che ha visto, ancora una volta, trionfare Lewis Hamilton su Mercedes con la Ferrari, che, anche quest’anno, non è riuscita a porre fine al dominio della casa automobilistica tedesca, nonostante le buone premesse iniziali.

Dal punto di vista economico gli sponsor principali, anche quest’anno, sono rimasti gli stessi, ovvero DHL, Emirates, Pirelli, Rolex e Heineken. La novità di quest’anno è rappresentata dall’accordo tra la F1 e Amazon Web Services, che consiste nell’analisi dei dati e nella messa a disposizione di quest’ultimi agli appassionati, che, in questo modo, possono capire meglio le strategie delle varie scuderie. Fino ad ora questo accordo non ha avuto un grande impatto, in termini economici, sui guadagni della Formula Uno, ma il Ceo Chase Carey sostiene che questo accordo “aiuterà a sviluppare le capacità tecnologiche del Circus”.

Una delle novità che potrebbero giovare alle casse della F1 è l’entrata in gioco di sponsorizzazioni da parte delle agenzie di scommesse. Lo scorso mese di settembre Interregional Sports Group (ISG) ha acquistato i diritti delle gare per 100 milioni di dollari pagabili in 5 anni, per poi rivenderli alle vare agenzie di betting. Questo è stato un cambio radicale rispetto alla politica perseguita dall’ex presidente del Circus, Bernie Ecclestone, il quale si è sempre opposto fermamente all’entrata in F1 di questo genere di sponsorizzazioni.

Il principale problema che, negli ultimi anni, ha generato poca competizione in pista è quello delle differenze economiche tra le scuderie. Dai dati infatti emerge che le tre scuderie principali (Mercedes, Ferrari e Red Bull) hanno a disposizione circa 200 milioni all’anno in più delle altre scuderie, e questa differenza si vede chiaramente nel rendimento in pista. Urge, quindi, una riforma che imponga limiti nelle spese delle varie scuderie e, soprattutto, in un riparto più equo dei ricavi per far sì che le gare siano più combattute ed emozionanti, riforma che però potrà essere effettiva eventualmente dal 2021. Il rischio di rimanere con il sistema attuale implica che ci siano sempre più scuderie satellite delle “tre grandi” con conseguente ulteriore diminuzione dello spettacolo.

Tutto questo potrebbe generare una perdita di molti fans, che, già da qualche anno, si lamentano della poca competizione nelle gare. Urge quindi un cambiamento dal punto di vista economica se la F1 vorrà accrescere il suo appeal presente e futuro.

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