(di Alessio Bucchianeri) – I tempi in cui i videogame erano soltanto un hobby sono ormai lontani, dato che con l’avvento degli eSports i giochi elettronici sono diventati sempre più competitivi e ciò ha portato all’istituzione di diverse federazioni per regolamentare i vari tornei che si disputano. La cosa più interessante è il denaro che viene mosso da queste competizioni virtuali: si parla di oltre 780 milioni di euro in tutto il mondo.

Stando ad una previsione del World Economic Forum, entro il 2020 gli eSports arriveranno a fatturare circa 1 miliardo di sterline, infatti questi “tornei virtuali” stanno attirando numerosi brand e aziende pronte a mettere sul piatto cifre significative per accaparrarsi la partnership con i nuovi colossi del mercato digitale.

Ad essere attratti da questa vera e propria industria in continua espansione sono stati molti influencer e star, come ad esempio il noto cantante americano Drake, diventato co-proprietario e “strategic advisor” del brand di eSports 100 thieves.

Una crescita così esponenziale del mercato dei videogames non era mai stata registrata in quasi 40 anni di storia, complice anche il fatto che negli anni 70’ e 80’ i video-giocatori non avevano la possibilità di competere tra loro, dato che giocare online con persone provenienti da tutto il mondo non era possibile e ciò portava coloro che acquistavano i videogiochi ad utilizzarli come semplice passatempo.

I fattori determinanti per la crescita dei videogame e sopratutto del competitive, sono stati i media: in particolare Twitch che ha permesso a gran parte degli amanti dei videogiochi di avvicinarsi agli eSports, dato che consente di seguire in diretta i pro-gamer mentre si cimentano nel videogioco in cui sono specializzati.