Serie A - Serie B

Calcio – Trend in crescita per il calciomercato inglese

Nel 2005 i club della Premier League inglese hanno investito GBP 286 milioni (circa EUR 523 milioni) nella compravendita di calciatori. Un dato che testimonia ancora una volta la netta superiorità economica della Lega inglese rispetto alle altre realtà europee, nettamente distanti anche in termini di fatturato complessivo. L’investimento delle società inglesi nel calciomercato estivo è risultato il doppio di quelli della Serie A e della Liga spagnola, e addirittura il triplo di quelli della Ligue 1 francese e della Bundesliga tedesca.

Come per la Serie A, anche in Inghilterra la finestra utile per i trasferimenti dei calciatori verrà riaperta a gennaio. Ma mentre in Italia tutti si attendevano il grande colpo che non è mai arrivato, in Inghilterra i top-club si sono dati battaglia a suon di sterline fino all’ultimo. La chiusura del mercato ha rispecchiato un trend durato per tutta l’estate e sostenuto principalmente dagli investimenti del Chelsea di Roman Abramovich (EUR 82 milioni per i vari Del Horno, Essien e Shaun Wright-Phillips). L’ultimo grande acquisto è stato però effettuato dal Newcastle, EUR 25 milioni per Michael Owen, rientrato in Premier League dopo la non troppo fortunata parentesi di Madrid. Un affare che ha portato il Newcastle al secondo posto della speciale classifica di spesa (oltre EUR 55 milioni), dietro al Chelsea, ma davanti ai Campioni d’Europa del Liverpool (circa EUR 28 milioni).

Gli investimenti di quest’anno hanno rilanciato un trend di spesa che sembrava essersi assestato dopo i picchi delle stagioni 2000/2001 e 2001/2002, quando la Premiership aveva investito EUR 470 milioni rispetto ai EUR 380 milioni del 2003/2004. Naturalmente un grosso contributo  a queste cifre viene dal Chelsea, che con oltre EUR 400 milioni spesi nel periodo 2003-2005 ha rappresentato circa un terzo degli investimenti complessivi dell’intera Lega.

Nonostante le spese ingenti, i club inglesi sembrano fare maggiore attenzione alle proprie finanze. Da un’analisi emerge come il successo economico della Premiership e la disciplina finanziaria dei club – migliorata negli ultimi anni – consentono livelli di spesa elevati. Il monte-stipendi, inoltre, è controllato meglio che nelle altre Leghe più importanti (Deloitte).

Il calciomercato britannico sembra riuscire a mantenere un certo effetto benefico sulle realtà minori. La redistribuzione è infatti più efficace, con un numero maggiore di club delle serie inferiori che godono del movimento di capitali innescato dalle società di vertice. Parte delle spese normalmente dirette verso l’esterno (per giocatori provenienti da club delle altre leghe europee) sono state indirizzate quest’anno verso il mercato interno, garantendo alle società minori oltre EUR 70 milioni. Il capitale investito sui mercati stranieri si mantiene comunque rilevante, sceso al 50% del totale a fronte di un movimento di circa EUR 70 milioni nella direzione contraria. (AdF)

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Marcel Vulpis

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