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Calcio italiano: urge una revisione del Decreto Dignità?

Continua a tenere banco la vicenda legata al Decreto Dignità, con particolare riferimento al campionato italiano. Gli insuccessi in Champions League e soprattutto la qualificazione al Mondiale non raggiunta, potrebbero rappresentare la punta di un iceberg che ha ormai raggiunto dimensioni significative. Il futuro del nostro calcio, quindi, potrebbe ulteriormente essere minato da un gap con altri campionati sempre più importante e alla lunga incolmabile.

Non solo pandemia

Se si pensa, da un lato, che la pandemia abbia influito in maniera significativa sulla situazione economica del nostro calcio, forse non si riesce a comprendere come questa situazione sia ormai strettamente correlata alle condizioni che ha contribuito a determinare questo Decreto. D’altronde, ricordiamo, questo è entrato in vigore meno di due anni prima dello scoppio della pandemia.

Una fetta impressionante dei guadagni delle varie società calcistiche, in un momento storico estremamente delicato, è venuta meno. Alcuni dati parlano di oltre 200 milioni di euro di introiti che sono mancati per tutte le società calcistiche professionistiche. Cifre molto importanti, se si considera il danno già scaturito dalla pandemia.

Quali sono i divieti?

Ma in cosa consistono i divieti? Il provvedimento legislativo ha vietato ogni tipo di sponsorizzazione, indiretta e diretta, per tutte le attività che siano riconducibili al gioco d’azzardo. Quindi, tutti i siti di gioco come i casino online senza deposito non hanno da circa quattro anni potuto sponsorizzarsi in alcun modo. Per esempio, la sponsorizzazione sulle magliette, nonché sui cartelloni pubblicitari, è totalmente vietata. Se il danno è stato ingente per la massima divisione, anche per le serie minori questo ha influenzato gli introiti per le società: in tal caso, parliamo di quasi il 20% di introiti annuali in meno.

Verso il cambiamento

Sono mesi che si sta parlando di un cambiamento necessario. Qualche settimana fa, è stato lo stesso presidente del Coni Giovanni Malagò a confermare come questo divieto stia mettendo in condizione di non essere competitivi nei confronti di realtà estere. Anche in un momento come questo, probabilmente, secondo quest’ultimo, sarebbe il caso di eliminare un divieto troppo penalizzante.

Oltretutto, c’è da dire che sebbene il Decreto sia stato pensato per combattere la ludopatia, nell’atto pratico non è riuscito nell’intento. Se si guarda alla crescita esponenziale del gioco in Italia, specie per quanto concerne il gioco online, bene ci si può rendere conto come divieti di questo tipo non riescono a svolgere il ruolo che vorrebbero.

Andando avanti in questa maniera, si potrebbe continuare a perdere concorrenzialità nei confronti delle compagini estere, con un appeal sempre decrescente per quanto riguarda il nostro campionato, a scapito di campionati in cui il decreto non vige. Insomma, il prodotto calcio italiano potrebbe essere superato da altri campionati che storicamente sono stati sempre meno affascinanti. Una volta superato lo shock per la mancata qualificazione ai prossimi Mondiali, Governo e FIGC sono già al lavoro per cercare di attuare delle modifiche che sembrano essere ormai necessarie per ridare appeal al nostro campionato e al nostro calcio in generale.

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Redazione

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