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Uefa – Fair play finanziario per il futuro del calcio

Mercoledì a Nyon, l’organo di governo del calcio europeo e i rappresentanti dei club hanno unito le forze per esaminare approfonditamente le procedure di fair play finanziario in vigore e per presentare il quarto Rapporto comparativo sulle licenze UEFA per club per l’anno finanziario 2010, con i risultati di oltre 650 club di massima divisione nelle 53 federazioni affiliate alla UEFA.

La giornata promozionale ha consentito di illustrare l’attuale panorama del fair play finanziario e di rispondere a domande su varie tematiche, come le norme e l’implementazione, il sostegno dei portatori di interesse del calcio e le questioni legali su fair play finanziario e Unione Europea.

Gli obiettivi, definiti in specifici Regolamenti sul fair play finanziario e le licenze UEFA per club, consistono nell’introdurre più disciplina nella gestione finanziaria e nello smussare gli eccessi e gli azzardi che hanno messo in difficoltà tante società negli ultimi tempi. Attraverso queste misure, i club sono obbligati a sanare i bilanci o a chiuderli in parità – ovvero a non spendere più di quanto guadagnino – e ad agire responsabilmente, per tutelare la fattibilità e la sostenibilità a lungo termine.

Per vigilare e verificare che i club aderiscano alle misure del fair play è stato istrituito il Panel di controllo finanziario per club. Queste misure vengono implementate in un ciclo triennale e la valutazione di bilancio 2013/14 interesserà gli anni finanziari che si chiudono nel 2012 e 2013. Attualmente è invece in corso la valutazione di tutti i trasferimenti e gli stipendi ai dipendenti dall’estate 2011.

Il segretario generale UEFA ,Gianni Infantino, ha sottolineato la necessità di questi passaggi. “Il fair play finanziario è necessario per il calcio a livello di club – ha commentato a UEFA.com dopo l’incontro con i giornalisti -. Il fair play finanziario è indispensabile per i tifosi, per il pubblico in generale, ma anche per le società e per chi le possiede”.

“Al giorno d’oggi, nei club tutto cambia: i giocatori, gli allenatori, i proprietari, i dirigenti e gli allenatori. Ma i tifosi, e il loro legame con la squadra, non cambiano – ha aggiunto -. È proprio questo aspetto che dobbiamo proteggere. Quando esaminiamo i dati finanziari, dobbiamo preoccuparci delle tendenze e contrastarle, per creare un ambiente sicuro e salutare, affinché il calcio europeo per club continui a crescere e a prosperare”.

Infantino ha apprezzato il sostegno e il contributo prestati dai club del continente: “Dimostra anche che quando abbiamo studiato le regole del fair play finanziario, le abbiamo studiate in modo responsabile, insieme ai club – ha commentato -. Queste regole non vogliono soffocare nessuno, né tagliare la testa alle società; sono in vigore per aiutare i club, ma anche i tifosi, per creare un ambiente sano e positivo. Il fatto che queste regole approvate all’unanimità ha dimostrato che le società sono mature e responsabili”.

Jean-Michel Aulas, presidente dell’Olympique Lyonnais e membro del consiglio direttivo dell’Associazione Club Europei (ECA), ha comunicato un messaggio positivo al vertice di Nyon: “La UEFA e il presidente Michel Platini hanno fatto una scelta coraggiosa, decidendo di interrompere una spirale che non fa bene all’economia del calcio – ha commentato -. Tutti i club e la ECA concordano con queste modalità. È un cammino lungo, ma anche un progetto indispensabile per il calcio”.

Ernesto Paolillo, membro del consiglio direttivo della ECA e direttore generale dell’FC Internazionale Milano, ha sottolineato che è il momento di risolvere i problemi di costo: “Siamo convinti di aver bisogno di queste regole – ha dichiarato -. È importante che la UEFA e i club partecipino alla ristrutturazione dell’industria del calcio. Se osserviamo il debito totale accumulato dalle società, possiamo vedere i problemi che tutte loro stanno affrontando. È il momento giusto per partire, e siamo pronti”.

Presentando il rapporto comparativo ai giornalisti, Infantino ha reso noto che il continuo aumento dei costi è un problema radicale. “Le entrate totali nette dei club professionistici sono aumentate da 12 miliardi di euro [nel 2009] a 12,8 miliardi [nel 2010]. In quale altro settore si è assistito a una tale crescita? Questo dimostra che, dal punto di vista della popolarità, il calcio gode di ottima salute. Le entrate continuano a crescere in un periodo di recessione dell’economia mondiale”.

“Il problema – ha proseguito -, è che anche i costi sono aumentati da 13,3 miliardi di euro [nel 2009] a €14,4 miliardi di euro [nel 2010]. Circa il 56% delle squadre di massima divisione ha dichiarato perdite nette. Si tratta dell’ultima opportunità. La tendenza deve essere invertita molto velocemente se vogliamo salvaguardare il calcio europeo. Ogni anno aumentano le entrate, ma anche le perdite, quindi dobbiamo agire con sollecitudine”.

“C’è una differenza fondamentale se osserviamo le finanze dei club e le paragoniamo alla situazione economica europea complessiva – ha aggiunto Infantino -. Negli ultimi anni, le entrate sono aumentate anno dopo anno. Questo dimostra che, complessivamente, il calcio europeo è in una situazione finanziaria positiva. Dobbiamo solo controllare i costi, motivo per cui introduciamo il fair play finanziario”.

“Se non avessimo intrapreso questa sfida insieme ai club, qualche anno fa – ha concluso -, saremmo molto preoccupati per il futuro del calcio europeo. Ma abbiamo agito, e poiché le notevoli entrate dimostrano che la gente è interessata al calcio, abbiamo la sensazione di essere sul binario giusto”.

Uefa.com

La UEFA ha ribadito che le
misure di fair play finanziario sono indispensabili per il futuro del calcio
europeo e, in particolare, ha apprezzato la prontezza dei club europei nel
partecipare a questo processo, studiato per dare stabilità e benessere duraturi
a uno sport che rimane l’attrazione numero uno per il pubblico.

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Marcel Vulpis

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