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Sport Invernali – Il programma di Giovanni Morzenti (FISI)

Eletto nelle ultime ore il nuovo presidente della FISI, Giovanni Morzenti, candidato unico.
Sporteconomy.it presenta (fonte: Fisi.org) la relazione programmatica del top manager di Cuneo.
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A oltre sei anni di distanza da una fase della vita della Federazione in cui da molti mi era venuto l’invito a porre la mia candidatura per continuare il lavoro del Presidente Carlo Valentino, uomo che si è fortemente impegnato nello sviluppo della FISI ed al cui ciclo dirigente sono legate pagine straordinarie della storia della nostra Federazione, rieccoci qui. La non condivisione di allora, da parte della maggioranza degli elettori, della proposta che, pur in una forma condivisa, avevo messo a punto, non mi ha impedito di essere nuovamente in pista per riannodare il filo di quell’impegno che intendeva dar vita ad una Federazione rinnovata e più protagonista di prima. Oggi occorre urgentemente riattivare il ciclo ordinario della vita della Federazione, dopo che esso è stato interrotto in modo traumatico da un’evidente crisi. Essa, frutto di promesse tanto ammalianti quanto inattuabili e inattuate, ha portato ad una situazione finanziariamente ed organizzativamente così drammatica da imporre, nella storia quasi centenaria della nostra Federazione, il quinto periodo commissariale.

A questo riguardo vorrei immediatamente ringraziare il professor Riccardo Agabio, Vice-Presidente Vicario del Coni e Presidente della Federazione Ginnastica d’Italia, inviato lo scorso 24 gennaio dal Coni per diagnosticare i mali e le problematiche che hanno condotto la FISI a questa situazione e per porre le basi di un suo effettivo rilancio. E non si tratta di un ringraziamento di cortesia: il coraggio e la fermezza che il professor Agabio ha saputo dimostrare affrontando una realtà ormai pre-fallimentare e nel relazionare conseguentemente al Coni si sono rivelati preziosissimi non solo perchè quest’ultimo potrà prendere i necessari provvedimenti di sua competenza, ma anche affinché la FISI possa tornare a giocare quel ruolo prestigioso che in passato l’ha contraddistinta. Forse la diagnosi che il professor Agabio ha elaborato, a qualcuno sarà potuta sembrare tanto puntuale da risultare persino spietata. Non poteva del resto essere diversamente, se si voleva evitare che ad avere il sopravvento fosse il tracollo generale. Solo a partire da questo coraggioso resettamento dell’intera macchina infatti è possibile per noi oggi tornare a pensare di riavviare la FISI su nuove basi e con nuove procedure e regole di marcia.

La situazione che abbiamo di fronte non è una situazione che si può affrontare da soli. Per questa ragione l’esperienza che mi accingo a vivere come Presidente della FISI si configura come il frutto di un’azione di convergenza i cui protagonisti sono i molti amici Presidenti dei rispettivi Comitati Regionali. Sono loro infatti ad avermi invitato a scendere in campo per giocare questa decisiva partita, sostenendomi nel percorso fin qui compiuto e aiutandomi a capire ciò che di più urgente ed importante servisse introdurre nella nuova politica federale. In queste dure giornate che hanno preceduto l’appuntamento assembleare, ho così percorso l’Italia in lungo ed in largo per confrontarmi per un verso con i Comitati Regionali e con gli Sci Club e per l’altro con le autorità locali e le forze economiche che ritengo debbano essere coinvolte senza esitazione nel nostro progetto di rilancio della FISI, la cui rinascita passa obbligatoriamente anche attraverso il consenso trasversale di tutte le componenti sociali attive. E in questi incontri, se da una parte ho ricevuto forti attestazioni di stima e costruttivi stimoli ad operare con fiducia e determinazione, dall’altra ho registrato la preoccupata e genuina ansia di una base il cui auspicio è quello di poter contare su una nuova FISI che, invece di preoccuparsi di seguire il trastullo del tran tran quotidiano, appaia davvero impegnata a rispondere alle esigenze effettive che dalla sua stessa base provengono.

Ora, proprio questa preoccupazione capace di contrastare ogni serpeggiante rassegnazione, unita all’orgogliosa determinazione di lasciarsi presto alle spalle la situazione critica che la Federazione oggi sta vivendo, non solo si è tradotta in un comune e sincero desiderio di mettersi in gioco, ma anche impone a me e a ciascun Consigliere Federale che oggi verrà eletto di compiere una promessa solenne: quella di garantire alla FISI e a tutti i suoi soci un impegno concreto e coerente, un attaccamento inequivocabile ai valori sani e forti che il nostro mondo esprime da sempre, un coraggio e un orgoglio derivanti dall’essere consapevoli di dover combattere una battaglia che, proprio in quanto si annuncia aspra e dura, impone di essere corroborata, fin da subito e nei prossimi mesi, da un lavoro tenace e serio.

In questo momento non certo facile per la FISI a confortarmi è il fatto che il programma che ho proposto sia stato positivamente accolto. Né del resto poteva essere diversamente, visto che esso è stato redatto con il contributo di tutti voi ed è il frutto di esigenze la cui autenticità ha avuto modo di essere vagliata in una fase della nostra vita federale in cui purtroppo ad avere la meglio sono state le promesse mancate e le attese non corrisposte. Ora, ciò che col vostro aiuto intendo rimuovere e superare è proprio questo disinteresse della Federazione rispetto alle esigenze di una base il cui desiderio è invece quello di essere all’altezza della luminosa storia di sport e di vittorie che la caratterizza. Un grazie va dunque a ciascuno di voi sia per lo sforzo che avete compiuto in questi giorni, sia per la disponibilità ad impegnarvi per quel rilancio della FISI che a tutti noi sta a cuore.

Come ho già ricordato, l’eredità che ci aspetta è decisamente pesante: la situazione della FISI è così difficile da essere quasi drammatica. In particolare l’esposizione finanziaria che riceviamo in consegna è profondamente preoccupante e ci impone un periodo – speriamo non troppo lungo – di “lacrime e sangue”. Solo così infatti potremo invertire il trend negativo e ridisegnare per la Federazione un futuro migliore. Di questo credo si debba essere tutti consapevoli ed è per questa ragione, e per non illudere nessuno, che lo dico subito con chiarezza.

Per far fronte a una situazione di questo tipo serve una “squadra” di governo federale coesa, leale e composta da gente seriamente motivata. Il Consiglio Federale che oggi nasce dovrà dunque essere non solo autorevole, ma anche formato da dirigenti, tecnici ed atleti il cui unico obiettivo sia quello di lavorare con coraggio e determinazione al rilancio complessivo della FISI. Per questo vi chiedo di scegliere ed eleggere, nei vari ruoli, professionalità riconosciute e capacità tecniche di alto profilo: solo mettendo in “squadra” dirigenti, tecnici ed atleti abituati al lavoro d’équipe e capaci di relazionarsi ad ogni livello, sarà possibile dar vita a un’azione incisiva nella quale i contributi di idee e di programmazione prevalgano davvero sull’improduttività delle sterili discussioni. In tal senso, ho condiviso con i vari Presidenti di Comitato Regionale – che sono i garanti e gli attuatori della politica federale sul territorio – le figure dei candidati che meglio si prestano a svolgere il ruolo di Consigliere. Chi oggi verrà eletto deve sapere chiaramente che dovrà abituarsi, fin da subito, al piacere di impegnarsi lavorando seriamente e con costanza. I campioni e modelli di autoreferenzialismo, così come – scusatemi la franchezza – i “collezionisti di giacche a vento”, in un momento come questo non servono affatto. Dai Consiglieri Federali mi aspetto: passione, spirito di sacrificio e contributi puntuali su programmi seri sui quali lavorare, lavorare e ancora lavorare con determinazione per individuare obiettivi ben chiari e cogliere risultati tangibili.

La FISI, con il tentativo di rilancio che oggi inauguriamo, inizia una fase inedita della sua storia: in essa ad essere decisivo sarà il ruolo dei Comitati Regionali, che diventeranno il motore dell’attuazione del programma. Per questo dal singolo Presidente e da ciascuna componente regionale, mi attendo grande collaborazione su ogni fronte. Il comitato che nascerà dalla “Consulta dei Presidenti” dovrà, in questo senso, essere un organismo capace di operare a stretto contatto col Presidente e col Consiglio Federale e nel quale ciascuno di voi sarà chiamato ad essere il vero referente della Federazione e dell’attuazione della politica federale sul suo territorio di competenza.

La Federazione che andremo ad ereditare, come ho già richiamato in apertura, ha bisogno di una riorganizzazione e di un puntuale adeguamento della struttura gestionale. E, al riguardo, non ci è concessa possibilità alcuna di sottovalutare la situazione, nè di essere approssimativi. Per poter contare su un aiuto effettivo del CONI infatti dovremo dimostrare di aver invertito la tendenza rispetto all’attuale scenario. In caso contrario ci toccherà fare i conti con un nuovo commissariamento, questa volta di durata maggiore, della Federazione: un rischio che credo e mi auguro nessuno voglia correre. E proprio in merito al CONI, consentitemi di inviare al suo Presidente, Gianni Petrucci, il nostro rispettoso e cordiale saluto. Per quanto ci compete, gli assicuriamo piena lealtà e fattiva collaborazione nell’azione di sviluppo di uno Sport Italiano diffuso, pulito, autonomo, oltre che indiscutibilmente vincente.

La sfida che ci aspetta è particolarmente difficile, ma sono certo che sarà bello combatterla uniti ed uniti superare le difficoltà cui siamo chiamati a far fronte. Essa implica anche un grande lavoro sul fronte internazionale, al fine di confermare lo storico ruolo di leadership che l’Italia in tale contesto ha saputo nel tempo conquistarsi. Perciò mi attendo – come correttezza impone – che tutti coloro che oggi ancora mantengono incarichi di rappresentanza della FISI nell’ambito delle varie Federazioni Internazionali di riferimento, e con le quali la stessa FISI opera, mettano a disposizione il proprio mandato. Sarà cura del nuovo Consiglio Federale, in una prospettiva organica legata alle strategie globali che si intendono mettere in atto, riconfermare coloro che hanno saputo operare positivamente

Tra le priorità indicate, una delle più urgenti è rappresentata dalla riforma funzionale della Federazione. Questa riforma verrà perseguita attraverso la rimodulazione dello Statuto, che richiede di essere adeguato alle nuove esigenze federali, del “Regolamento amministrativo contabile”, che deve essere ripensato in maniera da garantire una maggiore autonomia finanziaria ai Comitati Regionali, e infine del “Regolamento Organico Federale”, il cui aggiornamento sarà volto a favorire un’applicazione più rapida e certa delle varie e soprattutto più recenti disposizioni del CONI.

La funzionalità della Federazione e della sua articolazione gestionale dovrà essere tempestiva. Questa azione di ristrutturazione inoltre dovrà avere come sua stella polare il servizio federale nei confronti sia del singolo tesserato FISI che dei diversi Sci Club: sono questi infatti i soggetti che, il più rapidamente possibile, devono essere riportati al centro della nostra politica. In questa prospettiva saranno gli Sci Club a rappresentare la sede all’interno della quale rilanciare l’attività della Federazione: sono gli Sci Club infatti ad essere stati e a continuare ad essere la culla dell’attività degli Sport Invernali; sono ancora gli Sci Club il punto di riferimento di chi ama la neve al punto da viverla come una vera passione; sono infine ancora gli Sci Club l’insostituibile presidio sportivo che, all’interno di una comunità, concorre a generare lo sviluppo del territorio.

Nell’azione di riorganizzazione della Federazione, occorrerà dare un forte impulso alla comunicazione sia interna che esterna, con l’obiettivo di mettere a conoscenza sia degli associati che del grande pubblico l’attività della Federazione e i risultati da essa conseguiti. In questa prospettiva sarà decisivo il coinvolgimento di una risorsa finora inespressa: i nostri campioni di ieri e di oggi che, come testimonial della Federazione stessa, possono assumere un ruolo decisivo nell’alimentare e nello, al tempo stesso, stimolare la passione e l’entusiasmo per gli sport invernali sia da parte dei giovani tesserati che, a livello più generale, dei semplici appassionati di queste discipline sportive. Determinante inoltre sarà, da subito, impostare una forte ed innovativa azione di marketing, peraltro imposta anche dalle disperate condizioni finanziarie in cui versa la FISI. In questo senso il mio intento è quello di impostare una strategia innovativa che, coinvolgendo le istituzioni pubbliche e le forze economiche, per un verso, conduca ad un pronto risanamento dei conti della Federazione e, per l’altro, dia complessivamente vita ad un rilancio della proposta agonistica e amatoriale degli sport invernali. La politica commerciale che si intende attuare dovrà anche contribuire allo sviluppo ed alla valorizzazione della FISI nel quadro dei valori legati al “Made in Italy”: ciò consentirà da una parte di offrire ad ogni singola disciplina la massima visibilità, ottenuta anche attraverso l’individuazione di selezionate aziende partner, e dall’altra di creare un organismo finalizzato al raccordo delle iniziative promo-pubblicitarie e alla promozione di progetti turistici locali. Fondamentale ovviamente, per la realizzazione di tale progetto, sarà la consulenza di competenze e professionisti che sappiano anche importare innovativi progetti di marketing e comunicazione da altri ambiti.

Tra i grandi “asset” del programma che abbiamo messo a punto, quello culturale ha un’importanza del tutto particolare. Occorre infatti urgentemente ricuperare e rilanciare con forza la cultura degli sport invernali. La FISI dovrà stringere con la Scuola un patto di grande collaborazione e sinergia, attivando un “sistema” che non solo garantisca ai nostri giovani atleti di poter effettuare regolari percorsi scolastici senza per questo dover rinunciare all’attività sportiva, ma anche riconosca effettivamente alla Scuola il ruolo decisivo che essa ha nel veicolare l’educazione fisica e sportiva. Quanto al primo aspetto strumenti importanti e necessari saranno i vari “Ski College”, la cui attività richiede tuttavia di essere coordinata dando vita ad una vera e propria “rete” di questi speciali istituti scolastici. La FISI ha infatti il dovere di mettere in campo tutta la sua autorevolezza per farsi portavoce, nei confronti delle Regioni e del Ministero della Pubblica Istruzione, di un progetto che punti ad enfatizzare valori e principi dell’educazione sportiva, garantendo ai nostri giovani atleti le giuste basi didattiche per un serio futuro professionale.
Inoltre la FISI può avviare con la Scuola mirati progetti di promozione degli sport invernali. Prevedere, ad esempio, d’intesa con l’Associazione di categoria degli esercenti funiviari e l’Associazione dei Maestri di Sci, giornate gratuite sugli sci per gli alunni del ciclo dell’obbligo, potrebbe essere un primo passo di una strategia volta ad avvicinare sempre più i giovani alla montagna e allo sci. Analogamente mi pare molto interessante per la nostra Federazione, nell’ottica del favorire una presenza costante delle famiglie sui campi da sci, la proposta del Ministero del Turismo di prevedere a scuola la “Settimana corta” invernale.

Se il nostro obiettivo per un verso è quello di poter contare su giovani atleti preparati e capaci, per l’altro decisivo ci sembra l’impegno per far in modo che il binomio sport/salute acquisisca un ruolo sempre più decisivo: la salute infatti è per ciascuno di noi il bene più prezioso e lo sport rappresenta un eccellente veicolo per diffondere questo personale vantaggio. La FISI, allora, dovrà continuare a svolgere un ruolo di primaria importanza nella difesa della salute dei propri atleti e tesserati, ad ogni livello, in ogni ambito ed in ogni direzione. In questo senso dunque non sarà concessa e tollerata nessuna “scorciatoia” per conseguire un risultato, mentre sempre maggiore attenzione e determinazione sarà riservata alla lotta al doping: la saggezza dei nostri dirigenti, la preparazione dei nostri tecnici e dei nostri allenatori, oltre che una costante attività di formazione ed informazione, rappresenteranno un ottimo vettore per far conoscere a tutti i danni – fisici e sportivi – che il doping arreca all’organismo.
Gli sport invernali sono inoltre momento di svago e di sano divertimento. La FISI intende dunque farsi garante della sicurezza personale sia degli atleti che delle migliaia di sciatori che affollano le piste. In tal senso sarà ricercato e implementato un legame di forte collaborazione con le Società funiviarie che hanno la titolarità della gestione delle piste e degli impianti di risalita e un costante confronto con tutte le figure professionali coinvolte e con i diversi ambiti in cui si sviluppa e si articola l’azione diretta e indiretta della Federazione. Il qualificarsi dello sci e dello snowboard come crescenti forme di divertimento sociale impone anche alla Federazione di dare tutto il proprio sostegno alla ricerca di soluzioni, tecnologiche e legislative, che possano permettere all’utente sciatore e snowboarder di poter esprimere la propria passione in piena sicurezza. Nel merito occorre sviluppare un sempre più stretto rapporto con la scienza e con l’innovazione tecnologica, coinvolgendo il mondo della ricerca e dell’università in operazioni volte ad offrire, sia agli atleti agonisti che ai tesserati in genere, tutte le più sofisticate e vincenti tecnologie finalizzate alla sicurezza. In tale contesto, gli sport invernali italiani devono infatti porsi quale obiettivo principale il ritorno ai vertici mondiali anche nel campo della ricerca applicata e dell’innovazione tecnologica, difendendo e valorizzando tale leadership ed il know-how che deriva.

Lo sviluppo della pratica sportiva dovrà anche avere una relazione chiara e diretta con i territori in cui essa si svolge. Per questo il rapporto con l’ambiente deve essere uno dei fattori distintivi e qualificanti dell’azione della FISI: la montagna è un bene del quale ciascuno può godere appieno e che tuttavia ciascuno è anche chiamato a difendere e mantenere integro per le generazioni future. In quest’ottica sarà dunque decisivo il ruolo che dovranno avere i vari eventi sportivi che saranno proposti ed organizzati, soprattutto quelli le cui dimensioni considerevoli rischiano di produrre un maggior impatto. In forza dell’importanza che questi eventi rivestono, sia a livello sportivo che economico, ridefiniremo alcuni parametri per l’aggiudicazione di tali eventi, soprattutto a livello di gare di Coppa del mondo. D’ora in poi le sedi saranno selezionate e definite sulla base di un progetto che i singoli organizzatori avranno cura di presentare tramite i Comitati Regionali, e dal quale si dovrà evincere il grado di coinvolgimento dell’organizzazione federale periferica ed il tipo di ricaduta che questi eventi avranno a livello di base societaria.
Manca ancora all’appello l’aspetto tecnico. La Federazione cui intendiamo dar vita a partire da oggi tuttavia non solo non trascurerà questo problema, ma si impegnerà invece per creare e diffondere una rinnovata Cultura Sportiva in cui ad ogni livello giochi un ruolo chiave anche il “Settore Tecnico” della Federazione. Perchè questo accada occorrerà però fin da subito investire nella crescita dei tecnici che operano sul territorio, varando “Gruppi di lavoro” e “Commissioni” che creino strumenti capaci poi di essere impiegati in periferia per poter meglio organizzare e gestire l’attività della Federazione ad ogni livello e in ogni ambito. Analogamente occorrerà investire per sostenere la qualificazione dei Giudici di gara e degli organizzatori di eventi, affinché ogni manifestazione possa riscuotere il consenso e l’apprezzamento sia dell’opinione pubblica che di coloro che sostengono, anche economicamente, la nostra azione. Conseguentemente un nuovo ruolo andrà attribuito sia alla “Scuola Tecnici Federali” che alla “CO.SCU.MA.”: esse andranno poste al centro delle politiche e delle strategie del Consiglio Federale, in modo da rispondere alle giuste attese dei Comitati Regionali e degli Sci Club, svolgendo una forte azione dedicata alla creazione, alla formazione e all’aggiornamento di figure professionistiche quali gli allenatori, i maestri di sci e gli istruttori. E’ attraverso questi soggetti infatti che dovrà essere sempre più veicolata anche una forte azione di promozione e di avviamento alla pratica degli sport invernali su tutto il territorio nazionale. E questi organismi dovranno svolgere anche la funzione di “Centro Studi” per rappresentare ed implementare continuamente i modelli di crescita e di sviluppo della nostra azione a favore sia della base che del vertice.

Nello spirito di una profonda rivisitazione dell’organizzazione federale, sarà riconsiderato anche il ruolo delle “Direzioni Agonistiche” delle singole specialità. A ricoprire questi incarichi saranno chiamate persone di spiccate e comprovate doti di managerialità, professionalità e competenza nell’organizzazione e gestione delle Squadre Nazionali, senza ovviamente trascurare quelle qualità morali e umane che talora si rivelano decisive nello svolgere compiti come quello in oggetto. Ai Direttori Agonistici saranno assegnati ruoli e competenze non solo nella gestione delle formazioni agonistiche, ma anche nella programmazione dell’organizzazione tecnica dei singoli settori. Essi dovranno produrre al Consiglio Federale programmi e progetti di sviluppo dell’attività nel breve, medio e lungo termine, per la cui attuazione lo stesso Consiglio affiderà le risorse umane, economiche e tecniche necessarie. Saranno loro d’altro canto i responsabili dei vari budget di gestione, dei quali risponderanno direttamente al Consiglio Federale che, tramite il Presidente e i Consiglieri Delegati, ne manterrà il pieno controllo e l’indirizzo politico e strategico. A questo riguardo ritengo che l’incapacità di garantire subito la certezza della giusta retribuzione agli allenatori, come avvenuto a causa della difficile situazione in cui la Federazione si è trovata nella stagione appena conclusa, debba essere immediatamente rimossa e che situazioni del genere non debbano più verificarsi in alcun modo. Ci piace, però, partecipare a tutti voi il bell’esempio che molti di questi professionisti, lavorando nell’ombra con straordinaria coscienza, hanno saputo offrire: pur in assenza di certezze economiche, non hanno lesinato impegno e dedizione. Sono proprio questi esempi a dover essere valorizzati e premiati! In questo senso mi preme ricordare a ciascuno di voi che nè io, nè chi siederà in questo Consiglio Federale, ha debito alcuno da onorare, con nessuno. Pertanto, la valutazione che sarà condotta sull’operato delle singole Direzioni Agonistiche sarà priva di ogni tipo di condizionamento. Chi ha fatto bene dunque sarà premiato e riconfermato, mentre chi ha pensato più a fare politica che a lavorare sul piano tecnico, può cominciare, fin d’ora, a cercarsi un’occupazione altrove.

La FISI che nasce oggi intende privilegiare il rapporto con i Centri Sportivi militari e di Stato. Questi ultimi infatti rappresentano l’articolazione e l’organizzazione dell’attività agonistica di vertice della FISI ,che si attua proprio sull’indispensabile contributo e sostegno che proviene dalle strutture militari. La Federazione deve dunque puntare sulle grandi potenzialità che esprimono i Centri Sportivi Militari e di Stato e aprire con essi una nuova stagione costituita da rapporti sempre più stretti e costruttivi, nei quali a queste importanti realtà venga riconosciuta la valenza di veri e propri “centri scuola” cui destinare risorse specificamente mirate allo sviluppo di precisi progetti che molto probabilmente essi sapranno sviluppare meglio di noi.

Tutto questa rivisitazione dell’organizzazione federale, pur radicandosi in quella base di cui essa sente di essere piena espressione, non può ovviamente che avere estremamente a cuore l’attività agonistica: essa è infatti in cima all’azione che la Federazione deve svolgere. Mi auguro che questa nuova Federazione sappia rivalutare, in un giovane, l’importanza che ha la “maglia azzurra” ed il significato profondo dell’appartenere all’eccellenza agonistica nazionale ed internazionale. Ovviamente nella Squadra nazionale si entra solo per meriti, e ciò è solo un privilegio di pochi, solo dei più forti. La stessa cosa deve accadere nelle singole Rappresentative regionali che, sebbene debbano essere considerate dai più giovani come un punto di partenza verso l’eccellenza, per la maggior parte di essi costituiranno già un bellissimo punto d’arrivo della propria esperienza sportiva: molti corrono, uno solo vince. È la spietata legge dello sport. In questo contesto tuttavia, ad un tempo duro ed entusiasmante, si conservano e vivono valori straordinari che ciascun atleta può fare suoi, trovando così la sua giusta gratificazione, umana e sportiva. È ovvio che dai nostri campioni ci aspettiamo grandi risultati sia in ambito mondiale che olimpico. Starà certo a noi metterli nelle condizioni tecniche ed organizzative migliori per potersi esprimere al massimo delle loro potenzialità, ma starà a loro non dimenticare che le medaglie servono eccome, e sono l’elemento più importante per ottenere dal CONI riscontri economici da reinvestire nell’attività, e dunque capaci di far crescere in modo globale le discipline sportive che gli atleti stessi rappresentano ai massimi livelli. E’ in questa prospettiva che invito gli atleti a pensare a fare bene il loro mestiere ed a prepararsi per cercare di cogliere i grandi risultati, in un contesto ovviamente in cui un analogo impegno è richiesto anche ai tecnici e ai dirigenti.

Partiamo dunque per questa nuova avventura, e uso il plurale perchè vivo questo momento come l’esito di una convergenza che ci vede tutti impegnati in prima persona, certo con una fondata preoccupazione, ma anche con la convinzione di poter trovare tutte le risorse necessarie per permettere alla nave di riprendere la navigazione in acque tranquille. E a rafforzare questa convinzione è la consapevolezza del fatto che la FISI, all’interno della “filiera” dell’industria montana, costituisce un valore economico straordinario. In tale contesto infatti, gli sport invernali sono un “volàno” di incredibile valore che genera ricadute economiche, dirette ed indirette, di estrema importanza. Per questo motivo occorre che alla FISI – che oltre ad essere una delle maggiori Federazioni del CONI – con ben 10 discipline olimpiche – è anche l’unica realtà, insieme alla Federazione degli Sport del Ghiaccio, ad essere referente organizzativa di un’Olimpiade – venga riconosciuta, anche in termini economici, l’importanza che l’attività da essa svolta e sostenuta merita. E sarà proprio questa nostra effettiva importanza a doverci dar forza nell’attivare un dialogo più forte con le Istituzioni nazionali e locali: con il Parlamento, con il Governo, con le Amministrazioni locali, ma anche con le altre Federazioni Sportive e con le Associazioni che operano in questi contesti. Sarà questo lavoro che dovrà portare allo sviluppo di iniziative e di attività legate alle località montane, alla loro difesa e valorizzazione. Occorre infatti dar vita a una grande “lobby della montagna”, ricercando tutte le collaborazioni, partecipazioni e sinergie che, finalizzate alla difesa e alla valorizzazione di questo ambiente, possono venire dai più vari ambiti. Non dobbiamo mai dimenticarci infatti che soltanto il “settore invernale” del turismo legato alla montagna fa registrare ogni anno in Italia quasi 6 milioni di presenze, di cui 2 milioni legati al mondo dello sci e 450 mila legati a quello dello snowboard, con una ricaduta in termini di fatturato diretto di 3,9 miliardi che sale a 12,3 miliardi se si considera il giro d’affari complessivo. E’ per questa ragione che guardiamo con forte interesse alla nuova “Legge per la Montagna”, attualmente in itinere in Parlamento: l’intero “Sistema Montagna” infatti attende l’introduzione di benefici strutturali, nell’ottica di favorire lo sviluppo di investimenti virtuosi. Perché, se la montagna produce ricchezza, anche tutto il comparto sportivo collegato ne trae beneficio. E di questa ricchezza la Fisi e le sue componenti, vogliono fare parte.

E’ su questo progetto complessivo che chiedo a tutti di voler impegnare tutte le proprie energie. Abbiamo bisogno di tutto e di tutti con un impegno e una collaborazione che siamo certi sarà solidale e leale. L’incarico che, con voi, mi avvio ad assumere è difficile e faticoso. E sicuramente, né io né voi, siamo dei santi. Loro fanno i miracoli. Noi speriamo almeno di saper fare bene il nostro dovere e di onorare fino in fondo la fiducia e il sostegno che l’intera FISI ci darà, riponendo in noi, noi tutti, una speranza che non possiamo certo tradire.

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