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Shock Coronavirus per le economie mondiali

Con l’aggiornamento dei parametri diagnostici a quelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in Cina sono saliti a 1.500 i decessi e a oltre 60mila i contagi totali (dato ufficiale alla giornata di ieri). Un’impennata, largamente attesa da parte degli addetti ai lavori. A conferma dell’estrema pericolosità del nuovo Coronavirus, oltre che della sua capacità di diffusione. Un virus che colpisce da un lato il sistema sanitario dei singoli Paesi, dall’altro le economie nazionali sempre più globali e interconnesse.
Sul tema l’agenzia di ratingStandard & Poor’s” ha le idee ben chiare: la velocità del contagio rappresenta un rischio concreto per l’economia. Oltre a ciò il rallentamento della Cina, le cui previsioni sul Pil (Prodotto interno loro) sono state ridotte dal 5,7 al 5%, impatterà per lo 0,3% sul Pil globale (nel 2020). Sempre nel report di “S&P” si legge che se l’epidemia dovesse diventare più veloce e diffusa, sono previsti costi umani più alti che coinvolgeranno molti Paesi meno preparati ad affrontare una potenziale pandemia e i costi economici e di credito associati.
Uno scenario da incubo visto che la Cina rappresenta 1/6 del PIL mondiale (oltre il 16% -nel 2003 valeva il 4,5% – dati Banca Mondiale). Wuhan (capoluogo della provincia di Hubei, nella Cina centrale, con oltre 11 milioni di abitanti), dove è stato individuato il virus colpevole del contagio, è considerata la “Detroit” cinese. Qui vengono prodotte auto (impiegando 250 mila lavoratori) per GM, Citroen e Renault, ed è conosciuto come uno dei poli principali dell’acciaio mondiale. Se l’epidemia dovesse proseguire potrebbero esserci nei prossimi mesi ripercussioni pesanti per l’automotive e per i settori dell’indotto.

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Redazione

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