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SEI NAZIONI: UN AFFARE VITALE PER LA FEDERUGBY. SUL CAMPO INVECE 21 SCONFITTE CONSECUTIVE

(di Dario Leo) – Con la sconfitta del 10 marzo scorso, rimediata a Twickenham contro l’Inghilterra (57 a 14), salgono a 21 le sconfitte consecutive rimediate dalla nazionale italiana di rugby nel torneo Sei Nazioni, una lunga striscia di insuccessi iniziata dal febbraio 2015, quando gli azzurri sbancarono Murrayfield, casa della Scozia.
In molti, in Italia, si chiedono se abbia senso continuare a partecipare ad un torneo dove il livello tecnico delle altre nazionali è esponenzialmente più alto, e le sconfitte arrivano puntuali ad ogni edizione. Al di là del prestigio sportivo, la partecipazione consente alla Federazione tricolore di dare visibilità ad uno sport che, pur rimanendo di secondo piano nel palcoscenico italiano, ha visto aumentare di molto i praticanti nell’ultimo ventennio anche e soprattutto grazie alla vetrina del Six Nations.
Ma soprattutto gli introiti economici derivanti dal torneo sono vitali per la sopravvivenza della federazione. Si pensi che l’edizione 2019 del Sei Nazioni frutterà alle casse della FIR circa 19 milioni di euro, poco meno del 50% del budget annuo, un dato per altro che, in controtendenza con i risultati sportivi, aumenta di anno in anno (nel 2016 i ricavi furono di 16 milioni).
Circa l’80% dei 19 milioni deriva dai diritti tv, che vengono gestiti dalla società Six Nations Limited e ripartiti per il 75% alle sei squadre partecipanti in parti uguali, sistema che avvantaggia l’Italia , dove la trasmissione in chiaro della partite sull’emittente DMAX costa alla piattaforma Discovery solo 2 milioni di euro, mentre la BBC ne paga 50 per la trasmissione nel Regno Unito.
Voce secondaria ma non meno importante sono gli introiti che provengono dagli incassi del botteghino: La FIR ha un accordo con il CONI, che gestisce lo Stadio Olimpico di Roma; superata una certa quota di incasso, la federazione diventa shareolder al 50%. Di conseguenza in questa edizione, l’Italia incasserà 5 milioni di euro, dato in realtà in calo rispetto alle prime edizioni in cui la nazionale ha disputato le partite casalinghe all’Olimpico.
La restante parte degli introiti sono versati dal Main sponsor Cattolica Assicurazione, che dal Luglio del 2018 ha sostituito Cariparma dopo un rapporto con la FIR di 12 anni. Si calcola che ogni anno il torneo delle Sei Nazioni di rugby generi un giro d’affari di oltre 500 milioni tra diritti tv, sponsor, e indotto per le città ospitanti. L’Italia è all’ultimo posto anche in questa classifica, ma questo non rappresenta certo una sconfitta per la FIR, che continua a lottare per mantenere viva la propria partecipazione, ed in un certo senso, la propria sopravvivenza ad alti livelli.
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Redazione

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