Scuole Calcio: più passione o più business?

In Italia sono poco meno di 7.500, quasi quante le scuole medie.
Le rette annuali variano da 200 a 1100 euro. Ogni anno iniziano a giocare
300mila bambini. Sogni che poi si infrangono sulla crudele realtà fatta di
numeri e di certezze. Legittimo sperare, ma i giovani vanno protetti da quelli che
si chiamano elementi di disturbo. Le statistiche parlano di 1 su 5000 riesce a
correre sui campi di serie A ed è un dato fortemente in peggioramento dato
anche l’ingaggio crescente di giovani promesse straniere. A questo dato va
aggiunto un cambiamento di trend. Dai 12/14 anni le scelte sono più fisiche e
meno tecniche. “Lo prendiamo. Fisico possente, ad addrizzare i piedi ci
pensiamo noi” Queste sono spesso le parole che si sento pronunciare da
osservatori, reclutatori di giovani speranze e società di calcio. La tecnica
sta passando in secondo piano e il dato è confermato anche dal fatto che
la stragrande maggioranza dei giocatori italiani di livello di
ultima generazione è nata nel primo semestre dell’anno, dato allarmante di pericolosi
criteri di selezione basati spesso sulla struttura fisica piuttosto che sulla
maturità o predisposizione tecnica.

“Il
nostro è un caso particolare” tiene a precisare
Marco Valentini Responsabile Suola Calcio della Spes Artiglio “lavoriamo con amore per trasmettere passione. Molti dei nostri
ragazzi restano con la Spes Artiglio per l’affetto e il legame che ci lega
anche con le famiglie. Puntiamo prima di tutto sulla formazione psicologica e
sull’inserimento sociale del ragazzo. Ovviamente per andare avanti e tentare di
raggiungere obiettivi importanti  ci
vuole un po’ di talento, e quello non si insegna. Poi, c’è un percorso di
formazione complesso e accurato che noi alla Spes Artiglio sviluppiamo di
settimana in settimana: la crescita fisica la decide il Padreterno, quella
atletica, tecnica e tattica,  dipende dal
lavoro negli anni. Infine c’è il carattere: dividiamo le fasi di crescita in
diversi step tenendo presente che alcuni spiccano per intensità agonistica,
spirito di sacrificio, capacità di stare nel gruppo. Solo chi soddisfa tutti i
requisiti riesce a partecipare a selezioni ancora più rigide e può farcela.
Rispetto a dieci o vent’anni fa, i ragazzi hanno più distrazioni, faticano a
concentrarsi sull’obiettivo, vogliono il traguardo facile. Noi preferiamo
eliminare elementi di disturbo come questi evitando di illudere i ragazzi a
facili aspettative. I sogni spesso devono fare i conti con la realtà e per noi
lo studio e la crescita culturale sono cose che fanno parte delle fondamenta
dell’uomo. Il calcio come qualsiasi altro sport deve essere vissuto per gradi.
Prima il divertimento, poi la crescita agonistica, l’intensità dilettantistica
e infine, per chi vuole e per chi è predisposto, si può raggiungere l’obiettivo
finale di accasarsi in qualche importante squadra professionistica.  

La Scuola, i
costi e la struttura come siamo messi nella realtà romana?
Lo abbiamo chiesto ai presidenti della Spes Artiglio Massimo Romagnoli, Mauro Esposito, Agostino
Gioacchini.

La scuola calcio fa giocare circa 300 bambini: Ci piacerebbe
incontrare i genitori per le partite, gli allenamenti e per il nonsolocalcio
(iniziativa culturale in cui crediamo parecchio) e non incontrarli in
segreteria per pagare la retta annuale per uno sport che si basa sulla parola
“gioco” ma questo è.”
Massimo
Romagnoli
aggiunge: “La Spes Artiglio il discorso sociale non lo
abbandona mai. Siamo una realtà che opera in una zona centrale di Roma, e
questo può essere un vantaggio, ma sono altresì presenti situazioni di
difficoltà (dato  anche il contesto
macroeconomico generale). Se si presentano famiglie in difficoltà, i bambini
giocano lo stesso e i genitori rateizzano il pagamento della quota annua. Può
accadere qualche rara volta che saltano la rata di fine anno ma i bambini
continuano a giocare, pagheranno quando avranno la disponibilità. Certo, non è
una posizione ufficiale ma è una cosa che  facciamo con piacere soprattutto per rispetto
dei bambini che hanno credo diritto a divertirsi giocando al calcio. Per quanto
riguarda al struttura importanti investimenti sono nel piano di sviluppo per il
2014 dove rifaremo ad agosto il campo da calcio a 11 e quello da calcetto con
il nuovo manto moderno e secondo normativa federale. Infine a settembre apriremo
la palestra. C’è molta carne sulla brace ma vorremmo centellinare le notizie in
modo da rispettare tempi e impegno nei confronti dei vostri lettori.”

I costi che
supporta una scuola calcio di primissimo livello come la Spes Artiglio sono
molti e  sono coperti dalle iscrizioni,
dalle quote annuali ma spesso non si arriva a coprire il gap. Qui subentrano
gli sponsor tecnici  e main sponsor. Su
questo fronte cosa siete messi?
Vede, noi facciamo i conti al
centesimo ogni anno per far quadrare entrate ed uscite. Le voci di costo sono
parecchie, non è lo stesso per le entrate. Abbiamo molte persone che lavorano
all’interno della scuola con elevata professionalità.  Non le nego che supporti finanziari esterni
fanno comodo soprattutto per svolgere dei tornei al di fuori delle mura di
Roma. Tornei importanti come ad esempio il Valpolicella, oppure il torneo di Ravenna.
Mentre per il materiale tecnico e didattico siamo riusciti a raggiungere degli
accordi importanti che ci supportano tutta al stagione, per i tornei quest’anno
ci stiamo muovendo con largo anticipo nella speranza di poter regalare ai
nostri ragazzi esperienze importanti in modo da non pesare sulle casse delle
famiglie.

In questi
ultimi mesi nell’ambiente si sono rincorse le voci che proprio la scuola calcio
Spes Artiglio è sotto osservazione da parte dell’Ac. Milan e della stessa As.
Roma (ricordiamo che la Spes fa parte di una delle affiliate all’As. Roma) solo
voci o c’è qualcosa di concreto?
Onestamente non so di quali
voci stia parlando. Non potremmo mai immaginare la Spes Artiglio lontano dell’affiliazione
con l’as Roma. E’ un legame storico, importante e di assoluto valore.”

Concludiamo
il nostro articolo dicendo che proprio in questi giorni la Scuola Calcio Spes
Artiglio ha sul tavolo diverse proposte di collaborazione e sponsorizzazione
che la Presidenza sta vagliando. Questi sponsor dovrebbero partecipare al
finanziamento dei tornei nazionali in diverse categorie. Anche in questo caso
bisogna andare cauti. I settori merceologici sono diversi: dalla ristorazione,
ai gioielli e preziosi per finire al settore automobilistico. Nomi e chiusure
di sponsorizzazione saranno seguiti sempre da sporteconomy in esclusiva.
In Italia sono poco meno di 7.500, quasi quante le
scuole medie. Le rette annuali variano da 200 a 1100 euro. Ogni anno iniziano a
giocare 300mila bambini.

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Marcel Vulpis

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