Salary cap su Formiche: soluzione ai problemi o semplice miraggio?

Salary cap: soluzione ai problemi o miraggio?

 

di Marcel Vulpis

 

Si torna a parlare di Fair Play Finanziario e di
“salary cap” o tetto salariale per i calciatori. L’idea sarebbe
giusta, oltre che suggestiva, soprattutto in un Paese, come l’Italia, dove ogni
presidente di calcio vive il proprio club come un giocattolo. Purtroppo però
bisogna guardare anche la realtà. E la realtà è appunto quella di un sistema
calcio in mano a 20 uomini che se la comandano in tutto e per tutto, senza
dover rispondere mai del loro operato, nel bene o nel male. Il tetto salariale
pertanto potrebbe anche essere una idea auspicabile, ma per realizzarla ci
vuole un clima coeso all’interno delle diverse leghe professionistiche
italiane. Al momento non mi sembra che ci sia questa occasione di rilancio,
anche perchè bisognerebbe arrivare a un accordo comune con club, calciatori (e
il loro procuratori) e AIC.

Dall’altro punto di vista ci troviamo di fronte comunque a
un periodo economico che impone scelte “draconiane” e quella di imporre
(per accordo tra le parti) un tetto ai salari è un elemento su cui dovrebbero
riflettere tutti i soggetti coinvolti. Così, comunque, il sistema calcio
italiano, che fattura molto poco rispetto ad altri campionati, non può
continuare ad andare avanti. O ci si rimette veramente in riga o tutto il
giocattolo rischia di “implodere”.

Vedere una serie A-Tim con un rapporto ricavi/salari pari al
75% è un qualcosa di insostenibile sia a livello concettuale che a livello
economico. Praticamente per ogni 100 euro di ricavi, ben 75 finiscono nelle
tasche di calciatori e a cascata dei loro procuratori o intermediari.
Considerando che le stelle all’interno di ogni squadra sono al massimo tre,
sempre che ci troviamo di fronte a un top club, è chiaro che il resto della “rosa”
è comunque strapagata rispetto alla media. Nelle produzioni di Hollywood i
due/tre attori principali sono strapagati, gli altri non possono pesare sui
budget dei film, anche perchè non ci sarebbe più guadagno per i produttori. E’
un sistema, il nostro, che non ha più senso di esistere, e che soprattutto non
genera utili. Ecco perchè quando sento parlare di impresa-calcio mi viene da
sorridere. Ma quale sarebbe questa impresa, se ogni anno i club finiscono
puntualmente in “rosso” e devono ricapitalizzare prima dell’inizio
della stagione calcistica successiva?

E’ tempo di riforme e di scelte, ripeto, draconiane, per il
bene del sistema calcio nel suo complesso. 

Su Formiche.net un nuovo intervento del direttore dell’agenzia Sporteconomy sul tema del tetto salariale (salary cap). Il tutto inserito in un periodo di grandi mutamenti all”interno delle tre leghe professionistiche. 

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