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Rassegna stampa – Il bilancio di chiusura della MLS

Pubblicato il 17 giugno 2009

Come tutti gli anni la stampa Usa traccia il rapporto riguardo le presenze negli stadi della Major League Soccer rispetto alle stagioni precedenti, e quest’anno, la prima volta durante l’era Garber, la media spettatori della lega pro soccer più importante d’America registra un sostanzioso calo, -8,82%, per la gioia di Jim Rome, che dopo tanti trapianti di fegato può finalmente tornare a gioire.

Questo calo è stato in parte attutito dalla new entry dei Seattle Sounders, che con i suoi 29400 tifosi presenti ogni domenica al Qwest Field, ha fatto si che la flessione non fosse ancora maggiore, altrimenti si parlerebbe di un ben più pesante 15,52%.

Le ragioni di questa vistosa diminuzione sono da ricercarsi in più fattori, prima di ogni cosa la crisi economica, la peggiore dal 1929, che proprio da qui è partita. Molta gente ha perso il lavoro e per non affondare del tutto ha limitato i danni magari trovando un Mc-job, o ha dovuto vendere la casa, o ha subito una forte riduzione delle entrate con la perdita di lavoro del coniuge o una significativa decurtazione dello stipendio, cosa che negli Usa è possibile, pur di non perdere il posto di lavoro e con esso tutto il resto.

E’ chiaro che in una situazione così le famiglie dovendo tagliare sul superfluo, hanno come in ogni parte del mondo in una situazione come questa tagliato le spese alla voce intrattenimento e divertimento. D’altronde come dicono laggiù "When hard times hit, you have to start to cut fat!" vale a dire quando sono tempi duri, devi tagliare il non necessario.
C’è chi oltre a questo da la "colpa" alle finali dell’N.B.A. che proprio ora si sono concluse laureando campioni i leggendari Los Angeles Lakers, o alla Stanley Cup, finale della lega pro hockey N.H.L.

Proprio la Major League Soccer pianificava in tempo breve di raggiungere e superare in termini di presenze e di seguito la N.H.L. ma la doccia fredda degli ultimi dai fa riporre a Don Garber e il suo staff i sogni di gloria nel cassetto.

Altri danno la colpa al mancato arrivo di David Beckham, che ha preferito rimanere in Italia in forza all’A.C. Milan, invece di tornare come ha fatto Donovan l’8 Marzo. Questa sua decisione, discutibile ma comprensibile anche se sicuramente legata anche ai capricci della moglie Victoria Adams, ha fatto perdere di credibilità all’intera lega, che certamente non pensava di poter competere contro la serie A italiana o le altre leghe europee di prim’ordine, ma il mancato arrivo dell’inglese nei tempi precedentemente stabiliti ha dato un idea oltre che di debolezza anche l’impressione che il progetto di portare il fuoriclasse inglese ai Los Angeles Galaxy, con l’intento di far aumentare la credibilità, e di conseguenza sponsorizzazioni, retribuzioni, popolarità e livello di gioco, (un pò come quando l’oramai defunta N.A.S.L. fece arrivare Pélé ai Cosmos) venisse percepito come fallimentare, facendo così tornare la M.L.S. alla situazione del 2004 e dando così ragione ai tabloid inglesi che avevano soprannominato la lega "Il campionato di Topolino".
A queste ragioni, va anche aggiunto anche il pessimo andamento di alcuni club, alcuni dei quali senza progettualità oramai da anni, dove urgerebbe un cambio di presidenza o magari anche solo di gruppo dirigenziale.

In questa casistica figurano Dallas e New York, entrambe fanalini di coda delle rispettive conference. A Dallas i risultati mancano da ben tre anni ed i tifosi si sono stancati, facendo così registrare agli Hoops una flessione del 34,78%, complice sicuramente il pessimo andamento della squadra nonostante alcune buone individualità come ad esempio Ken Cooper e l’ala olandese Van Der Berg strappato ai New York Red Bulls, i quali dopo in finale dello scorso anno, impensabile anche per il più sognatore dei tifosi, sono ripiombati nella loro mediocrità. Juan Pablo Angel oramai latita anche perchè gli anni si fanno sentire, Jorge Rojas e Juan Pietravallo, già deludenti lo scorso anno, continuano nell’anonimato, e le speranze dell’anno scorso, vale a dire il portiere Danny Cepero e il giovane centravanti giamaicano Dane Richards, che ben facevano pensare per il futuro, non stanno dando i frutti sperati.
Dulcis in fundo, il centrocampista spagnolo Albert Celades, già di F.C. Barcelona e Real Madrid e annunciato come l’uomo della svolta, ha anche lui fatto perdere le tracce di se. In questo panorama di sfacelo e speranze deluse, i tifosi hanno abbandonato la squadra complice anche la precoce eliminazione dalla U.S. Open Cup, facendo così registrare una flessione del 18,92%, lasciando così un drappello di 10966 aficionados, numero ridicolo per un bacino come quello di New York e del New Jersey, tristemente dispersi in quel Giant Stadium che negli anni ’70 aveva registrato anche medie maggiori ai 70.000 paganti…

Male anche gli storici e rinati San Jose Earthquakes, anche loro nei bassifondi della classifica e con un -33,98 rispetto all’anno scorso. La squadra era stata riammessa alla lega solo lo scorso anno con una nuova cordata di imprenditori, per cui come qualsiasi expansion team ha impiegato molto tempo per affiatarsi, e la parte finale della stagione, coincisa con una discreta ripresa, aveva fatto pensare ad un’annata successiva migliore con una squadra che avrebbe lottato per i play-off, e che la nuova proprietà avrebbe investito nel miglioramento del roster per la stagione successiva, così da ridare entusiasmo ai propri tifosi abituati ad una squadra di vertice vista anche la storia del loro club che affonda le radici nel lontano 1974.

Nonostante gli arrivi di Pablo Campos, brasiliano arrivato dal GAIS Goteborg, invero non nuovo negli Usa perchè già in forza al Fresno Fuego nella lega minore PDL, il centrocampista Bobby Convey, con esperienza in Premier League prelevato dall’FC Reading, l’esperto Cam Weawer, cavallo di ritorno dalla fredda Norvegia di recente scambiato con gli Houston Dynamo per Chris Wondolowsky, il difensore Michael Zaher in arrivo dai titolati Washington D.C. United, il centrocampista neozelandese Simon Elliot già del Fulham e l’attaccante prelevato al superdraft Quincy Amarikwa, la squadra non è ancora competitiva e langue nelle zone basse della classifica, ragion per cui i tifosi locali, delusi dall’andamento dei loro beniamini hanno disertato lo stadio, (anzi gli stadi, visto che i Quakes giocano in casa sia al Buck Shaw Stadium che all’Oakland Alameda County Coliseum, già casa degli Oakland Clippers verso la fine degli anni ’60), cosa che non deve scandalizzare nè essere un’occasione in più per i critici del soccer Usa per tacciare il tifoso di americano di scarsità di attaccamento e mancanza di attitudine perchè -purtroppo- accade anche in Europa.

Rimanendo in California e passando da San Jose a Los Angeles sponda Galaxy, è facile notare un vistoso calo all’Home Depot Center quando la squadra storica losangelina gioca in casa, -22,42%.
Sicuramente pesano tre anni consecutivi disastrosi, l’andamento attuale della squadra sebbene i play-off sembrino a portata di mano, il mancato ritorno di David Beckham, che faceva si che tutte le domeniche ci fosse il tutto esaurito anche quando la squadra era sprofondata nei bassifondi della classifica, la crisi economica che in California si è sentita più che altrove e sicuramente ha pesato anche l’annata super dei Los Angeles Lakers, freschi campioni N.B.A. e che nella loro città sono considerati un’istituzione.

Tutto questo mentre i cugini rivali del C.D. Chivas Usa dopo due annate durante le quali nonostante l’andamento del loro club fosse migliore di quello dei Galaxy avevano perso circa il 33%, registrano finalmente un sensibile incremento del 6.51%, sicuramente merito del loro campionato di vertice, grazie anche ai nuovi arrivi Mariano Trujillo, centrocampista in arrivo dall’Atlante, uno dei club più prestigiosi del Messico, così come sempre dalla terra degli aztechi, anche se dall’U.A.G. Tecos viene l’attaccante Eduardo Lillingston. Completano la lista dei nuovi arrivi il centrocampista serbo Bojan Stepanovic prelevato dall’FK Srem, e dulcis in fundo il difensore canadese Ante Jazic, prelevato dai cugini del Galaxy. Aggiungiamo poi il ritorno del cubano Maikel Galindo, l’anno scorso infortunato e una squadra che ha in rosa giocatori come Alecko Eskandarian, Jonathan Bornstein, Ante Razov e Sacha Klijestan, solo per fare qualche nome, e il quadro è completo.

-5,91% per la compagine del Real Salt Lake dopo anni di aumenti sugli spalti dell’allora Rice-Eccles Stadium di proprietà dell’università locale, sostituito l’anno scorso a campionato in corso dal Rio Tinto Stadium, soccer specific stadium di proprietà della franchigia.
La squadra si è rinnovata con le partenze di Kenny Deuchar, salpato alla volta della Scozia, Dema Kovalenko approdato a Los Angeles sponda Galaxy, Nathan Sturgis pescato dai Seattle Sounders nell’expansion draft, e gli arrivi dell’ attaccante argentino Luis Miguel Escalada, precedentemente in forza ai Newell’s Old Boys, il centrocampista Ned Grabavoy, ex San Jose, e i due centrocampisti arrivati tramite superdraft Jean Alexandre, di origine haitiana, e Raphael Cox.
Nonostante i nuovi arrivi la squadra un pò stenta, ma i play-off sono ancora a portata di mano, per cui il calo forse è solo da attribuire esclusivamente alla crisi della quale si è già molto parlato, visto che durante le prime annate del sodalizio realmente disastrose dal punto di vista sportivo, con i play-off raggiunti per la prima volta l’anno scorso durante il quarto anno di vita della squadra, si erano sempre registrati vistosi incrementi nelle presenze.

Stessa spiegazione si potrebbe dare per l’altrimenti inspiegabile diminuzione del 28,67% registrata al Toyota Park, casa dei Chicago Fire, nonostante il campionato di vertice fin qui disputato complice un Cuauhtemoc Blanco in gran spolvero tanto da essere richiamato nella nazionale messicana per salvarne le sorti, e nonostante a una campagna acquisti non sensazionale con il solo Tim Ward, l’anno scorso in forza ai Colorado Rapids con esperienze professioniste, mentre Baggio Husidic, Stefan Dimitrov e Andrew Dykstra arrivano dal superdraft.
Chicago è una delle aree più industrializzate del paese e la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro avvenuta anche nello stato dell’Illinois ha sicuramente inciso sulla flessione delle presenze allo stadio, essendo il soccer lo sport della working class, classe che per prima ha subito gli effetti del crack economico cominciato coi mutui subprime.

Stesso discorso vale per il club capitolino dei Washington D.C. United profondamente rinnovatisi dopo una stagione disastrosa salvata grazie alla vittoria della U.S. Open Cup e ripiombati al vertice della loro conference dopo un inizio leggermente in sordina. Epurati i deludenti sudamericani Marcelo Gallardo, Gonzalo Peralta, Ivan Guerrero e Gonzalo Martinez, liberatisi del pessimo Zach "Butterhead" Wells, ritiratosi dal soccer professionista, tagliati i vari Francis Doe, i fratelli Carrol, Charlie Thompson, Joe Vide, Ian Thorpe e qualche altro sconosciuto carneade, ceduti Rod Dyachenko e Quavas Kirk ai Minnesota Thunder e Michael Zaher ai Quakes, hanno aggiunto linfa nuova grazie agli arrivi del difensore Anthony Peters, proveniente dalla University of Kentucky ma con esperienze in Norvegia ed Islanda, il costaricano Rodney Wallace, anche lui difensore, i centrocampisti Brandon Barklage, Chris Pontius e il portiere Milos Kocic, con passaporto serbo, tutti provenienti dai vari college disseminati negli Stati Uniti. Dai professionisti invece arrivano il difensore italo-americano John di Raimondo, aquisito dai Colorado Rapids, il portiere Josh Wicks, non eccelso nei Galaxy ma che nella capitale sembra essere migliorato moltissimo, il croato Dejan Jakovic, in precedenza nel club serbo Stella Rossa di Belgrado anche lui chiamato a rinforzare la difesa assieme a John Avery, all’esordio in MLS dopo aver vestito la casacca del club militante in USL 1 F.C. Miami.
Sempre dai Rapids arriva la vecchia conoscenza Christian Gomez, mentre l’attaccante congolese Ange N’Silu proviene dagli svizzeri dell’F.C. Le Mont. Nonostante il roster rivoluzionato e i buoni risultati, gli spalti dell’R.F.K. Stadium, casa dei capitolini fino alla costruzione del per ora soltanto sognato soccer specific stadium sulle rive del fiume Anacostia, registrano una inspiegabile flessione del 28,85%.

Più moderato il salasso in casa Colorado Rapids, -14,65% dovuto forse alle ultime prestazioni senza lustro dell’ultimo biennio quando la squadra era gestita dall’uruguagio nazionalizzato americano Fernando Clavijo nonostante ora i Rapids siano a ridosso dell’area play-off. Durante il mercato sono usciti dal roster John di Raimondo, Christian Gomez, entrambi approdati nella capitale, Bouna Coundoul al quale non è stato rinnovato il contratto così come sono stati tagliati John Hugues, Jose Burciaga junior, Steve Zambrano e qualche altra comparsa, mentre Mike Petke è stato ceduto ai derelitti New York Red Bulls, Nico Colaluca ha preso la via di Boston, Facundo Erpen ha scelto di militare in USL 1 prestando i suoi servigi alla franchigia di Miami, Tim Ward è stato acquistato dai Chicago Fire, Kwane Sarkodie è ora nel New Jersey con la maglia dei Rochester Rhinos, mentre Steven Keel e Tony McManus vestono la casacca dei Portland Timbers.
In entrata sono invece stati tesserati il portiere Matt Pickens, ex Queen’s Park Rangers, il difensore Rob Valentino, di provenienza New England Revolution, chiamato a rinforzo della linea difensiva assieme al collega Scott Palguta, prelevato dai Rinoceronti di Rochester, coadiuvati dall’ onduregno ex Washington D.C. Ivan Guerrero.
Singolare l’acquisto del disastroso difensore Ty Harden, ex Los Angeles Galaxy, rimasto inattivo per un anno causa la sua scelta di lavorare per un’associazione umanitaria, mentre l’attaccante della Guyana Britannica Gregory Richardson arriva dal club trinidegno Joe Public. Concludono la lista dei nuovi arrivi il portiere Steward Ceus, il difensore Michael Holody e l’attaccante Ross Schunk, tutti e tre in arrivo dal
superdraft. Come già detto la stagione dei Rapids è ancora salvabile, ma ci vuole tempo(e almeno una qualificazione ai play-off) per riavvicinare i tifosi allo stadio dopo anni di prestazioni mediocri e senza gloria.

Un segno meno viene registrato anche dagli Houston Dynamo, -7,51, forse per la perdita di due giocatori chiave, vale a dire Nate Jaqua, partito assieme a Patric Ianni alla volta della Emerald City, ma soprattuto il canadese Dwayne De Rosario, assieme a Brian Ching simbolo dei Dynamo. Però va detto che anche due anni fa nonostante il campionato di vertice di Houston, il pubblico subì una flessione ancora maggiore, attorno al 10%. Forse i tifosi dei Dynamo vogliono essere "coccolati" con l’acquisto di un designated player? Questa è un’ipotesi da tenere in considerazione.

Modesto aumento (+0,43%) per i canadesi del Toronto F.C., che grazie soprattutto agli acquisti di Dwayne De Rosario, che proprio a Toronto aveva mosso i suoi primi passi con la maglia dei Toronto Lynx e Adrian Serioux, altro giocatore canadese, ha aumentato il già ingente entusiasmo attorno alla franchigia pro soccer di proprietà dei Toronto Maple Leaves, considerati un’istituzione da quelle parti.
L’incremento potrebbe essere ancora maggiore se il B.M.O. Field potessere essere allargato, ma sicuramente i tifosi di Toronto, pubblico tra i migliori della lega, andrebbero premiati col raggiungimento dei play-off, cosa ancora difficile visto il rendimento altalenante della squadra, ma nella Major League Soccer la storia ci ha insegnato che non è possibile fare pronostici visti i continui e spesso repentini colpi di scena.

Dopo anni di continue flessioni ecco un +2,32% ai Kansas City Wizard, quest’anno terzi nella Eastern Conference seppur con una campagna acquisti non eccezionale, con l’acquisto dell’argentino Santiago Hirsig, centrocampista proveniente dal San Lorenzo de Almagro, l’attaccante Adam Cristman, ex New England Revolution, e gli arrivi del superdaft del difensore Matt Besler e del centravanti Graham Zusi, a rimpolpare le partenze di Carlos Marinelli, che come Trujillo è approdato in Colombia, Kerry Zavagnin, ritiratosi dal calcio giocato, e Tyson Wahl, lasciato scoperto e prelevato da Seattle.
Si aggiunge a questi nuovi acquisti un Claudio Lopez in gran spolvero, il quale ha accettato una consistente riduzione dello stipendio pur di rimanere nel Missouri e il traguardo della prestigiosa Superliga, ancora da disputare, raggiunto lo scorso anno, a dimostrazione che i tifosi di Kansas City vogliono sicurezza, cosa che per anni non hanno avuto vista la difficoltà del defunto ma mai dimenticato Lamar Hunt a trovare una cordata disposta a comprare la squadra, e l’impossibilità di trovare i fondi per la costruzione di un soccer specific stadium, fondamentale se si vuole continuare a militare in MLS, oltre che una squadra che sia competivia.
Per ora i traguardi sembrano raggiunti, e i maghi di Kansas City vengono premiati così con questo aumento di presenze al Community America Ballpark, in attesa che il soccer specific stadium venga inaugurato nel 2011.

+1,20 per i campioni in carica Columbus Crew, che dopo una falsa partenza ora sembrano tornati tra le squadre papabili al titolo cercando così di emulare Washington e Houston, tutto questo nonostante la dipartita del tecnico del miracolo Sigi Schmidt e una rosa depauperata dalla partenza di Brad Evans, che ha seguito il suo tenico, Stefany Miglioranzi, approdato ai Los Angeles Galaxy, Ezra Hendrickson che ha appeso gli scarpini al chiodo, Andrew Peterson, finito ai Minnesota Thunder, Brian Plotkin, ora militante nei Carolina RailHawks, George Josten, finito in Oregon alla corte dei Portland Timbers e Ricardo Pierre-Louis ora in forza ai Cleveland City Stars.
Gli unici due nuovi arrivati sono Alex Grendi, centrocampista in arrivo dall’università di Pennsylvania, e il difensore Gregg Brunner precedentemente a Miami in USL 1. Il nuovo tecnico, il polacco Robert Warzicka, dopo il tempo di attamento necessario quando si passa dall’allenare le giovanili alla prima squadra sembra aver ridato slancio ai Crew che vengono così premiati con questo sensibile aumento di presenze tra le mura amiche del Columbus Crew Stadium, a dimostrazione che i buoni risultati scaldano anche le piazze in apparenza più tiepide quando non addirittura fredde.

Ma la squadra che in mezzo a tutti questi segni meno e modesti incrementi ha conseguito il risultato migliore (+11,86%) sono i New England Revolution allenati dal britannico Steve Nicol, che da anni ha fatto di necessità virtù diventando maestro, come già qualcuno ha scritto a "fare le nozze coi fichi secchi", cercando bene nei vari superdraft e tra i giocatori tagliati dalle altre squadre, vista la "parsimonia" del patron Kraft. Boston è al momento a ridosso dei play-off e a soli sei punti dalla vetta, e Steve Nicol ha il merito di aver riempito la bacheca dei Revs con una U.S. Open Cup, a parziale consolazione della finale persa nel 2007 contro gli Houston Dynamo, e una Superliga lo scorso anno salvando una stagione finita un pò "a coda di pesce" per i troppi infortuni.
Durante la campagna acquisti New England ha scambiato Rob Valentino per Nico Colaluca con i Colorado Rapids, e ha ceduto Adam Christman a Kansas City, Khano Smith a Seattle e Michael Parkhust ai danesi dell’F.C. Nordsjaelland. Sono arrivati dalle varie scelte del college draft il portiere Zach Simmons,e i difensori Kevin Alston e Darrius Barnes, mentre il centrocampista Michael Videira, originario del Massachussets, viene dal club scozzese dell’Hamilton Accademial, dove però non ha totalizzato nessuna presenza per via di una lunga serie di infortuni.
Completano la lista delle new entries i due africani Assengue Ombiogno, attaccante camerunense proveniente dai Daga Young Stars e il difensore Emanuel Osei, ganese proveniente dal Liberty Professionals ma con precedenti esperienze in Romania con il Timisoara, in Germania con l’A.S.V. Cham e in Italia con il Livorno. Riusciranno i New England Revolution a riconquistare la Superliga ed entrare nei play-off, e magari conquistare finalmente la loro prima MLS Cup? Lo sapremo nelle prossime puntate…

Questo vistoso calo di spettatori negli stadi americani deve comunque far riflettere profondamente il commissioner Don Garber e il suo staff. Certamente la crisi globale che proprio dagli Usa è partita ha fatto la sua parte, così come il mancato ritorno nei tempi prestabiliti dell’inglese David Beckham, (vedremo cosa succederà dopo il 15 Luglio), ma attribuire parte della diminuzione alle finali di N.B.A. e Stanley Cup sembrano scuse che lasciano il tempo che trovano.
E’un segnale che non deve essere sottovalutato e forse significa che è il momento di rivedere il contratto collettivo dei calciatori che scade al termine della stagione 2010, perchè come già precedente qualcuno ha abbondantemente spiegato i giovani scelti come developental player ricevono salari da fame, e per questa ragione molti di loro scelgono di militare in squadre straniere quando non addirittura in USL senza passare per la Major League Soccer, in più l’angusto salary cap di 2,7 milioni di dollari fa si che molti americani, una volta approdati in Europa, non solo in Premier League o Bundesliga ma anche in leghe minori come quelle danesi e norvegesi solo per dirne alcune, non tornino più negli Usa dove potrebbero invece insegnare ai propri compagni di squadra quello che hanno imparato in Europa facendo così crescere il livello di gioco della lega, cosa fondamentale se si vuole lo spettacolo in campo e gli spettatori allo stadio, più dei designated player che certamente sono importanti ma che da soli non possono fare la differenza nè addossarsi il pesante fardello delle sorti del soccer Usa (perchè dovrebbero farlo proprio loro poi?), anche perchè il pubblico Usa, grazie alle tv via cavo ed internet sa oramai riconoscere un prodotto ottimo o anche buono da uno scadente, cosa che fa si che molti appassionati di soccer seguano la seria A, la Bundesliga, La Liga o la Premier League comodamente spaparanzati sul loro divano invece di supportare le franchige pro soccer locali.

fonte: www.playitusa.com

Il portale specializzato in sport professionistici americani, PlayitUsa.com, ha realizzato un interessante servizio di chiusura e di bilancio sulla Major League Soccer (la serie "A" del calcio a stelle strisce).

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