Politica – Il “J’accuse” di Tavecchio (LND) sul calcio dilettantistico

Il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Carlo Tavecchio, ha lanciato, nei giorni scorsi, l’allarme sul futuro del dilettantismo sportivo italiano: "Lo sport di base è di fronte ad un grande rischio: nella Finanziaria 2008, in discussione in questi giorni in Parlamento, sono state escluse dal riparto del 5 per mille dell’Irpef le Associazioni Sportive dilettantistiche riconosciute dal CONI, senza parlare della riforma della legge 91 del 1981 e della ripartizione dei diritti televisivi, sulle quali attendiamo i prossimi sviluppi per capire in quale direzione si vorrà andare".
Un pericolo concreto, sul quale Tavecchio si dice anche pronto ad una protesta clamorosa: "Se non verremo ascoltati, siamo pronti a fermare tutti i nostri campionati".
La questione dell’accesso al 5 per mille dell’Irpef a favore delle associazioni sportive dilettantistiche è ormai da due anni al centro del dibattito politico: la norma, introdotta con la Finanziaria 2006 è stata di fatto cancellata con la recente azione del Governo. "Si tratta chiaramente – continua Tavecchio – di una scelta non condivisa. Nonostante le assicurazioni ricevute da più parti, questa politica fiscale taglia fuori un settore che rappresenta oltre quindici milioni di cittadini praticanti". E la Lega Nazionale Dilettanti, con i suoi 1.521.865 tesserati aggregati, rappresenta il traino non solo del calcio nazionale, ma di tutto il movimento dilettantistico italiano: dati alla mano, le persone coinvolte direttamente ed indirettamente dal fenomeno “calcio dilettante” sono infatti ben 23.500.000.

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Marcel Vulpis

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