Brasile 2014

Mondiale calcio – Il tiki taka spagnolo va in soffitta. Milioni di euro di pubblicita’ in fumo.

Insomma tutti rimasti a secco, dopo aver puntato migliaia di euro sulle fortune di Iniesta e compagni. Ma il tiki-taka non ha più quella intensità che si era vista in SudAfrica (2010) e Ucraina-Polonia (2012). Mentre ieri sera al Maracanà è emersa la velocità e il cinismo del gioco cileno guidato da King Arturo Vidal e da Alexis Sanchez, per nulla sazi di trofei in ambito internazionale, nonostante una stagione lunga e stancante in termini di dispendio di risorse fisiche e mentali. 
Adesso il Cile dovrà cercare di fare un nuovo miracolo superando nel terzo match del girone la nazionale oranje forte di otto reti in appena due partite. In gioco la leadership del girone. Per la Spagna un mesto ritorno in patria. Ci sono almeno 15 giocatori che possono essere innestati in una nuova selezione nazionale, ma è chiaro che il ciclo dell’armada invivibile è terminato ieri sera al Maracanà. Dispiace, ma questa è anche la bellezza del calcio: si vince o si perde, come nelle scommesse. 

Cosa avranno esclamato al 90° di Cile-Spagna (due reti a zero per i cileni), ieri sera al Maracanà di Rio, i 19 amministratori delegati degli sponsor (appunto ben 19) dei campioni del mondo iberici? Eh sì, perché la prematura eliminazione della “Roja”, dopo appena due partite della fase a gironi, non era attesa da alcun operatore del settore. Una disfatta totale, con milioni di euro bruciati in poco più di 90 minuti, perché chiaramente da domani i media spagnoli non saranno più assaltati da spender pubblicitari pronti a spendere pur di legare la propria immagine a quella della RFEF (la Federcalcio spagnola, campione del mondo e d’Europa in carica). Tra gli sponsor della Spagna, solo per ricordarne alcuni ci sono colossi come Movistar, Gillette, Iberdrola e LG, senza considerare Adidas (sponsor tecnico), Nissan e Iberia.

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Marcel Vulpis

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