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Marotta (Juventus): “Siamo riusciti a incrementare i ricavi e questo ha dato la possibilità all’area sportiva di potenziare il fattore di fuoco e comprare giocatori di anno in anno più di qualità

Beppe Marotta (DG Juventus FC) è intervenuto ai microfoni di SkySport per commentare il record di 6 scudetti consecutivi, mai centrato prima da nessuna squadra italiana nella storia del nostro campionato.

Il percorso della Juventus.

Abbiamo lottato tantissimo, ma la prima cosa che ha fatto con grande lungimiranza Andrea Agnelli è di aver creato la società. E quindi oggi abbiamo un tutt’uno, quei componenti, la tecnica chiaramente con l’allenatore, quella societaria e abbiamo una grande unità di intenti. Siamo riusciti in questo straordinario traguardo proprio perché, al di là delle forti motivazioni e del forte blasone, anche il fattore umano e la coesione tra i vari settori dell’azienda hanno portato a questo grandissimo risultato.

Dove potete arrivare adesso, al di là di quel 3 giugno?

È chiaro che il fattore economico sia un componente importante, anche quello umano lo è, qui siamo sinceramente competitivi. Per quanto riguarda la crisi della società, andava di pari passo, nel senso che man mano che venivano i risultati anche il brand si valorizzava ancora di più. Per cui siamo riusciti a incrementare i ricavi e questo ha dato la possibilità all’area sportiva di potenziare il fattore di fuoco e quindi andare a comprare giocatori di anno in anno più di qualità. Con un rispetto chiaramente per quelli che hanno vinto il primo scudetto, credo che siamo arrivati a questo sesto scudetto con una rosa a disposizione di altissimo livello europeo.

Su Allegri.

Aspettiamo che si concluda brillantemente questa straordinaria stagione. Posso confermare e ribadire che da parte nostra c’è grande soddisfazione per quello che ha fatto e quindi in queste parole c’è tutto. Noi saremmo contenti di proseguire con lui. Chiaramente ci dovremo incontrare ma sicuramente la disponibilità è ampia. Io credo che da uomo di calcio quale sono, non sia ancora concluso il ciclo Allegri-Juventus perché abbiamo ancora altri traguardi da conquistare e chi meglio di lui può interpretare questo ruolo.

 

La Juventus è ormai matura dal punto di vista economico per andare a prendere uno di quei tre/quattro giocatori che vediamo come fantascienza nel campionato italiano?

Credo che il mix giusto sia quello di andare in contemporanea alla ricerca dei talenti. I talenti sono tali e devono diventare campioni e quindi la Juventus sicuramente è la palestra ideale per quei valori che riesce a imprimere, per quel concetto di emulazione che i grandi campioni come Buffon, Chiellini, Bonucci e tanti altri riescono a trasmettere quando un Dybala arriva ex novo da una squadra di provincia. È chiaro che il divario economico con i grandi club è ancora notevole, per cui operazioni grandissime dal punto di vista economico ne possiamo fare una ogni tanto. Ma io credo molto nella cultura del lavoro, che è una componente grandiosa in questo successo, e credo anche nei giovani che abbiamo. Quindi, il giusto mix tra vecchio e giovane credo sia la ricetta migliore.

Insomma, quest’anno non arriveranno Messi o Neymar?

Credo sia proprio impossibile.

 Siete arrivati dove volevate arrivare, adesso resta difficile restarci?

Credo che sia non ripetibile questo ciclo vincente, ma intanto ce lo godiamo e guardiamo avanti con grande ottimismo, con grande serenità. Credo che una delle peculiarità di questa Società sia anche che grazie alla lungimiranza di Andrea Agnelli, giovane imprenditore, giovane Presidente, è riuscita a individuare due caratteristiche: la competenza e la delega. All’interno di questa struttura noi abbiamo un modello vincente dove tutti hanno la loro autonomia e le loro competenze. Io credo che al di là dell’aspetto economico, certamente rilevante, sia questa una delle componenti vincenti.

 Sulle caratteristiche dell’Andrea Agnelli di oggi.

Quella di essere comunque un Agnelli, figlio di cotanto padre, di cotanto zio. E quindi, al di là di essere il Presidente, è il primo, grande tifoso. Essere Presidente di un’azienda di business, oltre che un fenomeno sociale e sportivo, con il sentimento del tifoso non è facile. Ma credo che lui ce la faccia e direi che la cosa più importante che lui riesce a trasmettere è la tenacia e la juventinità, che significa tentare di vincere fino all’ultimo ogni volta che partecipiamo a qualsiasi competizione.

 

 

 

 

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