Si tratta a livello europeo di Svezia, Norvegia, Danimarca e Repubblica Ceca, seguite dalla JAAA (la Federatletica giamaicana), dall’Uganda e dalla Botswana.

Il testimonial principale è chiaramente il 23enne giamaicano Usain Bolt, neo primatista mondiale nei 100 e 200 metri uomini con 9.58 e 19.19. Bolt è sponsorizzato dall’azienda tedesca sin dall’età di 16 anni. A Berlino è stato utilizzato per la campagna "Who Faster?" e per una serie di iniziative di "guerrilla marketing" come le "Bolt Arms" che hanno spopolato sulle tribune dell’Olympiastadion di Berlino. Costruite in schiuma, di color giallo-verde con tanto di logo Puma, riproducevano perfettamente l’ormai tradizionale gesto di gioia (post vittoria) di Bolt (si veda foto allegata).

Sempre a Berlino è scattata una operazione simpatia ideata dallo stesso Bolt e coordinata dalla Puma. Sulla maglietta di allenamento infatti ha scritto "Ich bin ein Berlino" (corredata dell’immagine dell’orsetto-mascotte del Mondiale). Un modo scherzoso per dire che si sente già berlinese parafrasando la storica frase di Jonh F. Kennedy: "Ich bin ein Berliner". 

Non c’è solo Usain Bolt nella presenza di Puma al Mondiale di atletica leggera a Berlino (finirà domani). La casa tedesca di abbigliamento sportivo infatti è legata a un centinaio di atleti e a sette federazioni. (nella foto gli scarpini da pista indossati da Bolt durante le gare di 100 e 200 metri).