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Marketing – Effetto “boomerang” per l’Italia di Lippi dopo l’eliminazione

Sudafrica2010: promossi e bocciati della prima rassegna mondiale in terra d’Africa

 

Il marchio Italia ha raggiunto i 68 mln di euro di valore, ma è atteso un ridimensionamento.

 

Brasile e Inghilterra le due nazionali più ricche grazie al merchandising e agli sponsor

 

 

di Marcel Vulpis (fonte: ITALIAOGGI)

 

 

 

Tutto da rifare per la Nazionale azzurra, letteralmente disintegrata dopo la figuraccia dell’ultimo posto nel girone “F” del Mondiale. Il brand Italia esce infatti ridimensionato dalla rassegna sudafricana, sia sul terreno del marketing che a livello di diritti tv. Il tutto, poi, mentre la Figc (Federazione italiana giuoco calcio) sta vagliando le proposte di diversi advisor pronti a traghettare gli azzurri fino al Mondiale di Brasile2014. Fino alla sconfitta di ieri pomeriggio con la Slovacchia (per tre reti a due), gli ex campioni del Mondo erano un’industria del valore superiore ai 68 milioni di euro (38,5 mln dai diritti tv, 29 mln dal commerciale). Adesso, dopo l’eliminazione, secondo molti addetti ai lavori, rischiano un ridimensionamento verso il basso nell’ordine del 15-20% del valore globale.

Per un’Italia che piange, insieme a Francia e Sudafrica, c’è l’altra faccia del Mondiale che, per il momento, sorride dopo il passaggio del turno. Il Brasile è leader assoluto con circa 100 milioni di euro, grazie al contratto faraonico con Nike, che vale più di 35 milioni di euro. I verdeoro si preparano così a raccogliere i frutti di un marchio che sarà ancora più forte, nei prossimi anni, grazie al volano, prima del Mondiale (2014) e poi dell’Olimpiade (2016).

A livello commerciale il partner principale è Banco Itaù, uno dei più importanti istituti di credito. L’area marketing della CBF (la Federcalcio verde-oro) ne ha ufficializzato a fine 2008 l’ingresso come sponsor di tutte le selezioni. Dalla maggiore all’olimpica, passando per l’under 15 e le squadre femminili. Un contratto della durata di sei anni, per un valore di 78 milioni di euro (13 mln a stagione), destinato a terminare in concomitanza del Mondiale di calcio del 2014. Banco Itaù si affianca ad altri marchi del calibro di Nike (sponsor tecnico), Vivo (operatore di telefonia mobile), Tam (vettore aereo) e Guaranà-Antarctica (energy-drink). Subito dietro la CFB vi è la Football association inglese con 59 mln di euro, solo considerando i ricavi commerciali e da merchandising. La Federazione inglese, infatti, può contare su un portfolio partner così composto: Nationwide (società finanziaria legata alla FA fino al 2010 per un valore stimato di 9 mln di Euro su base annua), McDonald’s (sponsor per un valore annuo di 17 mln di euro) e infine, Umbro (fornitore dell’abbigliamento tecnico). Sia Brasile che Inghilterra sono le uniche realtà calcistiche capaci di vendere oltre 8 milioni di maglie replica in occasione di un evento iridato. Già negli ottavi però la squadra di Fabio Capello dovrà vedersela con la Germania, che ha in Adidas la maggiore fonte dei ricavi (circa 25 milioni di euro). Può invece fare il salto di qualità l’AFA, la Federcalcio argentina, forte dell’immagine carismatica di Diego Maradona, nel suo nuovo ruolo di allenatore, ma soprattutto grazie alla stella Lionel Messi. Attualmente l’Argentina vale 20 milioni di euro, ma in caso di vittoria, il quotidiano Il Clarìn stima un raddoppio del valore commerciale del brand. Sorprese potrebbero arrivare da Olanda e dagli Usa. Soprattutto gli statunitensi sognano una vittoria iridata per fare da traino al Comitato nazionale per l’assegnazione del Mondiale 2018 o 2022. Il successo, tra l’altro, farebbe crescere il valore del soccer negli Stati Uniti e attirerebbe nuovi sponsor e investitori.

 

 

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