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Lucchese (SE.it): La vendita del Chelsea non è un bluff

(da Londra/Massimo Lucchese)La vendita del Chelsea in Premier league non è un “bluff”. Nei giorni scorsi il domenicale britannico “Sunday Times”, famoso per non aver mai pubblicato fake news, ha rivelato che il patron dei Blues, il magnate russo Roman Abramovich (nella foto in primo piano), si starebbe muovendo per vendere il club londinese. Avrebbe, infatti, già contattato la banca d’affari americana The Raine Group LLC. Valore stimato dell’operazione: 2 miliardi di sterline.

Di contro la società britannica ha smentito, per il momento, qualsiasi operazione in questa direzione. Questa la fredda cronaca di un rumour estivo, che rischia di creare un effetto “domino” nel calcio UK. Se infatti Raine Group (banca newyorkese nota al mondo calcistico per aver curato la vendita del 13% delle quote del Manchester City a China Media Capital) dovesse trovare uno o più investitori pronti a spendere questa cifra, si fisserebbe l’asticella (economica) ad un livello tale da diventare un parametro di riferimento per altri top club interessati ad operazioni di cessione.

Ricordiamo, infatti, che il record precedente è del Manchester United, venduto, nel 2006, a Malcom Glazer (presidente di First Allied Corp.) per 790 milioni di sterline. Una cifra ancora oggi di tutto rispetto, ma soprattutto ancora non superata.

Ma torniamo alle ragioni di questa cessione: secondo il Sunday Times sarebbe strettamente collegata al mancato rinnovo del visto di soggiorno di Abramovich da parte delle autorità inglesi. Ciò non gli consentirebbe di muoversi agevolmente, in termini di affari, sul territorio britannico (anche se poi lo stesso oligarca è riuscito ad aggirare i paletti in oggetto ottenendo la cittadinanza israeliana). E’ pur vero, però, che, sempre Abramovich, ha sospeso il finanziamento per la ristrutturazione dello Stamford Bridge (casa del club britannico), investimento superiore ad un miliardo di euro. Un dietrofront che non è passato sotto traccia e che ha fatto innervosire la municipalità di Londra. 

Una immagine del progetto del nuovo stadio del Chelsea FC da 60 mila posti

Abramovich, ha acquistato il Chelsea FC, nel 2003, per 140 milioni di sterline. Oggi sarebbe pronto a cederlo per ricavarne almeno due miliardi. In questi 15 anni di proprietà il patron russo ha vinto, è bene ricordarlo, cinque Premier League, cinque FA Cup, tre Coppe di Lega, due Community Shield, una Champions League ed una Europa League, portando i Blues nel salotto buono del calcio internazionale (vincendo molto di più di quanto avessero fatto, fino ad allora, le precedenti dirigenze).

Analizzando l’operazione di presunta cessione, bisogna incardinarla anche nei rapporti tesi, esistenti, al momento, tra Russia e Gran Bretagna. Le sanzioni imposte dal Regno Unito, dopo l’avvelenamento (avvenuto più di 5 mesi fa), sul territorio britannico, nei pressi di Salisbury (con l’utilizzo del pericolosissimo gas nervino), dell’ex spia russa Skripal, oltre  che di sua figlia (Yulia), hanno portato al blocco dei lavori di riammodernamento da 500 milioni di sterline che lo stesso Abramovich aveva in progetto per lo stadio di Stamford Bridge.

Ma al netto di queste considerazione di profilo politico, Abramovich ha speso più di 1,8 miliardi di euro in acquisti da quando è alla guida del Chelsea. Le voci di offerte multimiliardarie del cugino dello sceicco, proprietario del Manchester City, per il “brand” Liverpool, poi rifiutate, potrebbero aver attirato fortemente l’attenzione di Abramovich, portandolo a fare una scelta, per certi versi dolorosa, ma sicuramente ben pagata in termini di ritorno dell’investimento.

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Massimo Lucchese

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