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La Lega calcio riparte dalla “partita” del betting

Il calcio ai tempi del Coronavirus riparte da dove si era fermato ad inizio stagione, ovvero dalle norme, inserite nel Decreto Dignità, che vietavano pubblicità e sponsorizzazioni alle società di scommesse.

La Lega calcio infatti chiede, a gran voce al Governo, all’interno del pacchetto “salva pallone”, di liberare proprio quelle risorse bloccate sull’altare della ludopatia. Una legge voluta dall’asse gialloverde (nel precedente esecutivo), ma che non ha generato alcun beneficio concreto nella lotta al gioco d’azzardo patologico(GAP).

Aver obbligato le aziende di scommesse sportive a non pubblicizzare le proprie quote e prodotti su maglie da calcio (come nel caso della Lazio sponsorizzata, nell’ultima stagione, da MarathonBet per 4,5 milioni di euro) e media ha solo impoverito questi due settori.

Si stima che il calcio (considerando le tre leghe professionistiche) abbia perso circa 45 milioni di euro (di cui 30 solo in Serie A), senza considerare i 150-200 milioni lasciati sul terreno a livello pubblicitario (sui diversi mezzi).

Gli operatori del gioco pubblico, lecito e regolamentato, invece, sono stati pesantemente colpiti nel loro business. Nella realtà ad aver beneficiato delle norme del Decreto Dignità sono stati proprio i soggetti che non operano seguendo le leggi.

Una conferma ulteriore è arrivata con l’attivazione delle misure collegate all’emergenza Coronavirus. E’ ormai vietato potersi recare a giocare presso punti fisici. C’è stata una crescita dell’online superiore al 13%, ma gli analisti del settore avevano previsto un boom percentuale superiore al 100%. E’ probabile pertanto che il flusso di gioco degli appassionati di sport si sia stato intercettato dal mercato illegale.

La Lega Serie A, nei mesi scorsi, aveva espresso la propria preoccupazione per una legge che ha creato un danno evidente sui bilanci dei club, riducendone i ricavi in modo considerevole (oltre il 15% dei ricavi commerciali) e la competitività internazionale. Se si guarda al panorama europeo, il mercato delle sponsorizzazioni nel calcio (oltre che nello sport), nel 2018, ha raggiunto il valore record di oltre 20 miliardi di euro, e i ricavi da sponsorizzazione derivanti dalle società di betting rappresentano una fonte di guadagno strategica per i club della cosiddetta “top 5” (Premier League, LaLiga, Bundesliga, Ligue1 e appunto Serie A).

Più in generale lo Stato italiano, nei prossimi tre anni, perderà 700 milioni di gettito erariale a causa del divieto contenuto nel Decreto Dignità, senza considerare il rischio del taglio di molti posti di lavoro per le aziende italiane operanti nel settore. Un danno nel danno.

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Redazione

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