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La crisi del calcio italiano come modello aziendale si riflette anche sui social media*

Ancora prima che per i risultati sul campo, la crisi che ha colpito il calcio italiano negli ultimi dieci anni riguarda lo sviluppo del club come azienda e i relativi introiti da diritti tv, sponsor, botteghino e merchandising. Analizzando lo sviluppo del calcio come brand sui social media notiamo una certa “lentezza” delle nostre società ad investire in questi nuovi potenti strumenti di marketing, almeno se paragonate ai club dei principali campionati europei.

Non sono solo le nostre squadre ad aver accumulato un ritardo importante rispetto alle loro principali rivali europee: anche i profili ufficiali del campionato di serie A, infatti, non fanno bella figura rispetto ai principali tornei continentali. Ad inizio novembre il seguito complessivo della serie A su Facebook, Twitter, Instagram e YouTube era di “appena” 7,8 milioni, ovvero poco più del 10% rispetto alla Premier League (il campionato inglese) e meno della metà rispetto alla Liga Spagnola. In questa classifica ci batte anche la Liga MX, il campionato messicano, con 10,5 milioni di follower.

Per capire l’importanza del marketing tramite social network bisogna pensare al Manchester United che a inizio stagione ha potenziato la sua piattaforma MUTV. L’obiettivo dei “Red Devils” è diventare media owner, ovvero raggiungere direttamente la propria fan base mondiale (750 milioni di persone) per produrre ricavi mediante propri canali di comunicazione ed essere meno dipendenti dalle trasmissioni tv. (ha collaborato Alex Scotti)

*KPMG Football Benchmark

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