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IL PUBBLICO FEMMINILE E I CONSUMI NELLO SPORT

(di Daniele Bartocci) –  Lo sport si tinge sempre più di rosa. Un numero sempre più consistente di donne, che praticano sport o che sono semplicemente fan, sta entrando definitivamente a far parte del ‘vocabolario’ sportivo. A livello di partecipazione attiva nonché di fruizione e condivisione del prodotto sportivo a tutto tondoil target femminile (in particolar modo il blocco Over 30) ha acquisito negli ultimi anni una rilevanza senza precedenti all’interno della sport industry.

Basti pensare al pianeta calcistico che nel periodo 2011-2015, stando a recenti analisi e ricerche targate Nielsen Sports, ha fatto registrare trend e performance esaltanti, traducibili in un incremento di circa il 30% di soggetti femminili interessati. Oggi viene stimata una crescita di oltre il 5% rispetto al 2014 in termini di partecipazione attiva e di oltre il 10% a livello di eventi sportivi seguiti dal pubblico a tinta rosa. Ciò significa, stando ai dati più recenti, circa 10 milioni di donne praticanti sport e circa 5 milioni di donne definibili ‘fan’ ovvero che seguono il panorama sportivo nelle varie emittenti televisive.

Come accennato, la fascia over 30 è considerata la più rilevante sotto vari aspetti: si tratta di donne che praticano e che seguono costantemente le discipline sportive e che nel contempo rappresentano figure assai impattanti nelle scelte decisionali di acquisto dei nuclei familiari italiani.

Facendo riferimento a una recente ricerca “Fan Links” targata Nielsen Sport, che coniuga passione sportiva e consumi relativi a donne fan e praticanti di sport, si può meglio comprendere i meccanismi che spingono ai comportamenti d’acquisto.  In sostanza, più o meno 5 milioni di donne sono responsabili d’acquisto nel nostro paese, praticando sport almeno una volta alla settimana.

Quelli più praticati sono il fitness (ogni settimana da 1,8 milioni di donne), il running (1,3 milioni) e il nuoto (meno di 1 milione). Se prendiamo ad esempio in considerazione le cosiddette “runners”, queste spendono oltre il 25% in più dello standard medio in prodotti relativi al segmento ‘cura della persona’.

Di certo i vari colossi aziendali e brand del largo consumo saranno chiamati a sfruttare al meglio tali nuovi scenari consumistici correlati al comparto femminile praticante e/o interessato allo sport. Quest’ultimo sostiene una spesa media annuale superiore alla media nazionale, in particolar modo nei segmenti di mercato riconducibili a cura della persona (+22%), petcare (un abbondante +15%) e alimentare (+8%). Infine va affermato che se running, fitness e nuoto costituiscono gli sport più praticati in termini assoluti, quelli a maggiore incidenza femminile restano la ginnastica artistica, l’aquagym e a sorpresa il pilates.

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