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Il progetto dello stadio dell’AS Roma finisce in Procura. M5S parla di violazione della legge stadi.

Il progetto futuro dello stadio dell’AS Roma (fortemente voluto dal presidente americano James Pallotta) finisce in procura, ancor prima che si aprano i cantieri a Tor di Valle, zona scelta dalla dirigenza giallorossa per la costruzione dell’impianto.

Secondo quanto si legge nell’esposto presentato dal Movimento 5 Stelle il progetto del costruttore Luca Parnasi potrebbe violare non solo il Piano Regolatore, ma anche l’attuale legge sugli stadi. Lo sostengono i denuncianti pentastellati: “Appena il 14% delle cubature sarebbe destinato allo stadio, il resto è dedicato a un mega-centro commerciale e direzionale che non ha nulla a che vedere con lo sport. “quasi l’86% delle cubature concesse dal Comune sarebbe occupato da alberghi, negozi e ristoranti”. Nello specifico si fa riferimento soprattutto alla maxi area commerciale localizzata a nord dell’impianto.
Di contro nella relazione del comune di Roma, consegnata alla regione Lazio di Nicola Zingaretti, si parla dell’esatto contrario: dei 90 ettari impegnati nel progetto solo l’11% sarebbe destinato a cubatura commerciale. Se questa tesi dovesse essere confermata è chiaro che si arriverebbe all’immediata archiviazione dell’esposto in esame.

Gli inquirenti pertanto intendono verificare se sono in eccesso le cubature concesse dal Campidoglio (guidato dal sindaco Ignazio Marino) per l’edificazione di tutte le opere a Tor di Valle, nella stessa zona dell’ippodromo (tra la Cristoforo Colombo e la via del Mare). Dal ponte, al centro commerciale, alle tre torri, fino all’impianto sportivo.

Alla Regione Lazio, ora titolare della procedura, si legge in un recente articolo apparso sull’edizione online del Corriere della Sera, sono state segnalate le carenze riscontrate nel progetto definitivo dal gruppo di lavoro, formato dai vertici dirigenziali di sei assessorati. Il progetto consegnato il 15 giugno ha fatto un passo avanti importante rispetto allo studio di fattibilità e tiene conto delle prescrizioni dettate dalla Assemblea capitolina per il pubblico interesse. «Tuttavia – si legge nel documento – il progetto consegnato sconta una certa fretta nella fase finale. Si tratta di un progetto complesso sotto il profilo tecnico e amministrativo. Allo stato attuale è chiaro in tutte le sue parti, lo stadio, il business district, il grande sistema ambientale che lo circonda e le infrastrutture per i collegamenti su ferro, stradali, ciclopedonali e di messa in sicurezza idraulica di Decima».

«Siamo consapevoli – ha spiegato ancora l’assessore Giovanni Caudo – che si tratta del più grande progetto di iniziativa privata in corso in questo momento in Italia, e che potrebbe costituire un importante aiuto all’economia romana nel suo complesso. Nello stesso tempo siamo convinti che rigore e cura in ogni passaggio procedurale siano il modo migliore per conseguire i risultati auspicati, per la città tutta, per i tifosi della Roma, per gli abitanti dell’intorno. Per questo continueremo ad operare anche in questa fase con rigore e attenzione, come abbiamo fatto sin dall’inizio».

 

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Marcel Vulpis

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