Punto e a Capo

Il calcio “avvelenato” e la Repubblica dei sospetti

Come al solito abbiamo fatto una figura da Paese del "Terzo Mondo". Stiamo parlando, naturalmente, del tema "caldo" della settimana: le intercettazioni telefoniche di Moggi e Giraudo. Non tanto per il contenuto delle stesse, perchè da "garantisti" quali siamo non ci permettiamo di dare giudizi finchè non vi sarà una vera e propria sentenza definitiva. Quanto per il comportamento della media dei nostri colleghi, che, da alcuni giorni, fanno a gara, perfino, a cercare "testimoni" nel mondo del calcio, che, dopo decenni di omertà (evidentemente), non vedono l’ora di aprirsi e ricordare che in un loro match hanno visto Moggi o Giraudo (a turno) spingere su arbitri, guardalinee, calciatori, addetti ai lavori, giornalisti.

Incredibile, quali e quante fortunate coincidenze vi sono in questo caso di calcio "avvelenato". A questi "puristi" e "cavalieri senza macchia e senza peccato" ricordiamo che non è possibile che tutte queste cose escano a distanza di 10-20 anni. Delle due l’una. O Moggi e Giraudo sono colpevoli, ma tutti lo sapevano e coprivano questi comportamenti per convenienza o, forse a loro volta, li replicavano appena ne avevano l’opportunità, o qui qualcuno sta cercando di far scoppiare una "Calciopoli" da "Prima Repubblica".

E i Moggi ed i Giraudo sono le vittime sacrificali da mettere sul patibolo per far contenta la massa. Ma se erano così potenti e dominavano il mondo come mai sarebbero caduti stupidamente in questa trappola, ordita da soggetti terzi (ancora da identificare, ma che noi di Sporteconomy.it, a differenza di altri, abbiamo individuato con quasi certezza). Quello che fa veramente schifo e questo termine è riduttivo è il modo in cui queste intercettazioni sono diventate "strumentali" per mettere alla berlina e condannare a priori due persone. Perchè se passa questo "modus operandi" nessuno di noi sarà più sicuro di aver un processo equo, visto che ancora prima di essere sentiti da un giudice i giornali sono arrivati alla conclusione che Moggi e Giraudo sono "colpevoli" a priori. Ed è giusto che le intercettazioni siano state comunicate ai giornali piuttosto che ai diretti interessati? Quando si parla di giustizia non si può scherzare. Ciascuno di noi deve avere il diritto di difendersi e non è questo il modo di muoversi su un terreno così delicato; Moggi e Giraudo sono due cittadini italiani e hanno gli stessi doveri, e diritti, degli altri 57 milioni di cittadini che abitano nel nostro Paese. Se verranno processati dai media in modo sommario sarà la giustizia a uscire "perdente" non i due dirigenti della Juventus F.c.

* direttore Sporteconomy.it

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Marcel Vulpis

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