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IL 40° ANNIVERSARIO DELLO SPONSOR DI MAGLIA NEL CALCIO ITALIANO

(di Marco Casalone) – È da pochi giorni trascorso un anniversario destinato a rivoluzionare il calcio italiano: era infatti il 26 agosto 1979 quando, in occasione di un incontro di Coppa Italia tra Perugia e AS Roma, i padroni di casa umbri scesero in campo con un piccolo logo sulla maglia, al di sotto dello scudetto col grifone, storico simbolo della società.
Si trattava del marchio “Ponte Sportswear”, che sarebbe passato alla storia come la prima sponsorizzazione non tecnica di una squadra di calcio nel nostro paese.
L’allora presidente del Perugia Franco D’Attoma, per finanziare l’arrivo in prestito della stella del calcio italiano Paolo Rossi, si accordò con il gruppo alimentare IBP (Buitoni-Perugina) che versò nelle casse del club umbro 400 milioni di lire (quindi oltre la metà dei 700 necessari per l’acquisto di “Pablito”): in cambio, il nome del Pastificio Ponte (un’importante azienda locale di proprietà della IBP) sarebbe comparso sulle divise da gioco dei “Grifoni”.
Dal momento che all’epoca gli unici loghi ammessi sulle maglie dei calciatori erano quelli dei fornitori tecnici, il marchio del pastificio venne dunque modificato in “Ponte Sportswear”, un escamotage in modo tale da riuscire ad aggirare i regolamenti allora vigenti.
Curiosamente, proprio Rossi fu l’unico giocatore del Perugia a non poter mostrare lo sponsor sulla propria divisa, a causa di un precedente accordo con un’altra azienda alimentare del settore latte, la Polenghi Lombardo.
La Federazione Italiana Giuoco Calcio (F.I.G.C) però non tollerò il “camuffamento”: squalificò il presidente D’Attoma, multò la società per 20 milioni di lire ed impose la cancellazione del marchio Ponte dalle casacche perugine per l’imminente inizio del campionato.
Il patron umbro però non si dette per vinto e, per tutta risposta, appose il il logo dello sponsor su tutti gli altri indumenti da gioco della squadra, sulle reti e sul campo da gioco dello stadio “Renato Curi” e diede inizio ad una infuocata battaglia burocratica e giudiziaria contro il governo del calcio, al termine della quale la Lega Nazionale Professionisti concesse al Perugia di disputare i propri match con lo sponsor sulle maglie.
 Il debutto “ufficiale” dello sponsor di maglia in Serie A avvenne quindi solo qualche mese più tardi, il 23 marzo 1980, ma si può senza dubbio affermare che il 26 agosto di quarant’anni fa ha segnato l’inizio di una svolta epocale che nel giro di pochi anni avrebbe completamente rivoluzionato il mondo del pallone, trasformandolo progressivamente in un business dai risvolti economici sempre più preponderanti.
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Redazione

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1 Comment

  1. Maurizio Del Grosso
    3 Settembre 2019 at 16:20 — Rispondi

    Chiedo scusa ma, nel 1958/59 il Torino non giocò con una grossa “T” che era l’iniziale di Talmone Torino?

    Da wikipedia:

    “L’annata è ricordata anche per l’abbinamento con la fabbrica di cioccolato torinese Talmone: in base a un accordo con la ditta alimentare Venchi Unica, il Torino ottiene una nuova denominazione societaria, in stile Lanerossi Vicenza, ma con esiti del tutto opposti. L’accordo, triennale, prevede che la società sia chiamata Talmone Torino dai mezzi d’informazione, ma soprattutto prevede l’inserimento di una T bianca sulla maglia granata. L’esito negativo della stagione porterà a una rescissione dell’abbinamento dopo un solo anno e quindi alla conseguente sparizione del marchio Talmone dalle maglie del Torino, per la gioia dei sostenitori granata, per niente favorevoli all’imprevista novità.”

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