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I club di calcio scommettono sulla nuova frontiera delle regional partnership

(di Marcel Andrè Vulpis) – Il calcio italiano, uscito da due anni durissimi di pandemia (con  grandi e piccoli club colpiti indistintamente), è già al lavoro per individuare nuove forme di ricavi e si sta aprendo ai mercati internazionali. Se durante l’emergenza sanitaria, infatti, c’è stata una vera e propria esplosione delle attività digitali (via obbligata, per tutti i soggetti coinvolti, alla luce anche della chiusura degli stadi), è chiaro che questo modello commerciale del futuro deve esplorare tutte le nuove aree geografiche dove c’è “fame di calcio” e/o dove i tifosi sono attirati mediaticamente dai grandi marchi calcistici. Ecco perchè, proprio in queste ultime stagioni, c’è stato il boom dei cosiddetti “regional partner”.

Le ragioni dell’investimento

Si tratta di operazioni di sponsorizzazione all’interno di specifici mercati. Si sfrutta il volano del calcio, al di fuori dei confini tricolori, puntando su aree ben definite (principalmente Europa, Africa e Asia), di forte interesse in termini di potenziali introiti. Le squadre italiane incassano mediamente tra i 500 mila e il milione di euro per ogni singolo accordo, fino ad arrivare (nel caso dei top club) anche a più di 3 milioni per stagione.

L’Inter guarda ai mercati asiatici

Se si analizza il mercato nazionale sono sette i club di Serie A con partnership attive all’estero. Dominano Inter, Milan e Juventus, ma è forte anche la presenza del Napoli. Crescono infine Lazio, Bologna e Udinese al debutto nel settore delle partnership regionali. In generale si tratta di importanti accordi commerciali, con il betting (vietato sul mercato nazionale a causa delle norme imposte dal “Decreto Dignità”) leader di questo specifico comparto (in totale più di 10 contratti).

L’Inter è il club italiano che si è maggiormente impegnato su questo terreno giocando anche sulla natura geografica della sua proprietà (la famiglia Zhang e il gruppo cinese Suning). In totale, in questa stagione, i nerazzurri possono contare su sei diversi contratti (con investimenti compresi tra 1 milione e 2,5 milioni di euro), tra betting puro e la nuova frontiera dell’infotainment, con un’attenzione molto forte ai mercati asiatici. Nel precedente campionato aveva promosso anche la firma di un contratto, esclusivamente per la Cina, a favore di Riello azienda produttrice di condizionatori.

Cinque partner per la Juve

Ariston, Dashing, Raffles, Aurora Italia e 10Bet sono i 5 regional partner della Juve nella stagione 2022/23, tutti attivi in Asia a livello di business. Raffles Family Office (RFO) con base a Hong Kong, per i prossimi due anni, sarà sponsor dei bianconeri nei territori della Grande Cina e Singapore (garantendo servizi di lungo termine ai suoi clienti e, più in generale, al target delle famiglie). Ariston, il brand più internazionale del portfolio di Ariston Thermo, tra i leader nell’industria del comfort termico, ha firmato un accordo da sviluppare sul territorio cinese.

Dashing (brand del portfolio WiPro, specializzato in prodotti per la cura del corpo), si muoverà esclusivamente in Malesia e Brunei. Un accordo pluriennale che permetterà ai bianconeri di creare esperienze, attivazioni e prodotti, così da avvicinare il pubblico degli appassionati di calcio presenti in questi due specifici mercati. 10Bet, dopo l’esperienza con OB Sports, infine, è il nuovo partner betting ufficiale nel continente asiatico.

Riflettori accesi sull’Africa

In questa fase la Vecchia Signora è sicuramente il brand sportivo tra i più presenti sui mercati internazionali e punta ulteriormente ad espandersi. Soprattutto in Estremo Oriente il marchio “Juventus FC” intercetta, da tempo, l’interesse di milioni di fan. La nuova frontiera delle regional partnership è l’Africa, dove molte società top, anche straniere, non sono presenti a livello commerciale. Entrarvi per primi, per le società italiane, potrebbe rivelarsi un vantaggio competitivo importante da conquistare nel breve periodo. Anche in questo caso i concorrenti inglesi (le squadre della Premier League) hanno iniziato ad esplorare questi nuovi mercati abbinandovi spesso la creazione di scuole calcio/Academy o l’organizzazione di tournée con campioni del presente o del passato (le cosiddette “Legends”).

 

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Marcel Andre Vulpis

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