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Gravina (Lega Pro) interviene sul caso Bari-Castel di Sangro presentato da Giletti a Non è l’Arena

Rivelazioni clamorose ieri sera a ‘Non è l’Arena‘ su La7 sulla partita Bari-Castel di Sangro giocata il 15 giugno 1997, quando gli ospiti avevano già raggiunto la salvezza in Serie B e i pugliesi dovevano vincere per passare in Serie A. Due ex giocatori del Castel di Sangro, tra cui Luca Albieri, hanno messo in dubbio la regolarità della partita disputata il 15 giugno 1997 al San Nicola tra i pugliesi e la societa’ abruzzese e gia’ ‘incriminata’ dallo scrittore americano Joe McGinniss, autore di ‘Il Miracolo di Castel di Sangro‘. I due calciatori hanno parlato di un ordine da parte della societa’ di lasciar vincere il Bari, in cambio di un sostanzioso premio salvezza (si parla di 300 milioni di vecchie lire). In esclusiva, ai microfoni di RMC Sport, è intervenuto colui che all’epoca era presidente del Castel di Sangro, Gabriele Gravina, attuale presidente della Lega Pro. “Ieri sera non ho seguito l’inchiesta di Giletti, purtroppo quell’anno ho sbagliato a costruire la squadra. E’ una storia che conoscono tutti perche’ quando l’americano (Joe McGinnis, ndr) parlo’ di questa pseudo-combine fu condannato per diffamazione e calunnia e già questo la dice lunga sulle vicende e la storia di questo avvenimento. Ritengo che bisogna anche conoscere le regole. Ho sentito parlare di premi, ma si dicono cose collegate a disinformazione”. Incalzato dai due conduttori di ‘Maracana”, Marco Piccari e Vincenzo Marangio, Gravina ha aggiunto: “Io ho conservato le sue pseudo minacce per le quali è stato condannato”.

“Se in Italia abbiamo fiducia nelle decisioni della polizia giudiziaria, allora dobbiamo credergli. Ho rivisto Albieri dopo 21 anni e avrei preferito che si fosse presentato in quella sede a denunciare questa situazione e non dopo 21 anni. Mi sembra strano che Albieri abbia ricevuto un ordine dall’alto”. Ma per l’ex presidente del Castel di Sangro non finisce qui: “Mi spiegate qual è la ragione di quanto successo ieri sera? Parlare di un fatto accaduto 21 anni fa e che era chiuso. Bastava chiedere al vecchio dirigente del Castel di Sangro che c’era stata una diffida. Non siamo mafiosi. Albieri? Per me ha avuto un momento di grande protagonismo nella sua vita cosi’ come lo era da calciatore. Ho letto che si e’ sempre definito matto. Parte oggi una querela e ognuno portera’ i suoi elementi e io posso garantire che ne ho tanti. E’ chiaro che tutto questo sia stato fatto per colpire me”. (ITALPRESS).

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Redazione

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